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COMPENDIO
DELLA STORIA
GEOGRAFICA, NATURALE»
E CIVILE
DEL REGNO
DEL CHIL.E.
BOLOGNA MDCCLXXVL
NELLA STAMPERÌA DI S. TOMMASO B? A<£uiNO##
Cm licenza de* Superiori .
a
X fi oc
PREFAZIONE.
A L Chile 3 Vae fé non meno beneficato dalla Ka~
tura 5 che trafeurato dagli Scrittori , fi conferva
finora quafi del tutto incognito alle perfine , che
fi dilettano dello fiudio della Geografia 3 e della
Storia Katurale. Gli Autori 3 che immediata-
mente dopo le conquifije degli Spagnuoli nel? A-
merica 3 pubblicarono le loro Geografie univerfa-
li , trattarono veramente di quefio Regno 3 mcu.
come le notizie 3 che allora ne venivano 3 erano
generali 3 e confufe 3 cesi tutto quello , che et-,
ne dicono 3 è sì fcarfo 3 e sì pieno dì errori 3 e
di contradizioni 3 <rAe non fé ne può formare un*
idea ragionevole . I Nazionali del Vaefe 5 che
potevano con vere relazioni dijjtpare fijfatti cr»
rari 3 ed illuminare quei che ne volevano di nuo~
vo fcrivere 3 avevano 3 attefa la gran lontanan-
za ) poca comunicazione coir Europa 3 e di ra~*
A 2 do
i
!:
)('▼)(
do ci venivano . Gli Europei , che colà arriva-
no 5 o non fi difcofta.no dai Fortino fé più s'in-
ternano \ non badano ad altro , che ay loro in-
terejjt . Quindi i Geografi moderni 3 «0/* trovan-
do delle notizie più giufìe , x' attengono a quel-
le , cè<r *ft #«<?/?£ Regione lafciarono i più anti-
chi , e «e adottano tutti i difetti . Nulla ofian-
te debbono tra quefìi Scrittori eccettuarfi M.
Sanfone dy Abbeville , V Autore Inglefe del Gaz-
zettiere Americano , e il Sig. Abate Gio. Dome-
nico Coletti 3 i quali benché non vadano del tut-
to efenti da alcuni piccoli sbagli , a cui indifpen-
facilmente fono f oggetti quelli , che o non ojfer-
varono per fé Jìeffi le cofe , M cui fcrivono , o
le videro di pajfaggio 5 tuttavia meglio inftrutti
ci prefentano una Defcrizione più efatta > e ve-
ra del Ch'ile. Ma come la natura delle loroO-
fere gli obbliga a conunerfi dentro difiretti ter-
mini y tai defcrizioni non fono capaci di appaga*
re la curiofità delle perfine , che cercano di co*
nofcere un poco più a fondo le qualità > e pro-
dotti di un Paefe . Quejlo motivo mi fece pen-
Jkrc a un compendio più detagliato della Snria
Geo-
. w*x
Geografica > Katurale , e Civile di quejìo Regno,
che potejje così difiruggere le falfe imprejfwni che
fé ne hanno , come inflruirne fujfcientemente gli
amatori delle cognizioni 5 che appartengono alla
fonazione , e produzioni delle differenti parti del
nojtro Globo . La dijfcultà della lingua era per
me un ojtacolo fortijfmo j ma finalmente porta*
to dally amore di fervire in qualche cofa alla_
focietà) mi sforzai a vincerlo >■ pervadendomi >
che quei che fi vorranno prendere la fatica di
leggere queJP Opufcolo , contenti di capirne il
fenfo , e dì trovare in ejfo delle eofi che muo-
vano la loro curiofità 5 difftmuleranno prudente*
mente ì dijfetti del linguaggio 3 che fono quafi ine*,
citabili in un forafliere.
Quejlo riflretto , avvegnaché non ecceda ì
limiti di un rigorofo Compendio , tuttavolta per la
maggior comodità de* Lettori 5 e per P ordina
necejftrio va divifo in due Parti 5 le quali fi
fuddividono in parecchi Paragrafi. Kella prima
Parte , data una delineazione generale del Chi-
le , fé ne deferirono prima il temperamento , i
fiumi ) le piante , gli arhufii : gli alberi , ed i
A l fruì-
\
!■
u I
)(vr)(
frutti più notabili : indi le conchiglie ) ì pe/ii >
gì' infetti^ gli uccelli^ e i quadrupedi: poi %
metalli , femi-metalli , ed i minerali , che vi s*
incontrano . Nella feconda Varte fi tratta pri-
mieramente dei Naturali Originar] di quefÌQ
Paefe , di cui x* efpongono le fifonomie , inclina-
Z-ioni , lingua 3 Religione > Governo Civile 5 o
Militare , abitazione , veflito > <?rf occupazioni:
dopo premejfa una breve relazione dello fiabili-
mento degli Spagnuoli}fi moflrano i caratteri , /e
maniere di ve/tire, e di edificare , *7 Commer-
cio , e i7 Governo Ecclefiafiico 3 Militare , ^ Ci*
pi/e rfe* /ero difendenti con unafuccinta deferi-
tone delle Provincie , £« ^j ^ ^^ ^^ /tf
jrrtrtt» </<?/ Cj&/7* , che abitano , é* /fe/fc C/>tó e
JSor^Ai , c£c finora vi fono fiati fondati .
Per evitare la confufione > ufo potrebbe na*
fiere dalla diverfità delle Ortografie , ferivo tuU
ti i nomi proprj dey luoghi , e delle altre cofi^
peculiari della maniera , che gli fcrivono i Na~
rionali del Paefe . La differenza confi/le prin*
cipalmente nel Ch. , che da loro vieti proferito
innanzi a tutte le vocali come' il ce , ci Italia-
no*
X v I I )(
no
Onde benché ferivano Chile , Cachapoal ,
Mapochó &c. fempre pronunciano Cile , Cacia-
poal > Mapocio . Come il fine primario ài quejle
Compendio è di concorrere in alcun modo alltt^
perfezione della Geografia , e della Storia Ka-
turale , così mejfa da banda ogni affezione me*
m regolata , mi fono allontanato da tutto quel-
lo 5 che può alterare la verità , non dijftmulan-
do , nemmen efagerando ciò che v' è di buono ,
o di cattivo 5 come ognuno fé ne può facilmente
Accorgere leggendo i p affinchè allego , degli Au-
tori j che meglio hanno ferino del Chile. lo vi-
di j ed efaminai per me Jlejfo la maggior parte
delle cofe , che deferivo . Intorno poi a quelle ,
che non potei ojfervare , ho feguito il te/limonio
di parecchie perfine favie , e giudiziofe > le qua-
li le videro , ed esaminarono diligentemente^ non
valendomi però delle loro informazioni , fé non
quandi le trovai interamente concordi.
Vìiit
Vidit D. Aurelius Cajlanea Clerica* Regularis
Sanfti Vernili , prò lllujfrijjìmo , & Revcren-
àijjtmo Capitalo Merrepolitan* Bottoni* Pceni-
tcntiarius •
Die 2. Februarii 1776.
IMPRIMATUR.
ì
Fr. Carolut Dominicus Bandiera Vtcarius Gene-
rali! S. Offiai Bottoni* .
F
X oc
COMPENDIO
Della Storia Geografica , Katurale , e Civile
del Chile.
".
PARTE t
I. ftÉHi&L Chile, Regno dell* America Meridio-
nale , è fituato filile rive del Mar Pacifico , o fia del
Sud tra i gr. 24. , e 45. di latitudine Auftrale , o>
tra i 304. e 308. di longitudine , collocato 11 primo
Meridiano nel!' Ifola del Ferro. Quindi la fualun«
ghezza da Tramontana a Mezzodì è di più di 400,
leghe, e la fua larghezza da Ponente a Levante^
comprefavi la montagna degli Andes^ di 80. incirca (j),
I fuoì
(J] fì*f* non fi deferìve altro y che quella Regione 9
e Paefe , che ì Nazionali cono/cono [otto il n$mediCbi**
le . Il Governo generale 3 che gli Spagnuoli chiamane
Governazione del Chile, comprende inoltre la Pr$vin*
eia del Cujo , i Patagoni 3 e le terre Magali ani che; ma
tutte quefie contrade fono affatto differenti dal Chile c&*>
sì nel temperamento 3 come nei linguaggi , e fattezze
de9 loro abitanti Originar] , e ne vengono del tutto fi*
parate per V inMceJfibik montagna degli Andes »
*v
XO(
I fuoi confini fono all' Occidente il fuddetto Mar
Pacifico, a Settentrione il Perù; air Oriente il Tu-
cuman , il Cujo , e le terre Paragonile ; e a Mez-
zo-giorno le contrade Magallaniche , da tutte le qua-
li Regioni lo fepara perfettamente o per fé ftefla , o
per i fuoi rami h menzionata montagna degli An-
des •
IL Il nome generale di quefTo Regno è ante-
riore all' arrivo degli Spagnuoli a quelle parti (i) .
Gh Autori, che fcrivono dell' America, ne adduco-
no molte etimologie, tutte le quali, a dire il ver*,
o fono affolutamente fai fé , o fi fondano fopra, fri-
vole congetture. La più verifimile nondimeno mi
fembra quella , che deduce la voce Chile dal nome dì
certi uccelli chiamati chiles 9 dì cui abbonda quefto
Paefe, perchè glf Indiani folevano dare alle loro Ter-
re il nome di quelle cofe , che vi fi trovavano hu
maggior numero .
UT.
(*) 1 Peruani.chs ne intraprefero la conquidacene
anni prima degli Spagnuoli , cercarono quejlo Regno Cot-
to la denominazione del Chile , come cofia da' Cornea
iarj del Pcrh . I Cbileni Aufirali , che popolarono le {fo-
le di Chihe , ( la di cui tra/migrazione è anteriore de
alcuni fecolì a quefla Epoca ) per confervare la memo-
ri* del loro primitivo Paefe, le nominarono Chilhue,
cioè luogo 5 o Provincia del Chile . Onde gli Spagnuoli
non poterono comunicare a tutto il Regno , ( come pre-
tendono varj Autori ) il nome , che già potfcdev* .
^^^^MHSMMi.
X 3)(
III. Tutta quella Regione fi divide naturalrnen*
te da Settentrione a Mezzodì in tre grandi parti»
La prima fi compone delle Ifole, che s' incontrano
nel Tuo Mare . La feconda , a cui più comunemente
fi dà il nome Chìle , è quella gran fafcia, o tratto
di terra , che giace tra il Mare , e la montagna de-
gli Andes . La terza comprende tutto lo fpazio^ che
vi occupa quefta catena di monti .
IV. Le Ifole fituate nel Mar Chlleno fono ItJ
tre Coquimbane deferte a gr. 29-25. ; le due di Gio*
Fernandes abitate dagli Spagnuoli a gr. 33 » 42 : la
Quiriquina full* ingreffo del Porto della Concezione
appartenente a uno de' fuoi abitanti a gr. 3^-42»
S. Maria degli Araucani a gr. 37-27: la Mochapri*
ma affai popolata, al prefente deferta a gr. 38 - %6 *
T Arcipelago di Chiloe , che contiene 47. Ifole tra*
gr. 41-155 e 45. abitate dagli Spagnuoli, e dagP
Indiani . Tutte quefte Ifole fono per lo più picelo»
le , eccettuatane quella , che fi chiama propriamen-
te Chiloe, eh' è lunga 60. leghe incirca, e qualche
altra dello fteffo Arcipelago .
V. La fafeia di Terra fituata fra il Marc, e gli
Andes , ( di cui fpecialmente fi debbono intendere^
le cofe, che diremo del Chile , perchè ella è la par-
te più conofeiuta , e abitata ) ha di larghezza 40;,
leghe , e fi fuddivide quafi ugualmente in Marittima,
e Mc~
)(4)(
c Mediterranea . La Marittima è tramezzata da tre
o quattro Catene di monti paralelli agli Andes, tra*
quali fi vedono molte Valli inaffiate da bei rufcelli.
Xa Mediterranea è piana , benché qua e là abbia fpar*
fé alcune Colline, che fanno fpiccar più V amenità
delle campagne fottopofte.
VI. La Montagna degli Andes, ovvero la Ceri
ditterà, che fi crede la più alta del Mondo (i), fi
tfende dallo Stretto Magallanico infino al Golfo Mef-
ficano per lo fpazio di 1380. leghe. Quefla Monta-
gna, dove appartiene al Chilc, ha 40. leghe all'in-
circa ài larghezza . Ella fi compone di monti altif-
fimi, incatenati gli uni cogli altri, pieni di dirupi,
t balzi fpaventofi , tra' quali pure s* incontrano mol-
te vallate amene, e pianure affai vafte abitate da
parecchie Tribù di Selvaggi .
VII.
(1) La Cordeliere Cbainc de montagne* , dont
plujieurs font beaucoup plus haute s , que le Pic-de-Tene-
rif> & dont la cime efl couverte de cent piedi de nei-
gè -9 tandis qu en bas ce font des jardìns fleuris , ^r /e-
emds en fruits , qui demandent le plus de chaleur . Vo-
yage au Perou par M. Bouguer pag. 378. Selon les ob-
fervatiots du P. Feville'e le Pic-de-Tenerif a 2213 toU
fes audefius du niveau de la Mer . Le Pichincha dans
le Quito en a 2427. Une autre montagne y en a 2495.
toifes de hauteur, ou le mercure fé foutient dans le ha-
tometre a 15. pouces , 9. Hgnes , e* ett a dire a 12.
pouc. 3. Ug. environ plus bas, qu au bord de la mer*
Mem. de l\Acad> des Scient. an 1744. pag. Z69.
1
XjX
VIL II Chile è uno de' migliori Paefi dell' A-
merica: la bellezza del fuo Cielo, la benignità del
fuo clima, la fertilità, e ricchezza del fuo terreno gli
danno vantaggj confiderabili fopra i fuoi vicini (i).
le quattro Stagioni dell' anno benché in tempi op-
pofti a quefti di Europa , vi fono regolari . la Prima-
vera , come è noto agi' intendenti di Geografia j vi
comincia nel mefe di Settembre ; V Eftate inJDecem-
bre; 1* Autunno in Marzo; e il Verno in Giugno.
Sul finir dell' Autunno , nell' Inverno , e nel prin-
cipio della Primavera vi piove abbondevolmente; ma
negli altri tempi o mai , o di rado . V atmosfera ,
durante la State, fi conferva fempre ferena , né vien
turbata dalle tempefte di grandine , e dì fulmini, che
fono tanto frequenti nelle altre Regioni (2) . Quella
mancanza però d' acqua piovana non è nocevole al-
le campagne, perchè la guazza, che vi cade ogni
notte, e 1" umidità, che rimane dal Verno, fono
fiifl
(1) La deferitone aggiunta fa vedere lo flato pr e"
fente di quefio Regno , che è fenza co ni "r adizione UfA
bello , il più ricco , e il più fertile di quanti n ' abbia
in tutti ì fuoi dominj la Monarchia di Spagna . Gio9
Dem. Coletti Biz. Geogr. dell' Am. Mer. v. Chile.
(x) Il Chile è libero affatto da' fulmini , quantun*
que vi fi fenta talvolta tuonare , perchè quello fegu^p
a una grande diflanza fuglt Andef V Inglefe Am. del
Gazz. Am. v* Ghili •
r
A
)(<?)(
falcienti, acciò i fratti riefcano ottimamente. Tut-
to il Paefe inoltre è bagnato da quantità di copiofi
fiumi , e rivi, donde col mezzo de* Canali fi cava
con facilità quanta acqua fé ne vuole .
Vili. Il caldo , attefa la ferenità continua del
Cielo, vi dovrebbe edere ecceilìvo , fé la divina Pre-
videnza fempre benefica non vi aveffe pofto riparo .
L' Oflro, che viene dal Polo pe' mari intermedi, e
che mentre non piove , vi regna inceffantemente, le
Maree, che fi levano a mezzo- giorno , la rugiada,
che principia al tramontar del Sole , e certa aura
foave , che feende dalle nevofe montagne degli An-
des rinfrefeano maravigliofamente V aria (i) . Il fred-
do ancora nell' Inverno è affai moderato (2] . Nelle
con-
(1) Quantunque il Chili Jìa furiato preffo la Zona
Torrida , vi è per altro V aria di State temperata o
fanti . Lo Jlefio Inglefe v. Chili .
Le quartier de Chili ( cioè le parti Settentrionali del
Tlegno ] devroit étre plus chaud , que V Efpagne , &
celui de V Imperiale , ( le Provincie Australi ) commt^
V Efpagne . La proxìmitè des montagnes d* un coté, &
de la Mer de V autre , font que le Pays efl un peu plus
froid , qu il ne devroit étre j mais atfez, chaud pour
étre un des msilleurs de V Amerique • M. Sanfon d' Ab-
heville dxns fa Geogr. v. Chili.
(2) AmeniJJìma porro Regio etf ( Chile) & perfét-
eunda , atque omnium frugum , haud fecus quàm tìif-
pania, ferax ifalubris quoque , ó* egregium inter *£lmy
& frigus fortita temperamentum e hit. Hifi. v> Chili .
)(7)(
t I
contrade marittime non fi è veduta mai calcar la ne-
ve in quelle, che s* avvicinano agli Andesnefuol
venire un poco di cinque in cinque anni, e talvol-
ta ne pafla più tempo. Sugli Andes peróne cade iti
sì gran quantità, che vi fi conferva perpetuamente,
e la maggior parte dell' anno ne rende il paffaggio
impraticabile (i) .
IX. Il temperamento , benché ila più, o meno umi-
do, fecondo la minore, o la maggior diftanza dal
Mare, e più, o meno freddo, attefa la rifpettiva il-
lazione de* luoghi , è generalmente fano . Non vi
regnano le peftilenze , che fogliono altrove fpopo-
lare le Provincie intere , nemmeno le febbri terza-
ne , e quartane , che fono tanto comuni negli altri
Paefi . Anzi quei che ne fono attaccati nei Regni
cir-
(J) Quefta montagna dentro i lìmiti dtl Ch'ile non
ha che etto , o nove [Ir ade , le quali fono fommam ente
mfpre , pericolofe , e talmente Jlrette , che appena vi può
paffare un' uome a cavallo . Siffatte firade dal Mefts
d* Aprile fino a quel dì Novembre fi chiudono affatto
colla gran neve, che allora vi cade. Alcuni , che por-
tati da qualche rilevante intereffe s' attentano in que-
sto tempo a paffar quefli monti , vi fogliono reftar gie~
lati . Quindi parecchi Autori , fenza fpecificare i luoghi,
dicono afiolutamente , che nel Chile muojono gli uomi-
ni di freddo . Oggidì nella flrada , che conduce dalla
f Capitale a Mendoza , fono fiate fabbricate alcune ca~
uccie ài fajfo 5 dove fi rifugiano i Corrieri •
M
V
f
>Jé* UT li il Hill imi MiiiiiiiMM—Ba— mi iiiiiii— — — y
dreo&vicini , per libcrarfene pafTano al Chile , ove
dappoiché ne pigliano P aria , rimangono inferamen-
te guariti . Gli accidenti apopletici , e le contrazio-
ni delle membra vi fono ancora rariffime , maffime
me' giovani ; Onde fono pochi i zoppi , e gli ftrop-
piati , che vi fi vedono . I cani non vanno foggetri
alla rabbia, e finora non fi è trovato neppur uno, che
fia fiato attaccato da quefta terribile malattia .
X. Alla falubrità dell' aria corrifponde la net-
tezza del terreno . Non vi fi trovano Vipere , Ser-
genti, Tigri, Orfi, Cinghiali , Lupi , né le altre be-
ftie nocive , o velenofe (i) . Le bifeie , di cui non
II vede , che la fpecie ordinaria , non hanno veleno,
come ne fecero 1* efperienza gli Accademici, ch<u>
ncll* anno 1736. pattarono al Perù per mifurarvi un
grado del Meridiano . Laonde fi può ftare, e dor-
mire fenza follecitudine alcuna in qualunque fito del-
la campagna (2) . Quello privilegio del Chile di non
avere
(1) Kelle ho fraglie pik folte dì quefto Regno s' /«•
cantra una fpecie dì Lioni pik pìccoli degli Africani «
fonza chioma , ì quali attacano foltanto il beftìame
ma fuggono dall' uomo . Almeno dacché il Chile è abi-
tato dagli Spagnuolì , non fi fa , eh' effi fi fiano atten-
tati , benché affai perfeguiti { a fargli fronte , 0 ad affa*
Urlo .
(1) Apple degli Andcs né* Mefi di Dicembre , o
x Gcn.
z^^z:
)( 9 )(
i f
avere fi fatte belile, diviene più ammirabile, qua-
lora fi rifletta, che Je Regioni confinanti ne vanno
aiTai inferiate . Due cagioni , fé non m' inganno ,
polfono concorrere a non permettervi loro 1*. entra-
ta. La prima è la benignità del temperamento , poi-
che la maggior parte di quelli animali ama i paefi
caldi . La feconda, e forfè la principale, fi è la gran
muraglia degli Andes, che la natura gli mife attor-
no, i quali ficcome fono ripidi, e fempre mai co-
perti di neve , loro impedirono il paifaggio ,
XI. Sulla parte più elevata di quelli monti, den-
tro de' confini del Chile, fiammeggiano continuamen-
te quattordici grandi Vulcani, e varj altri piccoli,
i quali finora non hanno recato danno alcuno alle
B con-
Gennajo fi trova un ragno nero colle partì deretane rof-
fé , il quale abita tra V erbe in una cafuccìa quadri-
lunga , che fi formi* colla fua tela . Si dice , che la pun-
tura dì quefto ragno cagiona per uno , o due giorni li-
na fpecìe di febbre , fenza ulteriori confeguenze . I mie-
titori^ d* uno di quei campi , che portavano addofio i fafcì
dì fpighe pieni di sì fatti ragni, dimandati da me /o
non temevano quegV infetti nocivi , mi rifpofero , che
nello fpazio di molti anni , che vi efercitavano quel me-
fiere , non ne avevano efperìmentato danno alcuno . D*
allora in qua cominciai a dubitare della proprietà, che fi
attribuire a quefti Ragni .Ghechenefia e fi non fi vedono
che ne' campi fuddetti , e in quel tempo determinato,
ferchè fui principio di Eebbrajo colla rugiada , che alUra
è più copwfa in quelle parti , tutti muojono .
1
1
)(*o)(
■nmanBHD
tradc vicine . La quantità di materie folfate , che fi
raduna in sì fatte caverne, e che fpira per tante*
bocche , è la forgentc inefaufla de* terremoti , che
talvolta cfperimenta quello Paefe , avvegnaché effi
non fieno così improvifì , come il fentono altrove ,
poiché principiando fenza la violenza , che poi ac-
quiftano , permettono agli abitanti di fcappare da' lo-
ro tetti, e falvarfi. I Vulcani medefimi , per dove
fi fventa una gran parte di quelle terribili mine, for-
fè ne rallentano in qualche maniera la prontezza, o
celerità degli effetti .
XII. In compenfazione di quello male palfeg-
giere, che caufano gli Andes vi prefentano delle co-
modità vantaggiofe . V elevazione delle loro cime
fempre coperte di neve reca alla villa un gran piace-
re. Le loro falde fono rivenite di bei cipretfì , lau-
ri , cedri , e d* altri legni /limabili ; nelle valli al-
berga una gran multitudine di uccelli , e di animali,
che nelP inverno, fuggendo dalle nevi, fi fpargono
per tutto il Regno : le loro vifeere abbondano ài ric-
che vene d* oro , d' argento , di rame , di diafpri ,
di criftalli, e di parecchj altri minerali utili (i) . Ma
fo-
fi) / monti piti alti del Chìlc tra, quelli ^chteom-
ptngono gli Andes , fono il Manflas a gr. 18- 30 ; Il
Tnpungato * jr. 33 - 40 : J/ Defcabezado , $ Decapita
té.
1
X i i X
( t
iopra tutto dalle radici ài quella montagna nafcono
più di cento venti grotti Fiumi, i quali , diramando-
fi per tutto il Paefe, vi portano V allegrezza, e la
fecondità. Tutte quelle acque, effendo le campagne,
che bagnano, inclinate verfo il Mare, corrono per
lo più nella Superficie della terra , e facilmente, co-
me abbiamo detto pocanzi , fi conducono dove fono
neceffarie (i) . Né è da temer!?, che quelli fiumi per
ja copia di acqua , che fé n' eltrae , vengano a man-
care , perchè nel tempo appunto , che più fé n' ab-
bisogna , cioè nella State, divengono più groffi, li-
quefacendoli allora per via del caldo la gran neve ,
che cade nell' Inverno fugll Andes, dove tutti han-
B x no
té , a gr. 35 : quello di Longavì a gr. 35 - 15 ; quel di
Chillan agr. 36. quel dì Guannauca a gr. 41 - 8 . jfrcl
quelli poi che fi trovano nelle pianure t più riga ar 'devo-
li fono il Mente della- Campana a gr* 33. Upo a gr. 3 j.
15 ; Cajumangue a gr. 56 . Il Monte di Villaricca a
gr. 39-30- §
(1] I Fiumi pei , che bagnano , e fecondano mara-
viglio firn ente il Paefe tutto dalla parte Occidentale , fo-
rno molti/fimi , e tutti fcendono dalla catena delle Andi
td hanno il corfo da Levante a Ponente , fcarìcandofi nel
Mar Pacìfico . V amenità delle loro rive tutte coperte
di begli alberi , che mai non perdono il verde , e la de-
licatezza , t frigidezza delle loro criflallìne f argenti fan-
no un Paefe il più deliziofo del Mondo . Le acque così mi-
nerali 5 come Termali concorrono alla falute degli abitan-
ti . Ciò Domenico Coletti v. Chi le .
'»
>
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ì
«BMC— iBBB BaBBBBBWWi'liHHii il ■ ,« n ^^i^mmmmmmammmmmmmmmammmm
no la loro forgente . Tra quefti fiumi fono naviga-
bili da groHI battimenti il Manie , il Biobìo , ( eh* e
largo due miglia), Cauteri, Tolteti , Valdivia, Cbaì-
vì(ty e Ri$-bueno (i) *
XIII. Il Chilc pure ha i fuoi laghi , i più ri-
marchevoli de* quali fono quei di Pudaguel , Aculei* ,
Taguatagua , Bucalemu , Caguil, Bojeruca , Cucii ,
Lavquen , e Naguelguapi . Il Lago Lavquen , che da-
gli Spagnuoli vien chiamato di Villarica , ha 24. le-
ghe di circuito, e nel di lui centro fi vede un* Ifo-
Ietta con una bella collina , che s' erge a maniera
di cono. Quello di Naguelguapi n* è poco inferio-
re , ed abbraccia ancora un' altra Ifola . Entrambi
formano due grandi fiumi; il primo quel di Tolteti ,
che imbocca nel Mar del Sud 5 e 1* altro quel di Ka-
guelguapi, che va a terminare nel Mar del Nord .
Altri laghi fono più piccoli di queiti . Avvi anco-
ra un gran numero di fontane , e di bagni utili per
curare diverfe malattie .
XIV.
(1) Gli altri fiumi più rimarchevoli da Tramontana a
Mezzodì fono il Salado , Copiapò , Guafco , Coquimbo ,
Tong$i , Lìmarì , Chuapa , Lengotoma , tigna , Aconca-
gua , Mapochb , Maipo 9 Cachapoal Rioclarillo , Tinguì-
ririca , Teno , Lontue , Rioclaro , Loncomilla , Acbiguen*9
Longavì , Nuble , Cato 5 Chillan , Dìguillin 3 Danical-
quin j Itata , Laxa , Duqueco , Vergar a> CuratftVft , Leu*
vu , Ralemu 3 Menili n 3 Queule 5 Maullin .
)(!* X
XIV. te Campagne , ed i Monti di quefto Re-
gno abbondano di pafture eccellenti pel nodrìmento
degli animali, le quali fi confervano la maggior par-
te del? anno verdi , e frefche . Quindi la carne del
beftiame domeftico , che vi rimane anche nelle Inver-
nate a cielo fcoperto , è di buon fapore . Vi fi truo-
uano quafi tutte le piante felvatiche dell' Europa , e
molte ancora di quelle , che qua fi coltivano , vi fo-
no felvatiche , come farebbero P erbamedica , il car-
do, il lupino, P appio, la borraggine, la menta.*
Romana , il finocchio , la moftarda , le rape , e pa-
recchie altre . Vi fi vede inoltre una gran quantità
d' altre proprie del Paefe, tra le quali fono nota-
bili P Erba del Sale , il Maìii, o pianta dell' olio,
il ? angue , il Culli, la Papa , il Zapallo , la Quinua,
il Tahacc9 della terra , il Relvun , il Quinchamali , il
Cuadalaguen , P Erba-loca , e la Tembladerilla .
XV. V Erba del Sale nafce nelle pianure, e s*
erge fin all' altezza di un piede incirca; le fuc fo-
glie fono cenerognole , e fimili a quelle del bafilico*
Quefta pianta fi cuopre tutt' i giorni nella fiate di gru-
mi di fale rotondi, che fembrano perle, i quali vengo-
no raccolti da' Contadini, fcuotendone le foglie , e ado-
perati come il fale ordinario fanno un bel fapore (x)*
B 3 II
(i) In alcune delle Valli del Continente , e nelV If$l*
dì Chìht fi truova in certi tempi dell' anno la Manna »
4 *,£. • *-*•'- iW**^*^ *
-'gjygisag
>
II
)(m)(
Il Madi , pianta annuale , fi divide in coltivato , ed
in felvatico . Il Madi coltivato dalla fu a radice EU
brofa pullula parecchj tronchi alti tre in quattro pie-
di, vellofi, cannellati, rivediti di foglie bislunghe,
pelofe come i tronchi, vifeofe e brunette; ì fiori,
che nafeono fulla cima de' furti , dìvifi in quattro, o
cinque ramicelli fono gialli , e formati a maniera di
rofa. A coretti fiori fuccedono certe tette rotonde,
aventi un pollice di diametro , divife in molti boc-
civoli , entro i quali fi trovano parecchie femenze o
nericcie, o biancaftre, conrclfe da un lato , e coper-
te di una pellicola fottile . Quelle femenze pettate >
e mefTc a bollire rendono un olio da mangiare, gu-
ltofo , e niente inferiore a quel dell' uliva . Il Madi
felvatico , chiamato comunemente Mehfx , viene da
per tutto nei campi , e nei monti , e s' alza più del
coltivato , ma finora non fé ne fa ufo alcuno .
XVI. Il P angue , pianta vivace, ama i pantani,
ed i luoghi, ove non manca P acqua: anzi dove e-
gli fi vede, è un fegno che ve n' è qualche forgenfc
occulta. La fua radice, che fi fpande fotto il ter-
reno uno, o due piedi all' intorno, è bruna , pefan-
te , fcabra, di nn fapore acre , ed attingente : Que-
lla radice caccia fuori tre,o quattro gambi alti cin^
que piedi incirca, e talvolta più fecondo la qualità
del terreno, grofli quattro, o cinque pollici, rive-
ttiti
ìSmHHI
)(M)C
Aiti di una fcorza afpra 9 pclofa, e grigia, contenenti
una polpa bianca , addetta , e piena d' un fugo gra-
to , e rinfrefeante . I vecchj hanno la polpa traver-
sata da fili fonili, e difficili da rompere. Le foglie,
che nafeono folamente nella fommità de? gambi 3 fo-
no di un verde carico , dure , vellofe , trinciate , ed
hanno più di tre piedi di diametro . La radice del
Txnguc è ottima per acconciare ogni forta di pelli 5
e per quefto motivo fé ne fa un confidérabilc corn»
mercio . Quc* che la pefìano , non poffono reggere
al lavoro più di un' ora a cagione della fortezza del
fuo odore . Ella mefTa in infufionc fa un inchiostro ec-
cellente da fcrivere . I calzolai ne fanno ancora le
loro forme , che fono di lunga durata . Ne* luoghi fab-
biofi , ed umidi crefee un' altra fpecie di quefta pi-
anta chiamata Dìn&ch* , il cui gambo non viene mal
fuori della Terra : foltanto fé ne vede un fiocco ài
foglie fìmili in tutto a quelle della prima fpecie , ma
picciole affai; quefto gambo è groflb quanto un brac-
cio , alto più di un picce , tenero , e molto dilicato
al gufto .
XVII. Il Culli vien divifo in due fpecie 5 di cui
P una ha i fiori morelli , e V altra gialli . Il Culli
morello crefee fra i cefpugli , ne* fiti ombrofi , e
germina un tronco alto due piedi , fuccofo , e rin-
frefeante. Il giallo fi truova ordinariameate ne' luo-
8 4 gh:
■i
V-
BtMSSl!
ghi coltivati , e non è limile all' altro , che nel gii-
ito , e negli effetti della fua radice fibrofa efcono
parecchj tronchi diftefi a terra , corredati di foglie
piccole, verdi, e appuntate. Dell' uno, e dell'
altro pefiati fé ne fanno certe pafte, le quali {tem-
prate nelP acqua giovano affai nelle febbri ardenti,
e fi adoperano ancora per farne forbetti , e per tigne-
re in violetto , ed in giallo . La Papa , pomo di ter-
ra, ovvero battata ( fotto i quali diverfi nomi fi co-
nofee in Europa la radice , che nel Chile , dond' è
originaria, fi chiama folamente Papa ) viene al pre-
fente coltivata in molte Provincie dell' Europa . Nel
Chile crefee naturalmente ne' campi , ma il frutto, o
radice di quefte felvatiche è piccolo . Quelle che vi
fi coltivano riefeono aliai grolle, e fanno uno de'
principali alimenti degP Indiani . Tra più di trenta
fpecie , che fé ne distinguono , le più ricercate fono
quelle , che (i nominano cariche , le quali fono tur-
chiniccie , lunghe, e dolci. Il Signor di Bomarenel
fuo eccellente Dizionario di Storia Naturale racco-
manda la coltura delle pape , e infegna la maniera
di profittarne , ove le diftìngue bene col nome di po-
mi di terra dalle vere battate. ( Diz. di Stor. Nat»
v. Battate ) .
XVIII. Il Zapaìlo è una pianta fimile affatto a
quella della Zucca gialla da mangiare ; ma il {rutto
àif-
wmmmmmtmmmmm
)(i7)(
difFerenziafi da quello in certa mammella, con cui
d* ordinano vien terminata la fua punta , e nella^
polpa, eh' è confidente 5 farinofa, e dolce : mangia»
fi o arrofiito , o cotto . La Oumua , di cui fi ttuo
va una fpecie felvatica , e V altra coltivata , fuol ere-
feere all' altezza di un uomo , e le fue foglie raflb*
migliano a quelle della bieta t il fuo fiore è porpo-
rino , e la fua Temente è contenuta in fpighe ; Que*
fta Temente, eh' è lunga, e bianchiccia, fi mangia
come il rifo . Il tabacco , che vi fi chiama della ter*
r#, è fimile per la forma, e pel gufio al tabacco,
che fi coltiva in Europa , ma le fue foglie fono pie-
colirfime, di modo che fi vendono a mifura » Si tat-
to tabacco è più gagliar dodel comune , il perchè
quei, che ne fanno ufo, lo fogliono mefehiare coir
altro , affine d* attemperarne la forza . Il tabacco or-
dinario vi nafee ancora fpontaneamente , e coltivato
diventa così buono , come quello del Brafìle . Il Re/-
vun^ pianta vivace, crefee per lo più ne* campi fab-
biofi tra i cefpugli : la fua radice è rodicela , fibre*
fa lunga fei in fette pollici j e groffa proporzionai*
mente ; ella pullula uno , o più tronchi all' altezza
di un piede, rotondi ,e rivettiti di foglie bruniccie,
e firette . Cotefta radice fi adopera per tignere iju
roflb ogni forta di lana , e il fuo colore , eh' è vi*
vo, fi conferva quanto la roba , che lo riceve; quin-
di
4
L
ì
x»«x
di da' Contadini vien raccolta con attenzione t e ven*
duta in mazzetti.
XIX. Il QuìnchamaU nafee ordinariamente nel-
le falde delle colline appiè degli arbufti . La fua ra-
dice è lunga , verdognola , corredata di molte fibre
fottili, e germoglia tre, o quattro rami diftefi fui
terreno, ornati di foglie piccole, verdi , e dìfpofte
a due a due. Dalle cime d* ognun di quelli rami
sboccia un fiore fimile a quello del zafferano . Si fat-
ta pianta prefa in decozione colla fua radice è effi-
cace per efpellere il fanguc interiormente fviato per
qualche colpo, o contusione, che s* abbia ricevuta.
V effetto, come cofta da replicate efpericnze, fegue
inftantaneamente, rimanendo l'ammalato libero da
quel fangue nocivo. Il Guadalaguen detto dagli Spa-
gnuoli Erba di Santa Giovanna s' incontra nei mede-
lìmi luoghi, che il QuìnchamaU: Queir* erba è S&
fai piccola: le fue foglie vanno coperte di una la*
nuggine bianchiccia ; il fuo fiore è grande , e bian-
co : Ella fatta bollire tutta intera con un po' di fa-
le in un vafo di terra nuovo , e prefa a maniera di
fcìloppo la mattina , fcaccia le pofteme interiori , le
Indigeftioni , ed anche il fangue corrotto.
XX. I ' Erba-loca , o fia Matta , è chiamata co-
sì dagli Spagnuoll, perchè i cavalli, che ne man-
giano cafualmcnte, diventano furiofi, e corrono co-
me
*m
X 19 X
me I matti qua, e là, fenza fermarli in neitun luo*
no, finché fi evapora del tutto quella fpecie dì ve-
leno i che hanno ingojato . Quefta pianta , eh' è an«
nuale , nafee nelle praterie , donde viene diligente-
mente fradicata, pel danno, che arreca al beftiame.
Illa fi compone di molti tronchi angulofi , e alti due
piedi incirca : le fu e foglie difpoite a due a due fo-
no lunghe , ftrette , e cenerognole . La TembUderillx
è un' altra erba, che fa tremar i Cavalli, allorché
incautamente la trangugiano tra il pafcolo . Ella a-
ma i luoghi umidi, e i fuoi rami, che ferpeggiano
per terra , portano verfo la loro cima una fpiga di
fiori turchini. I* effetto Mi quefta pianta è più. per-
manente di quello dell' Erba-loca, ma né 1' uno, né
1' altro è mortale.
XXI. Nelle rupi del Mar Chileno fotto l'acqua
crefee un' erba detta Luche , le di cui foglie fono bis-
lunghe , lifeie , e brunette; i Naturali del Paefe le man-
giano fritte , o lelTate . Vi nafee ancora un* altra pi*
anta, chiamata Cochajuju , la quale da un fufte gial-
lognolo, che fi radica fra le flerTe roccie, caccia del-
le foglie lunghe più di fei piedi, larghe quattro o
cinque pollici , grolle , fpugnofe , Coperte di uria pel-
licola nericcia . Quelle foglie , che fembrano altre»*
tante ftrifeie di cuojo, abbruftolite prima al fuoco,
dove feoppiano con uno fìrepito fimile a quello d*
*
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X 20 )(
una fchioppcttata , e poi condite di varie maniere fi
mangiano come quelle del Luche maffime ne' gior-
ni di magro . Oltre a quefte piante vi fi trova-
no molte altre vulnerarie , antifeorbutiche , feb-
brifughe, fudorifiche, diuretiche &c. , le quali fi
adoperano con fucceffo dagl' Indiani , che fono
eccellenti Empirici, e conofeono le virtù di una_>
infinità d' erbe, col mezzo delle quali fanno talvol-
ta delle curazioni forprendenti . Quefli medefimi In-
diani danno alle loro tele quafi tutti i colori , che
conofeiamo , con diverfe radici , e piante , che_#
V efperienza, o piutoflo la neceffità loro ha infe-
gnato (1).
XXII. Dagli Spagnuoli vi fono flati introdot-
ti tutti gli Ortaggi dell* Europa, Ì quali vi riefeono,
come fé fofiero nel loro Paefe natio. Vi fi trafpor-
tarono ancora i fiori , che qua C\ coltivano ne* giar-
dini, i quali pure vengono così belli, e odorofi, co-
me in quefte parti . Ma oltre a quefii foreflieri , in
quelle campagne s' incontra una sì gran varietà di
fiori grandi, piccoli, di diverfi colori, e molti di
una fragranza deliziofa, che quello Paefe, fpecial-
mente nella Primavera , fembra piutoflo un giardino ,
che
Ci) V erbe odoro/e , e medicinali fono fingo! ari , come
pure i balfami , che fintano da molti Meri ne1 ho/chi. Gio.
Domenico Coletti v* Qhile .
X * oc
che un campo incolto (i) . Quafi tutti i fiori , che
qua vengono coltivati, là fi trovano ne' prati con^
qualche piccola differenza o nel fogliame, o nell'o*
dorè, che a molti di loro manca. Vi fi vedono de*
gigli bianchi , rcfll , gialli , turchini , e punteggiati
di vari calori. Quando principiano a fpuntar V er~
be , nafce da per tutto infieme con efTe un fiorelli-
no giallo di color d' oro chiamato delle Pernici, poi-
ché effe ne fono affai ghiotte , il quale fa rifaltar
più la nafcente verdura della terra . Vi crefcc anco-
ra un' altro violetto , che fi adopera per colorire IL
rofolj . Mettefi uno folo di quefti , che fono molto
piccoli , in un fiafco d' acqua vite, e fubito fé ne veg-
gono ufcire certe particelle coloranti , che vanno per-
fettamente tignendo tutta la quantità del liquore,
che ù contiene nel fiafco.
XXIII. Il Chile non è meno fecondo di arbu-
fti , che di piante , i quali , eccettuatone il Mirto , e
la Salvia , fono tutti differenti da quefti d* Europa.
Ve ne fono molti ftimabili cosi per la fragranza, e
bellezza de* loro fiori , come per le altre utilità, che
ne cavano quegli abitanti . I più fingolari tra quei,
che fi conofcono, fono ls Arhofcello dell' Incenfo 9
la
[i) I fiori vi fono d* ogni ftagìone , e le più beliti
Rofe dell' Europa qui nafcono nei c*mpi , e nelle fendici
amene de Colli . G;#. Dom* Coletti ibidem •
X")(
la €hìlca , la Jarilla , il Qollìguai , la Marti Ila , il Cxr-
dùn , il Romerillc , il Guaicuru , il QuUn , e il Pai-
qui.
XXIV. L' arbofccllo dell' Incenfo nafce nelle
Jrovincie Settentrionali dei Regno . Egli s' erge da
terra tre , o quattro piedi : le lue foglie fono lun-
ghe j circa quattro pollici , larghe due in tre , gial-
liccie , groife, e rigide: i fu©i fiori piccoli, e gial-
li. Durante la State fuda da per fé abbondantemen-
te la preziofa gomma, che chiamiamo incenfo , iru
piccoli grumi, o globetti, i quali fi vanno adunan-
do lungo i rami, e il tronco , donde poi vengono
raccolti , allorché cominciano a cadérne le foglie .
Quefl* incenfo, fé pur non viene dal medefimo ar-
bufto , è così buono , come quello che {[ porta dall'
Oriente.
XXV. La Chilca crefce lungo le rive de' fiumi,
e de' rufcelli , e s' innalza da tei in fette piedi . Ella
lì divide in molti tronchi diritti , i quali vanno rive-
diti di una fcorza di un verde fcuro , e di foglie lun-
ghe , «rette , e verdognole . Queflo arbufcolo trafu-
da ancora da tutti i fuoi rami una ragia aromatica?
la quale prima è bianca , e poi diventa gialliccia . I
terrazzani, per approfittarne più, fan bollire i rami
colle loro foglie , il che comunica alla refina un co-
lor brunazzo. Si offerva che la Cbilca piccola, che na-
fce
i^iSSHfi
X*j)C
ice nei luoghi falfugginofi , è quella che fa più re-
fina. Onde nelle contrade, che s* accoftano al Tro-
pico , è dov' ella rende vantaggiofamente . Vi fi tro-
va ancora un' altro arbofcello detto Pajaro-bobo , dal
quale fcola qualche cofa di refìna . Lo iteiTonelCw-
jr> ne produce in quantità, e la Chìlca, che vi è pu-
re comune , ne fa aitai poco .
XXVI. La JarilU fi eleva all' altezza di fei pie-
di incirca: il fuo fufto è alquanto grigio , rame io, e
verfo la cima fi cuopre di fogliuzze fottili, ftrette,
trinciate , e di un verde allegro . Egli è tutto refi-
nofo , balfamico , e fpira una fragranza grata . Le Aie
foglie prefe a guifa di Tè liberano dalle putrefazio-
ni interne , {temperate nello fpirito di vino , ed ef-
pofte al Sole per venti giorni danno un balfamo ec-
cellente per le ferite recenti : ben peftate , ed appli-
cate calde fanano in poco ten.po qualunque contu-
sone : giovano anche nella fordezza , e corruzione
delle orecchie , e negli accidenti apopletici, pre-
parate nella maniera feguente : In una porzione di
olio d' oliva s' infonde il doppio di cotefte foglie,
e fi lafcia al Sole per dieci giorni di feguito : indi
tutto quefto mifcuglio fi fa bollire , finché fé n* e-
vapori T umidità , che refta , e poi fi conferva in u-
na boccia ben turata per applicarlo„quando lo richie-
da il bifogno .
XXVII.
<
7
)(M)(
I
XXVII. Il Colliquai è comune in tutto il Re-
gno, e viene così fu i monti, come nelle pianure :
le lue foglie fono fimili a quelle della porcellana per
la figura, di un verde pallido, dure , e fi conferva-
no anche durante V inverno » Il fuo frutto è trian-
golare , confidente , e grande quanto una noccivola,
e rinchiude tre tementi brunette, che raffomigliano
nella conformazione ai ceci . Quello frutto , allorché
arriva alla fua perfetta maturità , fcrepola , e lafcia
frappare le femenze con violenza . La radice , ed il
tronco di quefto arbofcello fono d' un color roflb-
feuro, e bruciati efalano un odore foaviflìmo cornea
quel della rofa , ma più vivo , e penetrante . Lai
Muntila nafee nelle contrade marittime , e non ha
d' altezza che tre, o quattro piedi; le fue foglie
fono fimili a quelle del boflblo, e i fuoi rami fi ca-
ricano di un frutto , o bacca maggiore di quelle del
mirto , la quale pel colore , e per la figura s* affo-
miglia alle melogranate ; quefta bacca è odorofa ,
e fé ne fa un vino dilicato , durevole , e ftoma-
cale .
XXVIII. Il Cardon ama per lo più i luoghi a-
ridi, ed ha due forte dì tronchi , gli uni grotti come
la cofeia di un uomo , tortuofi , e che s* alzano po-
co da terra, e gli altri diritti , groffi diametralmen-
te quattro, o cinque pollici , e alti cinque in tei pie-
di.
jÈmmmmmmmJmjL.
X 25 )(
di . I primi vanno rivettiti di fquame graffe due li*
nee, o più, fpugnofe, incapate le une nelle altre,
e roffigne : fiffatte fquame s' abbruciano nella fiate
a* raggi folari , e divengono nere come il car-
bone . Le foglie , che nafeono all' intorno di quefti
tronchi , fono lunghe tre piedi incirca , larghe due,
0 tre pollici; dure, cenveffe, appuntate, e corre-
date ne' loro orli di fpini ricurvati come un amo .
1 tronchi diritti , che s' innalzano dal mezzo degli
altri , fono duri al di fuori , e pieni al di dentro di
una fottanza fpugnofa, come quella della corteccia-,
del fugherò , in vece di cui viene adoperata . Que-
lli tronchi nella loro fommità vanno terminati da_*
una gran tetta fimile a quella del Carciofo, la qua-
le nella Primavera caccia fuori un fiore giallo, gran-
de , e compofto di otto , o dieci petali , e va piena
di una midolla bianchiccia , grata al gutto , e Pil-
lante un mele gradito •
XXIX. Il Romerìllo fi rafTomiglia di molto al
rofmarino d' Europa, che là viene eziandio coltiva-
lo • e per quefto motivo ebbe il nome , che porta ,
dagli Spagnuoli . Egli crefee comunemente nelle ter-
re fabblofe , dove s* erge affai alto , I fuoi rami pro-
ducono nelle loro cime delle noccivole compofle di
una fchiuma bianca , balfamica , entro alla quale s'
incontra un olio chiaro , e odorifero , di cui finora
C non
ii
.
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)( * X
ira «iWfciiaiBg
non fi fa ufo . Il legno di qucflo arbufcolo , ficcome
ragiofo, vicn preferito a tutti gli altri per 1' attivi-
tà della fua fiamma nelle fonderie del rame . Il Guaì-
curù nafce nelle Provincie Settentrionali del Regno,
e non s* erge più di due piedi .- le fue foglie raffo-
migliano a quelle del mirto : la fua radice , eh' è
ro/ficcia j peftata , e applicata fopra le ferite , o pla-
ghe , per grandi, eh* elleno fiano, le fana talmen-
te nello fpazio di 24. ore, che appena ne retta il
fegn©.- Quefta efficace virtù è fiata comprovata di-
verte volte da perfone giudiziofe , e gì" Indiani, fic-
come fono fprovveduti di Chirurgi, fé ne fervono
con fucceflo nelle loro guerre , e fempre ne porta-
no feco loro una , o due di quefte radici .
XXX. Il Culèn s' incontra in tutto il Chile , e
ricerca d' ordinario le terre graffe , ed umide , dove
fuol* elevarfi a un* altezza confiderabile s Se ne di-
flinguono due fpecie, cioè il verde, e il giallo . Il
verde è più comune , e già è fiato trafportato in I-
talia , ove alligna ottimamente . Le fue foglie , di
cui fi fpoglia nel!' Inverno , fono di un verde luci-
do , odorifere , attaccate a tre a tre a unfolo gam»
betto , e fimili per la figura al bafilico ordinario, il
che fece agli Spagnuoli dargli il nome d' albaquilla.
Dalle afcelle di quefte foglie nafeono i fiori in for-
ma di fpiga , che fono turchinicci 3 a1 quali fuccedo-
itti mi ininpii\iiww ^-mamam- ■ v
■)(*7)(
no i frutti , o le Temenze , che raflbmigliano a unu
fagiolo piccolo . Il Culìn giallo non differenziafi dal
precedente, che nel colore, e nella fottigliezza del-
le Aie foglie , le quali fono gialligne , e talmente^
crefpe , che avviluppandoli in tutti i verfi formano
nella cima del Toro furto un globo viftofo , avente
dì diametro più di un piede, e sì pefante , che lo
h incurvare in giù. QueSH arbufcelli hanno tutte le
proprietà del Tè Chinefe; le loro foglie prefib a_
poco hanno Io Stello gufto , e la ftefla fragranza , e
fi adoperano in bevanda appunto come quelle del Tè.
Effe fono Somatiche, facilitano la digestione, fgra-
van® Io ftomaco , e liberano dalle ostruzioni : fono
anche vulnerarie , e s* applicano felicemente fopra_,
le ferite. Tutte le parti del Culìn hanno le medesi-
me virtù . La feorza ftemperata eon un pò di falc»
icaccia fuori le mdigefticni inveterate, che non ce-
dono alla virtù fola delle foglie. JLa cenere del fu©
tronco prefa interiormente libera dalle oppilazioni ,
e purgazioni. Gì' Indiani m fomma fono tanto por»
tati per queflo arbufcolo , che lo applicano quali ad
ogni forta di malattie m affini e interiori , e molte^
volte eon buona riufeita.
XXXI. Il Palquì è Simile al fambuco ; le fue_#
foglie, e le fue bacche, non pertanto, fono più lun-
ghe . Egli è il miglior rimedio 3 che vi Si conofea >
C % con»
•/*
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)(*»)(
contro le febbri ardenti. Se ne fpreme il fugo delle
f glie, e della corteccia, e fi dà agli ammalati a-
bere * Quefta bevanda è fommamente rinfrefeante .
I Paefani dicono , che le foglie dei Palquì fono un
veleno fi funefto per le vacche, che quando effe le
mangiano tra le altre erbe , muojono in poche ore.
Qucfta proprietà, che mi fembra incredibile, s' op-
pone alla virtù certa , e collante , che il fugo di fif-
fatte foglie ha in prò del corpo umano . In una del-
le Ifole di Gio. Fernandes nafee l* arbufcello del
Tepe. Il Guajacano, dette dagl'Italiani legno-Sante,
fi truova nelle parti Boreali del Regno . La Sena
Orientale ancora s* incentra verfo le forgenti del
fiume Maìpo .
XXXII. Aggiugneremo alla claffe degli Arbufti
la CannaChìlena , e il Boqui fpecie particolare di
vinco . La canna ChìUna fi divide in tre fpecie ; la
prima fi chiama Coleu , la feconda Ktla, e la terza
Coleu , o canna dì VaUlvìa , perchè crefee nel ter-
ritorio di quella Piazza . Tutte quefte fpecie fono fo»
des e vanno interiormente ripiene di una foftanza_
legnofa, nel che fi differenziano effenzialmente dal-
le canne ordinarie d' Europa, che ivi ancora fi col*
tivano . Il Coleu s* innalza infino a quindici , o fc-
dici piedi ; la fua feorza è dura , lifeia , e giallo-
gnoU : i fuoi nodi fono dittanti tra loro due fpanne
jì9BM^S5mN$bM9HHMÌ
X 29 X
incirca: le foglie , che nafcono folamente nella fom-
mltà del tronco divife In parecchi rumufcoli , fono
lunghe , e ftrette , e fimili a quelle della gramigna.
La fua groffezza è quanto quella della canna d' Eu-
ropa . La Kila è tre o quattro volte più grofla del
Coleu , a cui per altro raffomiglia in tutto . La $*««?
na dì Valdìvta è di un giallo aranciato , ed ha i no-
di vicini ¥ uno all' altro . Cotefte canne fommini-
ftrano a1 Nazionali molte utilità. Il Coleu ferve is**
vece d* affi per coprire i tetti delle cafe , dove, pur-
ché non vada efpofto ali* umidità, fi mantiene in-
corrotto . La KÌU fornifce gli Spagnuoli , e gì' In-
diani di afte per le loro lancie, e picche . La c*nn$
di Valdìvi* s* impiega in baftoni da mano , che fo-
no flimati .
XXXIII* Il Boqul nafce nelte bofcaglie più om-
brofe, ed umide, ove ferpeggiando intorno agliai-
beri , ne monta fino ai rami più alti ,• indi ricader
perpendicolarmente , e vi ritorna di nuovo afcenden-
do , e difendendo alternativamente . Siffatto legac-
cio'è un filo per lo più fottile, fleffibile , e duro
che non fi rompe, fé non vien tagliato con ferro,
Le fue foglie, che nafcono feparate le une dallo»
altre più di tre piedi, fono più lunghe di quelle dell'
edera, di un verde carico, lifcie, e fraftagliate in
tre parti. I frutti, che pendono dalle afcelle delle
.
X 3°X
iaBpMB«ÌMM«BMMBMÌ|M i l ■uwn— inni ttmtH Mi
foglie , fono certi baccelli brunetti , quando fono a-
cerbi , e gialli allorché vengono a maturarfi , lunghi-
cinque ;n r<H pollici , groifi uno ■ e mezzo , conte-
nenti una polpa bianca , burrofa , e grata al guflo ,
dove fi trovano tre , o quattro femenze limili in un-
to a quelle del cotone. Quello filo ipogliato nel
fuoco della lua fcorza diventa più pieehevole , e fé
ne fanno delle corde affai buone . Adoperali ancora
in altri ufi domeftici , come in far celle , ed allac-
ciare le palizzate, dove fi conferva bene anche fott'
acqua per molti anni . Vi fi veggono inoltre molte
fpecie di edere differenti da quelle di qua , e alcu-
ne di una bellézza Angolare, o per la flruttura del-
le loro foglie, o per la forma, e fragranza de' lo-
ro fiori . Quello Regno eziandio abbonda di molte
forte di giunchi, tra i quali è notabile quello che
vi fi chiama Totóra- Egli è affai alto , e fempre tri-
angolare. Gì* Indiani cuoprono con effo le loro ca-
panne, sì perchè dura più degli altri, come ancora
perché il fuoco vi fi attacca difficilmente , e non fa
fiamma , né i rapidi progrefiì , che fuol fare nelle
altre fpecie di ftrami .
XXXIV. Il Chile è pieno di bofeaglie prlnci.
palmente tra i gr. 33, e 4J , dove s' ammira una
gran varietà di alberi , di cui la maggior parte non
perde mai il verde delle proprie foglie » Tutti que,
ili
X 3 OC
ftì alberi felvatici, eccetto il Gelfo, il Cipreffò, il Lauro,
e il Salice, che né pur è del tutto fimile, fono diverfi da
quefti d' Europa . Effi fi dividono in due clafiì. La pri-
ma comprende quegli alberi , che nell* Inverno fi
fpogliano delle loro fendi, e la feconda quelli, che
le confervano in tutte le ftagìoni dell'anno . Le fpe-
cie de' primi , per quanto potei oflervare , arrivano
a 13., e quelle de' fecondi a 74 . I piùriguardevo-
li tra quei della prima claffe fono il KllUì , lo $?'/-
no, il Roble, e il Matite •
XXXV» Il Milla* ama i luoghi montuofi. Lc~*
foe foglie raflbmigliano a quelle della quercia pel
colore , e per V afprezza , ma fono meno fraftaglia-
te: I callosi , dove vanno inchiufe quattro, o cin-
que femenze piccole , fono iellati • Il fuo legno è
roffigno , duro , e mai fi fpacca , quindi i Contadini
ne fanno le loro tfaffe . Ma la parte più preziofa di
quello albero è la corteccia , la quale ammaccata, e
fternperata in acqua ferve di fapone,nè fàpiùfchiu-
ma , leva bene le macchie , e pulifce ottimamente o-
gnl forra di pannilani , 0 lini . Lo Spino detto così
dagli Spagnuoli per la quantità di fpini , che porta,
▼iene da per tutto . Egli s' innalza molto , maffime
nelle terre graffe* Il fuo tronco, eh' è bruniccio ,
marmorato , pefante , e duriflimo , va rivestito di u„
sa feorza fimik a quella del gelfo » Le fue foglie
C 4 fon©
4
%
v.
. -- -r-'-W-
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jpesasggss • • V/rUBE*-"?
fono piodoliillme , frattagliate , di un verde chiare*
e unite parecchie affieni e. I fuoi fiori , di cui fi cuo-
prcno interamente i rami , raffomigliano a un bot-
tone di feta gialla , e fpirano un odore aromatico ,
onde vengono chiamati aromatt . A quefti fiori fucce-
dono dei baccelli lunghi un palmo , groifi come il
pollice, prima verdi, poi nericci , contenenti una mi-
dolla bianca , piena di fementi brune, di cui vanno
affai ghiotti i pappagalli . Il tronco dello Spino è la
legna ufuale del Paefe , il carbone, che fé ne fa, è
eccellente . I fiori vengono adoperati dalle Donne
per profumare i loro abiti , a' quali comunicano un
buon* odcre. I baccelli fanno un* inchiofiro affai ne-
ro da fcrivere .
XXXVI. Il Roble crefee nelle maremme, e
negli Andes, dove s' erge a una Apprendente altez-
za . Il fuo tronco è diritto , di un roffo-feuro, com-
patto , pefanre , e fi conferva intatto nell' acqua- *
Le fue foglie fono limili a quelle deli' olmo . Sopra
i rami teneri fi formano certe eferefeenze purpuree
piene di occhietti gialli, quafi rotonde, aventi quat-
tro in cinque pollici di diametro , e dolci , al dire
de' Contadini , i quali le mangiano con piacere . Il
legno di quello albero viene impiegato nella fabbrica
delle Cafe , e de' basimenti . Gli Spagnuoli gli die-
dero il nome di RQbk^ 0 rovore, forfè per la fu*
du*
•^MTiMigsaegtMHB
X 1 1 )(
ìm?
durezza , poi che egli per altro è molto diverfo dall*
àlbero , che fi conofce fotto queflo nome in Europa*
GÌ' Indiani lo chiamano Pelli n . Il Maque è di un' al*
tezza mezzana . Le fue foglie fono grandi , fibrofe 9
dentate , aventi la figura di usi cuore , e dolci • Le
frutte , che porta , fono fimili alle bacche del mir-
to , faporite , rinfrefcanti , e di un color violetto ca*
rico , che tigne le mani 3 e le labbra di quelli , che
le mangiano . Le foglie di quefto albero mafticat®
fono un rimedio efficaciffimo contro il male di gela*
XXXVII. Gli alberi della feconda claffe fi fud-
dividono in altri due ordini , vale a dire , in quel»
li , che non portano frutti buoni da mangiare , € in
quelli , che li portano . Tra i primi fono degni di
confiderazione il dartelo , V Alerte , il Maitìn , la^,
Fatagu* , il Temo , il Litre , il Bollen , e il Per qui»
lauquen. Tra i fecondi il Pino-Chìleno , la Palma 9
la Lucuma , V Avellano, il Keulc , il Peum§ , il Mei*
do y e il Kifco »
XXXVIII. Il Canelo fa cosi chiamato dagli ?p$-
gnuoli,' perchè s5 affomiglia in tutto all' albero, da
cui fi cava la cannella Orientale * Egli crefee d&#
fette in otto pertiche . Il fuo Legno ha il colore di
quello del faggio, e fi conferva bene negli edifizj.
La fua feorza , eh* è groffa , al di fuori è bianchic-
cia 3 e al di dentro fimile pel colore j e per la foi-
ma
- -
X34)C
ma alla Cannella , di cui ha pure V odore , e 11 gu.
fto, ma più forte, e piccante. Le lue foglie ratto-
migliano di molto a quelle del lauro : I fiori fono
piccoli , flettati , biancheggianti , con fei petali , e
difpofti in mazzetti nell* cflremità de' rami.Aque-
fli fiori fuccedono certe bacche ovali lunghe cinque
in fei linee, e di un azzurro che tira al nero. Io
mi perfuado, che quello albero, fé pur non è il ve-
ro albero della Cannella , almeno ne fia una fpecie
fubalterna , o la Cannella che incontrò Winter nel-
lo Stretto Magallanico . Il Cannello è preffo gl'In-
diani un albero facro , e relig/ofo . In tutte le loro
fefte , e cerimonie fempre fé ne offerva un ramo col-
locato in alto . Egli ancora|vien portato nelle mani
di quei che domandano, o fanno la pace in fegno
d* amicizia appunto come tra gli antichi qua fi por-
tava T oliva .
XXXIX. V Jlerze , fpecie dì cedro rotfb; na-
fte negli Andes tra i gr-4o,e 45- e nell' Ifola chi.
loe . Le fue foglie fono fimili z quelle del Cipref-
fo. Il fuo tronco è talmente graffo , e alto, che gì*
Indiani di Chiloe con cunei cavano da uno folo fet-
tecento in ottocento tavole lunghe diciotto piedi , e
larghe uno e mezzo. Se in vece del cuneo adope-
rane™ la fega , ne caverebbero molto più . Qwefte
tavole^ feno flimate così pel colore , che ì di un rof*
fo
mtommmm ,wwm . ^Kk^awigWW^
X SI X
fo {curo , come per là lofo foavità, € incoffuttibl-
lira. Negli fletti luoghi s' incontra ancora il cedro
bianco odorofo . Il Matte» è uno de* più begli al-
beri, che vi il veggono, il quale fuol elevarli infi-
no a quaranta piedi; il fuo legno è duro, unito ,
roffo variato dì giallo, il perchè viene impiegato il*
diverfi lavori curiofi . le fue foglie fono piccole f
dentate nei loro orli , di un bel verde lucido , e tan-
to folte j che le beftie fi ricoverano al di {otto quan-
do piove . Siffatte foglie vengono in tal gulfa ricer*
cate dalle vacche , che quefti animali abbandonano qua-
lunque altro pafcolo* allorché effe lof fono prefentate*
XL. La Patagua crefee lungo le rive de* fiumi,
e de' rivi , e in tutti i fiti umidi , dove s* innalzi
affai, e talvolta ingroffà di maniera , che quattro uo-
mini appena poffono abbracciare il fuo tronco *Il le*
gno n' è bianco , e di poca durazione , parficolar-
mente allorché va efpofto all' umidità , Le fue fo-
glie fono lunghe tre , o quattro pollici , un po' af-
pre, e di un verde brunetto. I fiori, di cui fi ca-
ricano tutti i fuoi ramufcoli, hanno la figura, il co-
lore , e la fragranza de' gigli , ma ne fono due ter*
zi piti piccoli , pendono in giù , e il loro odore è
tenue . Il Temo di cui fono note due fpecie , cioè il
bianco , e il giallo , viene dapertutto ; Il fuo tron-
co va rivefìito di uita feona giallognola, ma inte-
rior*»
.
-
'• „.
)( 3*X
riormentc è d' un grigio cenerognolo, duro, e affai
compatto , onde viene impiegato dai carrozzieri , €
dagli altri artefici, che richiedono del legname fodo,
e duro . Le fue foglie raffcmigliano pel colore , e per
la forma a quelle dell' arancio , ed hanno tutto V o-
dorè, e il gufto della noce mofeada « I fiori , che*
distinguono le due fpecie, fono negli uni bianchi, e
negli altri gialli, e fi compongono di molti filamenti
lunghi Vda quattro in cinque pollici . Quefti fiori fpi-
rano un* odore foaviffimo , che fi fa fentire alla di-
flanza di più di dugento paflì, allorché il vento fof-
fia da quella parte .
LXI. Il Lttre è di mediocre altezza, ma divie-
ne affai groffo . Il di lui legno è folido , e marmo-
rato di bruno , di giallo , e di verde . Le fue foglie
fono rotonde afpre , rare, e di un verde pallido .
V ombra ài quefV albero è nociva. Quelli che iran-
no , o paffano al di fotto de* fuoi rami , contraggo-
no dagli effluvj , che ne fortono , certe puftule rof-
figne , e morsicanti , le quali fubito fi manifefiano
per la faccia , e per le mani . Il Bolle» , e il Ttr-
qulUuquìn fono due alberi frondofi , ed alti , che po-
co fi differenziano fra loro , ed amano i luoghi mon-
tuofi . Il loro legno è un vero veleno . Non orlante
da' Nazionali viene Stimato erme un' eccellente pur-
gante in certe malattie ; ina fé ne dà agli ammala-
ti
)(37)(
ti una dofe piccioliffima , la quale è fufficiente per
farli evacuare per di fono , e pel vomito con gran
veemenza gli umori denfi , e qualunque altra oflru«
zione . Quando fé ne vuol fermare 1' effetto , bafta
prendere un bicchiere di acqua naturale . Le foglie^»
di quelli alberi fono fimili per la figura a quelle del
limone, ma il loro colore è più vivo, e fpezialmen*
te quelle del Bollir* fono di un verde lucido , e al-
legro . Nelle Ifole di Gio. Feraandes fi trovano le
tre fpecie di Sandalo finora conofeiute, cioè il bian-
co , il rodo, e il citrino. Queil* ultimo, che è tan-
to ricercato nella medicina , è al dire di un valen-
te Botanico Tedefco , migliore di quel, che fi por-
ta dall' Oriente. I monti interiori degli Andes, che
per la maggior parte fi mantengono tuttoi a inscctiH
fono pieni di bofehi immenfi , dove fi vedono mol*
te fpecie d* alberi , di cui non fappiamo ne pur %
nomi . Se ne incontrano quivi alcuni di una corpu-
lenza fmifuratà . Un Miffionante fece una Chiefa^ ,
lunga più di 60. piedi col legno di un folo albero,
che trovò nelle falde degli accennati monti , ca-
candone le travi , le affi , e tutto il legname necef-
fario per le porte , fineftre , altari 3 e Glie Confef-»
fionali-
XLII. Il Vino-Chìhno e uno de' più fingolari,e
f>iù vaghi alberi 3 che vi nafeono. Gli Spagnuoligli
éit-
1
)(3*)(
diedero qnefto nome impropriiflìmamente , perchè c-
gli non ha Còfa alcuna, che V affamigli al lino Eu-
rope© , che colà è flato ancora trafportato . Gì' In-
diani Jo chiamano Veguen . Egli viene naturalmente
«elle Provincie, che abitano gli Araucani , e colti*
vato nel reftante del Regno , ma ci vuole un tem-
po eonfiderabile , acciocché eflb acquiftì la fua gran-
dezza ordinaria , eh' è di più di cinquanta piedi •
Come va erefeendo , fi va fpogliando de' ramufcelli
baffi, e delle foglie, di cui mentre è piccolo, va
interamente coperto : arrivato all'altezza di due per-
tiche in circa, principia a germogliare i rami groifi,
i quali di quattro in quattro efc&no emoniamente
formando fra loro angoli retti . I quattro , che fuc-
Cedono più in su , fono più corti degli inferiori , e
così fuccefllvamente , di maniera che tutto V albero
diventa una piramide perfetta, Tutt: qiKfti rami ver*
(o la loro eftremità fi ripiegano in su , e da tutti i
loro lati buttano altri ramufcoli collocati parimenti
*d angoli retti. I\nto i rami maertrj , quanto gli
altri fecondar] 9 vanno totalmente rivediti di foglie,
Je quali ftanno come incaniate Ig une nelle altre.,
Quefte foglie fono Junghe più di un pollice , punti-
te, convefTe, lifeie, di un verde brillante, e tal*
mente dure , che fembrano di legno « I frutti fi tro»
imo xmhmfi in un globo legnofo della grandezza
» dei*
!
r "
X 39 X
della tefta di un uomo . Effi fono lunghi due polli-
ci incirca, conici, coperti di un gufeio fimileaquel
della caftagna , a cui pure raffomigliano un poco pel
gufto , e divifi fra loro per mezzo di una membra*
na fottile- Tai frutti fono affai foftanziofi , e gli A*
raucani non portano ordinariamente altra vettova-
glia nelle loro efpedizioni militari, che la farina di
quefti pinocchi • Gli Spagnuoli li mangiano cotti , &
arroftiti come le cafìagne.
XLIII. La Palma è fimile nel tronco , e nelle
foglie alle Palme, che fi veggono in Europa .1 frut-
ti per® ne fono molto differenti . I Terrazzani li
chiamano Coro, Elfi fon© rotondi, più groffi d' unaj»
noce comunale , ed hanno due gufei , il primo de*
quali è fpugnofo , e il fecondo legnofo , come quel-
lo delle noccivole, ma più duro. Entro queft* u/tU
mo gufeio vi è una mandorla parimente rotonda ,
bianca, e piacevole al guflo, la quale, effendo fre«
fca , contiene nel fuo centro un fucco latticinofo , e
rinfrefeante . Quefli Qochì ftanno attaccati firettamen-
te a quattro grappoli lunghi più di tre piedi , che
pendono dai quattro lati della Palma , i quali ,
quando principiano a fare i frutti, vengono co-
perti da una caffa ovale legnofa, grigia, e convef-
fa • Conforme i frutti vanno maturando , la cafla va
per fé fteffa aprendoli , e allorché diventano perfetv
tameo-
JM
\^-tìr-,wwraaa» '
X 40 X
tamente maturi, fi fpacca In due parti , che refr
tano pendenti dall' uno , e dall' altro lato de' grap-
poli . Ogni grappolo porta più di mille Cechi . I Na-
turali del Pacfe , oltre le confetture eccellenti , che
fanno con quelli frutti , ne traggono un olio fapori-
to , e dalle cime tenere delle Palme un mele più
guftofo di quello delle canne da Zucchero. Quelle
Jalme vi nafeono fpontaneamente , e fé ne veggono
de* bofehi interi . Nelle Provincie Settentrionali del
Hegno fi trova aaeora la palma dattilifera . Fra le
bofeaglie , che fi avvicinano al Mare , fi vede un»
altro albero fimile da lontano alla Palma , le di cui
foglie fono lunghe cinque in fei piedi , larghe due
palmi incirca, ricurvate in giù, lifeie , e di un ver.
de allegro. Il tronco n' è della groflezza della co-
feia di un uomo , e coperto di varie feorze fquamo*
fé . Dai quattro lati ancora di quello tronco , donde
riafeono le foglie , pendono altri quattro grappoli
carichi di granelli , che ralTomigliano in tutto all'u-
va nera . Io trovai queft' albero , ma come ignora-
va la qualità de5 fuoi frutti, non mi attentai a man-
giarne -
XLIV. la Lucum* crefee naturalmente nelle
Provincie Boreali del Chile , fpecialmente nel Ter-
ritorio di Coquimbo , onde vico detta Lucum* di
§o$uimbo , e fi coltiva nelle contrade, pia Auftrali.
EU'
X 4 i X
Eli' è fìmile di molto al lauro. Le fue frutte fono
della groffezza d' una pertica , e vanno coperte di
una buccia prima verdiccia, e poi brunetta variata
dì un pò di giallo. La loro polpa èbiancaftra, bur-
rofa , grata al gufto , e rinchiude due , o tre noc-
cioli duri, lifcj, di color roffo bruno, e lucidi.
Nelle felve s' incontrano molte altre fpecie di que-
lle lucume, le quali dilferenzianfì dalla precedente o
nelle foglie , o nel colore delle frutte . V Avellan%
s' affomiglia un poco ai Noccivoli d' Europa , e pe-
rò ebbe quello nome. Egli viene negli Andes , e
nelle contrade marittime. Le fu e foglie, fimili per
la figura a quelle del noccivolo , ne fono più grof-
f e , più lifeie , e più verdi. Le fue noccivole , che
nafeono in fili feparati , e fenza quel genere di feuf-
fia, che fi offerva nell' Europee , hanno il gufciefpu-
gnofo prima verde , poi roffo , indi nero , e fono
un pò maggiori di quelle di qua . La mandorla , o
fia il cibo, è a un di preffo lo fleffo .
XLV. Il Keule s' innalza più di 60. piedi: le
fue foglie fono più lunghe, e più larghe di una ma-
no, lifeie, tenere, e di un verdegaio brillante. I
frutti , di cui fi cuopre da per tutto , fono come quel*
le della Lucum* , ma più rotondi, e interamente
gialli, onde fra il verde delle foglie fanno una fi-
gura piacevole alla villa . La polpa di quelli frutti
D è biaa-
I
)(4»X
è bianchiccia, untuofa, e dolce. Il Peut»c ha le fo-
glie odorofe, grolle, di un verde carico, e fimili
nella conformazione , e grandezza a quelle del gel-
Io . I faoi frutti fono come Jè giuggiole f ma la Io.
ro buccia è per lo più'rofla, talvolta bianca, e tal
altra cenerognola . Tai frutti , che fono affai burro.
fi, e di buon fapore, fi mangiano cotti in acqua
tiepida. li loro nocciolo è fragile, e penato rende
un' olio buono , di cui finora non fi fa ufo . Il liUi
è un albero tutto aromatico.- Il legno , la fcorza ,
le foglie , e I, frutti tramandano un odore molto
grato .- le foglie fono grandi , bruniccie , afpre , e
vifcofe . Le frutte rotonde gialle , dolci , e più graf-
fe delle bacche del mirto. Il loro oflb , o nocciolo
è aflai duro, e impiegafi per fare delle corone, che
diventano belle coli' ufo . Le fcorze comunicano al-
le botti del vino una fragranza foave .
XLV. Il Klfeo , conofciuto fotto il nome di Gr-
«o Ferule nei Giardini Botanici , vi viene nel mon-
ti , e nei fiti pia aridi. Queft' albero va fempre pri-
vo di foglie , ma perchè fi conferva in tutte le fia-
gioni nel medefimo fiato , entra in quefta clafle . E-
gli vi s» alza piìi di venti piedi , e diventa molto
grofio . Il fuo tronco è dalla radice alla cima tutto
fcanalato , e guarnito di lunghi fpini , tra i quali s'
incontrano alcuni , che hanno di lunghezza più di u-
na
t \
)(43)(
na fpanna . Siffatti {pini fembrano dì offo, e nafcono
parecchi afileme in forma di ftella . La corteccia del
tronco è di un bel color verde , tenera , lifeia , e
cuopre una foftanza bianca, morbida, e fuccofa , in
mezzo alla quale trovafi un corpo legnofo duro , e
corabHftibile come le torcie , che fi fanno di Pino m
Il fuo fiore è fenza odore, comporto di molti peta-
li lunghi circa due pollici, tinti di colore purpureo
chiaro nella loro eftremità . A quefto flore fuccede un
frutto rotondo, grande come una mela, dolce, vi-
feofo, pieno di un' infinità di Temenze nere, e co-
perto di una membrana vellofa . La foftanza bianca,
o polpa del tronco conviene negli ardori , e dolori
delle fpalle . Quefta polpa , tuttoché lì Kìfco nafea ,
come fi è detto , ne' luoghi più fecchi , va talmente
ripiena di fugo , che foracchiata con un baffone ne
getta una gran copia fino alla diftanza d'i tre , o quat-
tro piedi. Vi fi trovano inoltre alcune fpecie di Car-
rubi , i quali fi differenziano tra loro nella figura
lunghezza, o larghezza delle loro filique .
XLVII. Allignano ottimamente In quefto Re-
gno gli alberi pomiferi dell' Europa , come farebbe-
ro Meli , Perfici , Albicocchi , Peri , Prugni , Cirie-
gi , Fichi , Melocotogni , Melagrani , Mandorli , No-
ci, Ulivi, Caftagni , Melaranci, Limoni , Cedri ec.
Le frutte di tutti quefti alberi vi vengono così bue-
D i ne
I
i
)(44)(
ne come qua in Europa. I Meli fi fono talmente
moltiplicati , che nelle Provincie Auftrali nafcono
frontaneamente nelle Campagne , e formano de' bof-
chi immenfi . Le Perfidie , di cui fé ne numerano
più dì dodici fpecie, fogliono venir tanto groffe ,
malfime nella Capitale, che fé un' incontrano molte,
che pefano fedici onde ognuna. Le più celebrate di
quefte pel loro fapore, e per la loro bellezza , e
grandezza fono quelle, che fi chiamano Alberchigos,
x dì cui alberi , dopo averne fatte pel mefe di Feb-
braio di quelle grolle , fanno uri' altra volta , fic-
come i Fichi, fui fine d' Aprile altre piccole fimili
per la figura, e groffezza alle Mandorle , dette per-
ciò Almendrucbe , le quali fono affai faporite. Ve ne
fono altre rotonde un pò maggiori di quefte Almen-
drucbe, le quali vengono nella Primavera, e fi nomi-
nano della Vergine . Le cotogne diventano ancora
affai grofie, e fé ne trovano non poche, che pefa-
no ciafcheduna più di tre libbre . Se ne difiinguo-
no due fpecie , cioè le agre , e le dolci . Le prime
fono come P Europee : Le feconde hanno la medefi-
ma figura , ma la loro polpa è del tutto gialla , e
affai dolce. Gli alberi dJ ambedue fono interamen-
te fimili. Le dolci fi chiamano ancora Lucume, come
quelle di Coquimbo.
XLVIU. Le Pere, le Ciriegie, e le Prugne ^
per
)C 4 5 X
per la negligenza dei Nazionali , finora non fonimi,
niftrano tutte quelle varietà, o fatte, che P arte per
via degP innevamenti ha introdotto in Italia . Gli
alberi fruttiferi per lo più vi fi abbandonano alla
natura, la quale, ciò non ottante \ fecondata così
dalla benignità del temperamento , come dalla fecon-
dità del terreno , li fa produrre dei frutti eccellenti.
Quindi è che quafi tutti quefti Alberi foreHieri v*
ingroffano , e crefcono più che in quefte parti : Ma
tra gli altri {piccano per la loro altezza le ficaie,!
peri, i noci, e gli ulivi. .Quantunque il P. Ovalle
Storico del Chile feriva , che al fuo tempo , cioè 1*
anno 1640. le noci vi erano dure, e di meno pol-
pa , o cibo di queft* Europee , al prefente fi è ab*
bandonata quafi del tutto quella fpecie , e nel fuo
luogo è entrata quella delle Noci grandi , ben_*
piene , e di un gufeio affai fonile . I Melaranci , I
Limoni, le Lime, e i Cedri vi nafeono , e fi con-
fervano da per tutto al difeoperto piantati in terra^
come tutti gli altri alberi ; Bill divengono alti , e
groffi , e fruttano grandemente . Vi fono ancora dei
limoni, delle lime, e delle melarancie dolci di due
o tre fpecie . Tra i limoni agri fi truova una forta
di limoncini rotondi , e poco maggiori di una noce3
i quali fono affai frigidi , e fi chiamano Limoni fot*
tilt. V albero, che li portale più grande di quel
D 5 de\
\*,— *£*&&£*
X 4^ )(
de* limoni ordinari, ed ha le foglie piccole fomigli-
antifi a quelle del Melarancio. Quefti Hmoncinl per
la lor fomma frigidezza vengono preferiti agli altri
nelle febbri ardenti, e tutt* interi conditi in zuc-
chero fono filmati . I Nefpoli , i Sorbi , i lazzcruo-
li , ed i giuggioli 3 benché le loro frutte non fieno
fpregievoli , tuttavia non furono creduti degni d' ef-
fervi trafportati .
XLVIII. Le viti 3 che vi fono fiate ancora in-
trodotte dagli Spagauoli , riefcono a maraviglia, e
le vigne fi fono moltiplicate in tutto il tratto di
Paefe , che effi abitano . Il vino , che fé ne fa , è
generalmente di buon corpo , e fi conferva bene nel-
le navigazioni - Egli è per P ordinario nero , e fi
fa fenza mettervi dell' acqua . Sopra tutti gli altri
viene ftimato quello delle Provincie vicine allaCo«-
cezicne, il quale ha tutte le buone qualità , che pof-
fono defiderarfi, e non cede ad alcuno de' migliori
vini dell' Europa (1) . Il vino mofcadello , che ivi
anche fi fa, è efquifito * Diftillafi ancora una graru
quantità di acquavite. Le Vigne nella parte Borea-
le
(1) I Vini fi fanno quivi ( a S. Giacopo ) di di-
ver/e forte , e benché non così eccellenti , come quelli
della Concezione fono per altro guflofijfimì , hanno un
buon corpo, e fé ne dìftììla ancora V aqu avite . V \n~
ghfe Aut. dd Gaz.. Amer. v* Chili-
OC 47 )(
le de! Regno fono alte da tre In quattro piedi ; e
nella parte Meridionale affai baffe» In quali tutt* i
bofchi, maffimamente lungo I rivi, s' incontrano
delle viti , le quali fendendoli per i rami degli al-
beri fruttano molto bene . Credei! , che ciò proven-
ga dagli uccelli, i quali vi vanno a deporre le fé-
menze delle uve, che mangiano.
L. Il grano in quello Paefe viene sì abbondane
mente, che fuol rendere più di cencinquanta per uno
(i) . Ogni femenza per lo più germoglia molte fpi-
ghe , e alcune ne cacciano fuori un gran cefpuglio
(2). Il frumento per quefto motivo, quantunque fe
ne trafporti ogni anno una gran quantità al Perù f
vi è a buonilfimo patto . Il formentone , di cui fé
ne diftinguono parecchie fpecie, fruttifica colla me-
delìma fecondità . Ogni gambo porta d' ordinari©
D 4 quat-
(1) Le terroìr efl excellent , & fertile , bien qu
uvee quel que dijference, fuivant qu il efl plus , ou m9~
ins elotgnè de V equateur . . , • La Vallee de Cópiapè
tend fouvent ttois ceni pour un : celles de Guafco , &>
de Coquimbo ne luì ceder.l de gueres ; Celle de Chili ( cioè
la valle dov* è la Capitale) efl fi excellent^ qu9 elle cornmu*
ìtique fon nom au Pays . Sanfon d1 Abbeville i\ Chili*
(2) Le pianure , /' eminenze , e le valli , ed in
breve tutto il Ch'ile , fino alla piti pìccola porzione di
terreno.} un oggetto dì maravtlia. Ogni particella di terr&
in quefla fua Sorprendente fertilità par che fi converta
in femenza . V Inglefe Aut. del Gazz* Amer. v. Chih *
1
(
g ;
X48X
quattro , o cinque pannocchie affai groflfe . I Legu-
mi , e gli altri generi di biade di Europa fi trova-
no in grande abbondanza in tutto il Regno (1) .
LI. Avvegnaché la canapa , e il lino vi ere/ca-
ro bene da per tutto , ore fi feminano , contutto-
ciò la canapa che fi coltiva nella Provincia di Quii-
Iota è più ricercata dell' altra , che nafee nei reito
del Paefe , ficcome il lino dell' Ifola di Chiloe vien
preferito per la fua altezza , e bellezza a quello ,
che coltivali nel Continente . Nelle contrade , che fi
accodano al Tropico , riefeouo ottimamente il coto-
ne, e la canna da zucchero . I cocomeri , di cui fi
numerano fette , ovvero otto fpecie , fono comuni
nelle Terre, che abitano gli Spagnuoli , ed anche
fra gV Indiani , e divengono perfettamente buoni ,
e molto grandi . I Melloni , che ugualmenre vi (i
trovano di molte forte, fono per lo più lunghi,
faporiti , e di un gufeio affai fottile . Veggonfene al-
cuni lunghi tre piedi , e corrifpondentemente grotti.
Tra la gran varietà, che vi s' incontra di zucche,
è notabile quella che s* appella del Sidro , perche
gì' Indiani, avendola prima preparata con certi prò*
fumi,
[1) Le Terre di quefio Regno fono ahboniantifjìmt
d' ogni genere di gran;, frutta, -erbaggj, piante, radici ec.
Il frumento , il mah , le vigne , gli ulivi vi fruttificano
eccejfivament? • Gio. Dom. Coletti v> Qbik .
X 49 X
fumi , vi Iafciano fermentare il loto Sidr© • Eli* è
rotonda , e tanto capace , che contiene da trenta in
trentacinque boccali di quel liquore . Le fragole vi
fi dividono in due fpecie , le felvatiche , e le colti-
vate. Le felvatiche, che nafcono nelle contrade Au-
ftrali , fono per la grandezza , colore , figura , e^
pianta fimili a quefte di Europa . Le coltivate àU
ventano groffe come le noci più grandi 5 e fé ne
trovano alcune , matfìmamente nel Territorio della
Concezione, e fulle rive del fiume Eiobio , come
un uovo piccolo di Gallina (i) . Tra quefle fragole
fi vedono delle gialle , e delle bianche , benché il
lor colore ordinario fia il roiTo purpureo y e così le
felvatiche , come le coltivate , fono affai odorofe^
e dolci .
LII. Le frutte de3 Paefi fituati nella Zona Tor-
rida
(i) Le frutte , di cui il Chìle , è abbondavi ijjimo ^
fono le mede/ime , che fi conofcono in Europa , tra le
quali produce molte cifiègie grandi , e di un gufi 6 dilì-
cato e fragole di due fpecie; V une dette Fruttile fupera-
no nella grandezza le pia grojfe del Quito , trovando*
fene come uova piccole di gallina , e /' altre , che non
d'frenzianji nella grojfezza? odore, e guflo da quefle di
Sp agita , vengono felvatiche nelle pendici delle colline.
Vi nafcono della ftefia maniera tutte le fpecie di fiori
fehzjt altra coltura , o diligenza 9 che quella che im-
fiega la Natura. D. Antonio Vlha tom. k. parte i, h
2, cap^ %. de fuoi Viaggi *
y
i
X$o)(
rida come fono la Chìrlmoìa , la Sa;**»* , il Ca*„*..
*** 0 s la Granatili* , la G**/*z/* , il C«»ore ec. al-
Ugnano egregiamente nelle Provincie , che s' avvi-
cinano al Perù. Il Fico d» India, che vi fi chiama
luna , crefee In quafi tutto il Chile , e le frutte ,
che porta, fono grandi come I maggiori fichi dell*
Europa, e di buon fapore. Non so fé quello frutto
Ila ancora proprio del Paefe , o trafportatovi dal Pe-
rù , poiché avvien di trovarne alcune piante ne'
luoghi incolti . Coir acqua , dove fi è {temperata li
foglia di queir arbufcolo, eh' è fommamente vifeo-
la, fi prepara la calcina per imbiancarle mura del-
le cafe .
UH. J^E cofiiere del Chile abbondano di conchi-
glie di tutte le tre claflì , J„ cui gl; AutorJ fog]io.
no dividerle. Le rive del mare fé ne veggono co-
perte, e a mifura , che fi va rimontando verfo il
Polo , ne va mai fempre crefeendo il numero . In
iìffatta gran quantità fé n' oflerva una varietà f or-
prendente di colori, e di conformazioni. Ve ne fo-
no ancora molte miniere profonde in luoghi sì vi.
cini. come diftanti dal mare, d' onde i Naturali
del Paefe le cavano, e le calcinano per farne calce,
che dipoi impiegano, o nei loro edilizi, o perim-
bian-
X 5 i X
biancore le muraglie , Fra quefte conchìglie fi tre*»
vano molte di un fapore, e di una dilicatezza et
quifita. V Oitriche^ di cui s* annoverano parecchi©
fpecie , fi pefcano In tutta la cofta . Le Telline* ch^
vi fi nominano Gftorós , fono affai comuni , ma le»
più ftimate fono quelle , che s' incontrano attorno
dell' Ifola Qtéiriquin*, le quali , oltre ad effere ben
graffe , hanno di lunghezza una fpanna incirca , e
fono proporzionatamente groffe. Se ne veggono del»
le gialliccie 5 e delle nere5 le gialliccie fono le più
ricercate . In entrambe fi trovano delle perle dì
beli' acqua 3 benché minute . I fiumi anche ne nu-
tricano , ma quefte telline fluviali fono piccole 9 e
feipite *
LIV. Vi fono eziandio riputate le Tachjìl lo*
co , il Becco dì Pappagallo , i Comes 9 i Ricci ,• C ol-
tre a motte altre il Piur per la fu-a fingolarità . Le
Tach? fi dividono In due fpecie , e tutte le due fo-
lio bivalve- Querce fono/ quelle 5 che ritengono il
nome proprio di Tache , e quelle che fi nominano
Macbe . Le Tache fono fatte a femicircolo verfo l'aper-
tura , ed hanno dì lunghezza da tre In quattro pol-
lici . Le Mache fono più. lunghe , che larghe. I gu-
fcl d' ambedue hanno al di dentro il colore della-.
Madre-perla . Elleno fi mantengono fepolte nella fib-
bia del fondo dei niare^ e quando quello fi ritira ai
tem-
i
7
X 5 2 )(
I
tempo del rifluifo, vengono /coperte dal pefcatori
per certi zampilli di acqua, che cacciano fuori . Gli
Olandefi trovarono delle perle nelle Mache verfo lo
Stretto Magallanico, ma i Chileni non fi fono dedi-
cati a quefto capo di comercio .
LV. Il Loco vien detto anche dagli Spagnuoli
Thde d' Afino per la fua figura . Egli non per tan-
to è differente dalla conchiglia , a cui i Crnchio-
logifti danno quello nome, poiché quella è bivalva,
e quefto al contrario è univalvo. Deffo vive attac-
cato per la fua apertura alle roccie . La fua conchi-
glia è biancaftra , tubercolofa , lunga più di cinque
dita, diametralmente groffa quattro incirca. La fua
carne è ugualmente biancaftra con alcune ftrifeie^
più dure, e cileftri . Ella è faporita , fuftanziofa , e
talmente dura, che non fi ammorbidifee né peftata
fra due fafiì, ne cotta ad un fuoco vivo . Non oftan-
te i Naturali del Paefe trovarono lì fecreto d' am-
morbidarla . Lffì la battono cun una bacchetta pri-
ma foavemente , e poi con un pò più di forza , e
così la fan divenir tenera affatto . Onde credo, che
gli Spagnuoli gli diedero il nome di Loco , cioè Mat-
to. V animale porta una fpecie di tromba , ò prò-
bofeide , dalla quale fcola un liquore fino di porpo-
ra , che tinge indelebilmente la lana . Egli pare una
fona di buccino.
LVL
X 5 3 X
IVI. Il Becco dì pappagallo fi chiama così , per-
chè nella figura, e grandezza raflbmiglia alla tefta
di queflo uccello . Crefce nei buchi d* una fpecie
dì arnia {pugno fa. , che ftà attaccata alle roccie , e
quando lo fi vuol mangiare, fi arroftifce nella ftef-
fa fua arnia . Il fap0re , e la dilicatezza delle fue
carni fono eccellenti . I Comes vivono ancora in certe
tane, che fi formano nelle rupi della fpiaggia di Chi-
lo e , à* onde , per cavameli , bi fogna adoperare
dei picconi di ferro . Eglino fono lunghi poco meri
di una fpanna , e di diametro hanno due onde . Van-
no rivettiti di due conchiglie poco dure . PorTono col-
locarli nella claiTe dd dattili marini. Quelli, che
fono flati nelle Ifole di Chiloe 3 affermano concor-
demente , che fiffatti teflacei fono i più faporiti di
tutti quei che fi pefcano nella cotta dd Chile - I Ric-
ci marini d diflinguono In bianchi , ed in neri ; l
primi fono quelli che per P ordinario {i cercano I
Entrambi* vanno corredati di fpini lunghi, e aguzz.
per mezzo dei quali fi attaccano fortemente alle roc-
cie . Il loro diametro è di quattro in cinque polli-
ci . Si mangiano certe linguette , che fi trovano al
di dentro del gufcio,
LVIL II Piur abita eziandio in una fpecie d* ar-
nia coriacea , groffa , dura , e coperta al di fuori di
mufco . Quefte arnie fono bizzarre . Trovanfene al-
cune
X 54 X
cune In forma di cono avente d* altezza tre piedi
incirca. Ce ne fono altre ovali > altre cilindriche,
e non poche rotonde , attaccate alle rupi fotto r ac-
qua, d'onde 1 flutti le fradicano,e le cacciano fuo^
ti* V animale vive dentro di certe cellule ovali fer-
iate perfettamente . Egli è lungo più di due pollici,
roffo , fatto a guifa di borfa con due mammelle , e
contiene un liquore falfugginofo , e grato al gufto .
Quando fi apre la membrana delle cellule , fchizza
un zampillo del liquore con molta veemenza . In-»
ciafeuna dell' arnie grandi s* incontrano da quattor-
dici in quindici Filtri. I Naturali del Paefe li man-
giano o arrogiti nella loro arnia , o fecchi leiTati .
LVIII. Vi fi vede ancora una gran quantità di
granchi , e di gamberi sì marini , come fluviali . Fra
i Granchi marini fono {limati quelli , che nel lin-
guaggio del Paefe fi chiamano Xaìve , Jp&ncore , o
Santollc . Tutti hanno dieci piedi , dei quali gli an-
teriori , fatti in forma di tanaglie , fono affai grof-
lì . Le loro erotte fono piutofto rotonde . Le Xaive
hanno di diametro fui dorfo più di quattro pollici,
e la loro erotta va corredata all' intorno di denti ,
ò punte • Le Apancore fono più grandi delle Xaive,
e fi rìiftingiiono in iifeie, ò fenza pelo, in quelle,
che io hanno ai di fotto , e in coronate . Quelle ul-
time portano al di fopra una forte di corona . Tut7
te
X55X
te tre d.fferenzianfi dalle x*he nella crofta , che
non è dentata. Le Santolk fono il doppio più grofle
delie Apanme, e vieppiù dilicate. Le loro crofte.»
vanno armate di pungiglioni lunghi un pollice , e fa-
cilmente fi fiaccano al fuoco, renandone la carne
coperta d' una membrana roffa , e facile da rompe-
re . I p,edi anteriori , che non diiferenzianfi nel-
la figura da quelli delle altre fpecie, ne fono più
groffi, ed hanno in luogo di crofla una pelle mor-
1IX. I Granchi fluviali fono piccoli, e follan-
te fervono d> alimento ai pefci dei fiumi. I Gambe-
n fluviali al contrario vengono più ricercati dei ma-
""' * f1./0"0 lunShl' P«'A di una fpanna, e fi pren-
dono facilmente con una cefta , dove fi mette uiu
pezzo di carne. Nelle cofle delle I/oh di aiwm-
FertMdn fi trovano in abbondanza le Locufte ma-
rine . 11 modo di pefcarle è facile . I Pefcatori al
tempo della crefcenza del mare fpargono fulla riva
dei pezzi di carne, ai quali da tutte le parti ne con-
corrono tante , che elfi hanno ben da fare nel voi-
tarle con un baftone per impedir loro la fuga . p0-
fcia ne tagliano folamente le code , le quaH fccche
hanno di lunghezza un piede incirca , e di diametro
da due in tre pollici. Quelle code fono affai fuftan-
ziofe , e più faporite di qualunque altro pefce fecco»
LX.
!
£
r— -
X5<5)(
se^saa^iscs^sEssBgHMHMi
LX. Il mare Chìleno è altresì ricco di pelei
grandi , e piccoli . Se n* annoverano più di fefTanta
fpecie , le quali per la maggior parte fono differen-
ti da quefte d' Europa , o per dir meglio , trattine
il Congro , la Sfoglia, il Tonno , il Salamene, il
Civalo, la Seppia, V Anguilla, il Delfino, e le
Sardelle, tutti gli altri pefei ne fono diverfi . Iflu
quefta grande varietà fé ne trovano molti eccellen-
ti, e non fi vede neppur tino né trabiccoli, né fra
i grandi , che abbia le lifche forcute . La moltipli-
cazione degl' individui d' ognuna delle fpecie, ofia
per proprietà di quel mare , o per il poco numero
rifpettivo di gente, eccede ogni ponderazione. Av-
vien tal volta, di veder le rive, maflìme dai grado
33. fin al 41., tutte coperte di pefei ammonticchia-
ti gli uni fopra gli altri , i quali fuggendo dai pefei
groffi , loro nemici , s' accoftano alla riva , d' onde
vengono fpinti fuori dall' impetuofe onde del mare.
Molti dei Naturali fi perfuadono , che quefto proven-
ga da qualche pefte , che fiafi appicciata fra i pefei,
e per ciò s' attengono dal mangiarne .. Ma la mag-
gior parte li mangia cosi frefehi , come fecchi , e
ne fa una grande provigione , fenza rifeatirne in*
eommodo alcuno .
LXI II Fiume Caute** , che è largo novecento
piedi 3 e profondo da poter foftenere battimenti grof-
fi,
f
X57X
fi ì in certi tempi dell' anno fi riempie talmente di
pefci grandi fino a fette leghe dalla fu a imboccati:-
ra , che gì' Indiani , fchierati nell' una , e nelP al-
tra riva , ne prendono in quantità , infilzandoli fol-
tanro con delle canne aguzze , cioè con quelle can-
gie folide del Paefe , che altrove dicemmo chiamarfi
Colèu . Lo fteffo accade nella maggior parte de* fiu-
mi auftrali. Neil' Arcipelago di Chiloe, dove il mol-
tiplico dei pefci è forfè maggiore di quel del reftante
del Chile , gì' Indiani ufano un modo di pefcare.*
itraordinario . Nella bocca de' fiumi, o nelle fpiag-
gie del mare, fanno certi fìeccati di legni robufti ,
che intrecciano infieme con virgulti ben filli , acciò
non poffa fcapparne neffuno. A fiffatti fleccati la-
fciano verfo il mare delle porte, che chiudono per
mezzo di funi lunghi , quando il mare comincia z^
calare. Entro vi rimane fi gran quantità di pefci ,
che talvolta , così pel numero , come per la loro
corpulenza fogliono con lo sforzo , che fanno , fpi-
antare i legni , e fuggirtene , I Pefcatori fcelgono i
più groffi tra i RovàU , ( pefce di buon gufto , e d'
ordinario affai corpulento ) che poi feccano , e lo
vendono a buon mercato. Nelle Ifole di Gio. Fer-
nandez, oltre a molti altri pefci, fi pefca il Bac-
calà jen'è tanta V abbondanza, che il gittar l'a-
mo , e ritirarlo colla fua preda è tutt' uno . Non vi
E fi ado-
r—
i
!
)(58)(
fi adopera la rete per motivo de* frequenti fcogli ,
che attorniano quelle Ifole.
LXII. La deferizione per altro de' pefei Ango-
lari, che fi ritrovano nel mar del Chile, farebbe
affai lunga, e contro V intento di quello opufcolo,
tuttavia non poffo difpenfarmi dal dire qualche co-
fa del Polpo , e del Pefce Diafano , c©k alcu-
ne particolarità di due , o tre altri . Il Polpo
è di una figura così bizzarra, che veggendolo fer-
mo fenza che fi muova , fi prende per un ramo d'
albero coperto di una feorza , fimile a quella di un
caftagno . La fua groffezza non eccede quella de] di-
to mignolo , ed è lungo la quarta parte di un pie-
de , divifo in quattro , ò cinque articolazioni , che
vanno diminuendo dalla parte della coefa , la quale,
come fimilmente la tefla , non apparifee altrimente ,
che come una cima di ramo infranta . Quando egli
difpiega le fue fei gambe , che tiene unite verfo la
tefta , fi prenderebbero per altrettante radici , e la-,
tefta per un perno fpezzato ; maneggiandolo colla.,
mano nuda la intorpidifee per un momento , fenza
far altro male . Truovafi in quefto animale una plc-
ciola vefeica piena di un liquor nero, che è un in-
chioftro affai buono da fcrivere . Il Pefce Diafano a-
bita verfo V imboccatura del fiume Tolti n . Egli è
piccolo 5 e quafi ovale 3 di buon fapqre . Ebbe il no-
me
)(59)(
sawnMìsNWTOStf^&va^aa^^
me di Diafano , perchè in fatti è così trasparente
come il criilallo, e quantunque fé ne mettano pa-
recchi gli uni fopra gli altri , confervano la loro
diafanità . In codeiìo mare fi truova ancora la Tor-
psdine , e fé ne fperimentano gli fteffi effetti , di cui
fanno menzione i Naturaiifti , in quelli che la toc-
cano .
LXIII. Il Pefcc-Gzllo è lungo da due in tre pie-
di fenza fquame , e vien detto così a cagione di li-
na creila rofigna , che porta fui capo . Attorno alle
Ifole di Gio. Fernandez fi prende un pefee chiama-
to Tolto , come un altro, che fi pefea in quei mari,
benché queflo ne fia una fpecie più dilicata,il qua-
le in ciafeuna delle due nuotatole , che tien fuld^r-
fo, ha uno fprone luftro , triangolare, aguzzo, ri-
curvato un pò verfo la punta , duro come P avo-
rio , lungo due pollici e mezzo , e largo in ognu-
no dei tre iati da quattro in cinque linee . La radi-
ce di fi fatt' oliò è fpugnofa. Quello fprone è effica-
ce contro i dolori dei denti , come ne fece parec-
chie volte T efperienza D. Antonio di Ulloa Capi-
tano di Nave di S. M. Cattolica . Se ne mette ili-,
bocca la punta verfo il dente dolorato, e addormen-
tandoti la guancia , fé ne diffipa il dolore in capo à
una mezza ora . A molti fa dormire , e dopo il fon-
ilo fi {vegliano interamente guariti. Mentre V offa
i
X 6o )(
Uà in bocca, fi offe r va , che la parte fpugnofa del-
la ridice fi gonfia à poco à poco , e diventa più mor-
bida ; il che non fi può attribuire unicamente alla.,
faliva , perchè la punta dell' olTo , che foltanto vi
entra , è dura affai , come abbiamo detto . Quindi fi
può inferire , eh' egli abbia qualche virtù attrattiva,
per mezzo della quale fucchia V umore nocivo, <La
Io comunica alla parte fpugnofa o
LXIV. I laghi, ed i fiumi, fpecialmente dal
grado 34. verfo il Polo, abbondano ancora di pefei,
a quali, benché non fiano tanto variati , quanto quei
del mare, moltiplicano ecceffivamente . Quelli, che
più comunemente vi $' incontrano , fono la Trutta ,
il Pefce-Rè , la tifa , e il Vagre , La Trutta , il di
cui fapore è veramente efquifito , vi viene lunga due
piedi incirca , e proporzionatamente grolla . Pefcafi
con rete , o con un' amo , la di cui punta in luogo
di cjbo porta due penne rotfe di gallina. lÌPefce-Re
meritò quefto nome dagli Spagnuoli per 1* eccellen-
za delle fue carni . Egli rafTomiglia un poco al Lue-
$ìo per la figura , benché non abbia lungo , come.*
coflui , il mufo • La lunghezza del fuo corpo
fuol arrivare ad un piede , e la grofiezza a due in
tre pollici . Le fue fquame fono di color d' argento,
e non ha altri fpini , che i dorfali . Se ne trova an-
che nel mare 3 e nella Concezione fé ne fuol dare
una
\mimi<^m^\2mm^mmm
)(•*:« x
una centina per un mezzo paolo moneta romana- •
Nei fiumi fé ne vede un' altra fpecie chiamata Ca«-
ques, i quali non diftinguonfi dai Vefci-RÌ , che nel-
la grandezza , eh* è di due piedi incirca . La tifa ,
di cui fé ne pefcà ancora gran quantità nel mare, è
fimile nel fapore, e nella figura al C?Wo,ma n* è
tre, o quattro volte più grande* Quella , che ere*
fee nei fiumi, è più ih'mata della marina. Il Vagre
è brutto affai , brunazzo al di fopra , e biancaftro 9
o giallognolo al di fotto, fenza fquame,e vive per
T ordinario nei fiti più fangofi dei fiumi , e dei ri-
vi > La fua teflà è rifpettivamente al reftante del cor-
po di troppo groffa . Suol crefeere fin* ad un piede,
e mezzo . La fua carne è tenera , graffa , gialliccia,
e faporofa al gufto *
LXV. Vi fi veggono quafi tutti gì* Infetti, che
£ conofeono in Europa, le Api , di cui fi trovane*
parecchie fpecie, maffime neli' Arcipelago di Chiloe,
lavorano le loro arnie nei buchi degli alberi , e fi-
nora i Terrazzani non fi fono indotti à domefticarlc.
Le Cimici cos? di campagna , come da letto non vi
erano . Queir ultime pacarono dalP Europa nella roba
dei battimenti , e da quaranta anni in qua principia-
rono a moltiplicai nelle parti fettentrionali , e nel
Porti del Regno. Le Cavallette , o Locufte , fona
^ poche, e non formano quelle denfe nuvole , che gua-
E § la-
)
X 6i )(
itano 1§ campagne da quefta banda degli Ande* , Le
Zanzare ancora no» fi veggono , fé non nei panta-
ni, o paludi j e fono differenti da quelle, che mo-
lefiano gli abitanti della Zona Torrida . Nel diftret-
t© della Città di Coquìmbo s' incontrano i Pìques del
Perù , ( cioè quelli piccoli infetti 5 che f introdu*
cono nella carne, e fé vi fi lafciano , moltiplicano
ecceilìvamente ) ma nel refto del Regno non fi co-
nofcono . Il territorio di quella Città è limile affat-
to pel temperamento al Perù s quindi è , che queft@
beftiole vi fi fono confervate finora , fenza fare ule
tenori progredì , poiché la temperatura delle altre
Provincie $ o Territori più allibrali , effendone più
fredda , è loro contraria .
66. Oltre a quefti infetti vi fi veggono molti al-
tri peculiari del Paefe , tra' quali fi notano non po-
chi affai curiofi , e degni delle fpeculazioini Filofofi-
che. Sulle te rie , o fiori della Mifnaga. , o pianta.*
da nettare i desti, fé ne truova uno coleoptero a due
ali talmente dorato , che pare fatto i* oro il più bril-
lante | e rifplende all' ombra non che al fole . I
Contadini ne fanno delle croci pulite infilzandoli 1' ufi
dopò r altro . Fra le Lucciole , di cui fé ne difiin-
guono parecchie fpecie, effendone alcune alate, al*
tre fenza ali , ve n' è una grande , come usa far-
falla ordinaria , che di notte pare uria bracia volan-
te.
-
)(*3 X
te. Nolte campagne in certi buchi, che fi fa inter-
ra , vive un ragno vellofo", bigio , il di cui corpo
è grolfo come il pugno, ed i piedi lunghi da tre in
quattro pollici. Egli, oltre a* denti piccoli, ha due
zanne, o denti canini affai prominenti , che alcuni
credono, che fiano medicinali. Siffatto ragno non è
punto malefico .
LXVII. Gli Uccelli , che da me vi fi poterono
enervare così terrefhi , come acquatici , fi dividono
in novanta due fpecie , le quali comprendono una^,
quantità forprendeiite d' individui . le montagne , le
felve folitarie, le cofle difabitate, i fiumi, ed i la-
ghi poco frequentati del Regno loro facilitano gran-
demente la propagazione . Fra quefte fpecie fi veg-
gono alcune di quelle , che fi trovano In Europa 9
come farebbero le Aquile, i Milvi , i Falconi, iFo-
tiveiti, gli Aitori,gli Uccelli notturni , le Pernici,,
i Palombi detti da' Latini Torquatì , le Tortorelle, l
Picchi, i Tordi, le Rondini , le Anitre acquatiche di
cui fé ne contano da fei in fette fpecie , le Beccac-
ele, le Beccaccine, le Gallinelle, gli Aironi, le Ci-
cogne, i Corvi, gli Smerghi, e le Cavie, di cui
parimenti fi annoverano di otto, o nove forte. Vo
ne fono alcune altre , le quali , benché fiano le mc-
defime fpecie , contuttociò fi diftinguono da quell*
Europee in certe particolarità, Il Cigno, effendo pel
B 4 refto
>
3
)( *4 )(
^■■■■■■■■BiiiHiWiirwiMiiiiiiiiiii i wjémtmmmmm
refto bianco , ha la tefta nera . V Ufignuolo è più
piccolo di quefto di qua , e il /ho canto non è si
continuato, né sì armonioso . Le Tortorelle di mon-
tagna hanno le ali nere. Le Pernici aquatiche fono
più piccole delle terreftri . I Cardellini fono più
gialli, e più rolli degli Europei , hanno barba fotto
il becco , la quale fi compone di certi peli neri , e
crefce fecondo gli anni ; i giovini ne vanno fenza ,
come gli uomini: il loro canto è più alto , più con-
tinuato, e più dolce di quello del Cardello di qua.
Le femmine fono cenerognole con certe macchie gial-
le fulle ali , non hanno barba , né la tefta nera_ ,
aemmen cantano come i mafchi ; abitano nelle*
maremme, o negli Andes , d' onde per paura del-
le nevi fi fpargono a ftormi 1* inverno pel Regno.
Fra le altre fpecie peculiari, che non fi trovano in
Europa, fé ne veggono molte rimarchevoli così per
la loro figura, e per la bellezza ddìe loro pen-
ne , come per la foavità del canto , e pel fapore
delle loro carni . Quivi però, per non contravenire
al metodo preferitto , non ne parleremo , che d' al-
cune , che ci fembrano più degne di memoria,
LXVIXL II Condoro è un uccello à^ preda , di
una forza prodigiofa , che corrifponie alla fu a da-
tura , poiché le fue ali afiieme tanno quattordici
piedi in circa dall' una eftrernità air altra » Égli è
ne-
X<*5)(
nero , fuorché nel dodo , eh* è bianco , e nel collo,
dove ha uri circolo , o collare parimenti bianco * La
fua tefta va guernita di una fpezie di ciuffo ; Le»
penne delle ali /brio grolle come il dito mignolo '. Il
becco è forte, groilb, e curvo. Annida nelle mon«
ragne nelle roccie più ripide, e feofeefe - La fem-
mina è minore del rnafchio , e non ha, com' elfo,
né collana 5 né tutto il dorfo bianco i né il refto del
corpo nero . Il fuo colore tira più al bigio < Quello
Pirata dell' aria, che così poniamo chiamarlo perla
fua rapacità, fa di Contiriuo una guerra crudele alle
mandre di pecore, e di capre, e non di rado attac-
ca ì vitelli * Allorché vogliono far preda di quello
beflian, e , fi adunano fel , o più di elfi , e fienden*
do le loro ali, lo circondano da per tutto, e il pia
ardito gli cava gli occhi , poi lo ftrozzarìo ,e lo man-
giano fra tutti . I Contadini fi fervono di due ftrat-
tagemmi per prenderli ; il primo 3 fi è di far uno
fìeccato, dove mettono il corpo di qualche beftia^
morta* I Condor?, che hanno un odo rato prodigiofo,
fubito dall' intorno feertdono allo fteccato , e vi fi
fatollano talmente , che accorrendovi 1 Contadini con
barioni , non poffono prendere la carriera neceflfaria
per alzarli all' aria aperta, e vengono uccifi ♦ Quan»
do poi vogliono prenderli vivi , fi nascondono i Con-
tadini a una piccola diftanza, mentre uno di elfi cori-
ca-
|!'
X
l
1
\
X 66 )(
v^s^ivr^s^^^^^oE^asssssai!»
cato in terra fi cuoprc con un cuojo di vacca frefco,
il quale colle mani foderate piglia per le gambe i
ponderi., che ingannati vi fi accodano a beccare.
Quelli, che ftanno nafcotfi , vi corrono di fretta ,
perchè altrimenti colui, che li tiene , non potrebbe
foftenerli per lungo tempo . Quello formidabile Uc~
cello non differenziali 3 che nel colore é dal Ltemmer*
Geyer degli Svizzeri , come bene ferivo Mr. di fio-
mare.
LXIX, Il tiuquìn è più alto , e più grotto dell'
Oca : il fuo colore al di fopra è bigio variato di bi-
anco , e al di fotto tutto bianco . La fra carne è
bianca, dilicata , e di buon fapore . Quello UcceL
lo ama le pianure , dove fi nutrica , o di erbe , o d'
infetti , e facilmente fi addomeftica . Lo Struzzo vi-
ve nelle vallate degli Ande, , fpecialmente air in-
torno del Lago H*guelguapi . Egli è piantato fopra
altiffime gambe , ha un collo lungo, e un capo af-
fai piccolo,, e la fra ftatura uguaglia ad un uomo a
cavallo. Tiene quattro dita per zampa, tre innan-
zi, e uno in dietro , nel che differenziafi dallo ftruz-
xo Affricano, che ne ha folamente due. Le fu e co-
feie fono robufte , 1' ali piccole, e mutili per vo-
lare, ma gli fervono al corfo , nel che egli vale mol-
ti (fimo. Perciocché riguarda al colore , deffo è firni-
le a quelli dell' Affrica . Scarica le fue uova nella
fab-
■
X*7X
ST£&3 ffrfRSSOTI'STSKVfi?
labbia , e le cu apre con effa t avvien di trovarne la
alcune covate fino a feffantai onde molti fi perfua«
dono , che parecchi vi concorrano a depofitarte loto,
Quefte uova fono così grandi, che contengono una
pinta dì liquore , e talmente dure , che fé ne poflb-
no fare dei vafi , che fervono in luogo di porctìla-
na t
LXX. il Ramingo è un Uccello belliflìmo acqua*
ileo , il di cui corpo , che non è molto groHo , il
alza fopra due alee gambe affai lottili 5 e la fua fi-
tta, eh' è piccola ancora, s' erge in cima di un col-
lo lunghiffimo , corredato di un becco parimente lun-
go , arcuato , affai duro , e armato di denti ; i fam
occhi fono piccoli , e roffi* Le tre dita anteriori del
piedi vanno unite da membrane , come quelle degli
altri Uccelli acquatici . Le piume del dorfo , e delle
ali fono di color di fuoco vivo affai , e piacevoli al-
la vifta : quelle del reftante del corpo traggono al
bianco. Gì* Indiani adornano le cime delle loro lan-
de , e i loro cappelli con quefte piume. Come dejC-
fo è alto quattro piedi incirca , coftruifee il fuo ni-
do di fango, e gli dà la forma d' un ceno troncato*
Io inrialza oltre un piede , e mezzo al di fopra dell'
umidirà , e vi fcava nella parta ftiperiore un buco 9
«el quale depone le fue uova, che non fono più di
due. Allor quando egli cova le uova j pofa 1 fuoi
fise
;
X 6S x
piedi fulla terra , e il ventre fui nido
J, XXI. V Alcatraz è una fpecie di Pellicano, il
fuo corpo è minore di quel del Pollo d' India , ma
le fue gambe fono lunghe più di due piedi, e il fuo
becco largo da due m tre pollici , e lungo un pie-
de, e mezzo all' incirca, quefto becco tanto dalla
parte fuperiore , come dall' inferiore è fornito di pie-
colidenti in forma di fega affai taglienti, e al di fot-
to di effo cade un facco sii lo ftomaco , a cui è an-
che attaccato , come pure lungo il collo con piccoli
legamenti, affinchè non vada da una parte , e dall'altra.
Quefto fecco è compofto di una membrana grotta, e
graffa , affai carnofa , e pieghevole come un cuojo,
e va coperto di un picciolo pelo fino, e morbido ,
come il rafo' Qualora quefto facco fia vuoto, non
fi vede molto ; ma quando 1* uccello truova un' ab-
bondante pefcagione , di cui fi nutrica , è cofa for-
prendente il vedere la quantità di pefei sì grandi ,
come piccoli , che vi fa entrare, o per confervarli pel
fuo vitto, o per portarli ai fuoi figliuoli. Il colo-
re dì quefto Uccello è bruno . Le (uq penne fono
migliori di quelle dell' Oca periferivere . I Naturali
del Paefe fi fervono del facco ben conciato per far-
ne Lanterne. V Jlcatraz pare , che fia affai di] Ica-
to , perchè nelP invernate awien di trovarne molti
morti fulle roccie vicine al mare .
LXXIL
A
X 69 X
LXXII. Il Fa-xaro-Hìnno , o fia Uccello bambi-
no, fu detto così dagli Spagnuoli , perchè da tonta,
no pare un bambino fafciato . Egli vive nel mare ,
ed è della groiTezza d' un Tacchino , o pollo d' In-
dia : ha le piume del dorfo nere , e quelle di fot-
to il ventre bianche. Il fuo collo è ovale, groffo %
e va cinto come da un collare di piume bianche .
la fua pelle è grotta , come quella di un porco , e
fi fiacca facilmente tutta intera dalla carne . Tiene
per ale due falde di cuojo , che pendono da ambe-
due i lati in maniera di piccole braccia. Quefta fpe-
cie d'ali è coperta in alto da piume bianche, corte,
e ftrette, e frammefcolate di nere. Quefti cuoj gli
fervono per nuotare , non già per ergerli a volo *
Annida fulle rive in certi buchi affai profondi , che
fi trovano nella fabbia , e vi fi fcarica di tre, o quat-
tro uova punteggiate di macchie ner<e . il fuo bec-
co è ft retto , e più grande di quello del Corvo .- la
coda corta , i piedi aeri , e piatti , e come quelli
dell' Oca. Cammina col corpo alto, e diritto , lafcl-
andò pendere i due pezzi di cuojo da tutti i due Iati.
Si dice , che la fua carne non ha il cattivo odo*
re , che hanno tutti gli Uccelli marini , e eh' è fa*
porita .
LXXIII. Il Tbreguel, o Kekreu è della groflez-
za d* un colombo , ma le fue gambe fono il doppio
pi»
i
=*,/
*
X 7o )(
più alte. Il colore delle fu e piume è al di fopra ce-
nerognolo variato di nero , e al di fotto del ventre
bianco , eccetto dalla metà in su , eh' è tutto nero.
Jn ciafeuna delle piegature delle ali porta un offò
lungo un pollice , groiTo quattro iu cinque linee, a-
guzzo , e duro , con cui combatte furiofamente con-
tro gli altri uccelli , ed aachc contro i quadrupedi,
quando fi accollano al fuo nido , eh' egli fa nei bil-
obi, che truova a cafo in terra. Quivi fi fcarica di
tre uova bigie punteggiate di nero , le quali fono
buone da mangiare . Quando vede arrivare un uo-
fno , fi ritira chetamente dai nido , e non grida , fé
non ad una diftanza confiderabile da elfo, affinchè non
poffa trovare colui le fue uova. Vive nelle pianu-
re, e mai fi trovano infieme più del mafehio , e
della femmina , ne fi fono veduti pofarfi fugli al-
beri .
iXXIV- La Trenca è grande come un tordo ,
ài color cenerognolo frammefcolato di nero , e il fuo
becco , tefta , e piedi rarTomigliano ancora a quei
del Tordo . Le fue ali , e la fua coda ne fono più
lunghe, e più larghe. Quello Uccello canta egre-'
giamente, taria la fua voce come 1* Ufignuolo , e
contrafà per ifcherzo il canto di tutti gli altri Uc-
celli, cui fugli alberi fta a fentire , e fubito comin-
cia %à imitarli : è viviamo, e non può fiare cjuafi
mai
*
Xt X
VBSSMgBBaEBBBBiSZrZZSA sascaaff
mai fermo In un luogo, faltellando qua, e là anche
quando canta. Il Kereu , che impropriamente vieii^
nominato dagli Spagnuoli Tordo , è un pò più grof-
fo della Trenta . Egli ha la carne , le penne , gli
occhi , il becco, e le gambe nere . Impara a parlare
come il PappagalIo> benché il fuo becco fia fottile, e
un pò più lungo di quel del Tordo proprio. Il fuo
canto è continuato , e foaviflnno , e fi addomeftica
facilmente. Perfeguita gli uccelli piccoli, e ne man-
gia con piacere il cervello* Si fabbrica il fuo nido
fugli alberi di fango , che porta nel becco , nei pie-
di , e nella coda , la quale gli ferve di cazzuola •
Quefto nido è una fcudella perfetta.
LXXV. Nel Chile fi veggono due fpecie di Pap-
pagalli: 1' una ritiene il nome di Pappagallo, e 1»
altra ha quel di Catit*. Il Pappagallo t come tntti
gli altri Pappagalli ordinari dell* America. Annida
in certi buchi tortuofi , che fi fa nei dirupi , d' on-
de i Contadini ne cavano i piccioni con uncini, por-
tandovifi per una corda . Quefti piccioni fono uno
dei cibi più dilicati . Il Pappagallo non ne fchiudc
più di due , ma fé quefti ne vengano cavati , torna
a far dell' uova , finché arriva a portar feco i fuoi
figliuoli liberi dal pericolo . Quindi è , che a dis-
petto della gran quantità, che nella fiate fé ne man-
gia per ogni dove 3 k ne veggono in tutto il Re-
gno
I
i
i
)(70(
gno in abbondanza . Eglino fanno gran danno al gra-
no , e a tutte le frutte , Quando qualche itormo di
efli fcende a mangiare , ne fa uno di loro fopra un
albero la guardia, e dì quando in quando fi cam-
biano le fentinelle , occupando uno di quelli , che
hanno mangiato , il luogo del primo , e feendendo
coftui a partecipare della preda . Se la fentinella ve-
de accoftarfi jl cacciatore , fubito grida , e tntti fi
alzano ♦ La Cutìta è tutta verde , e della grandez-
za di una Tortora , ma n* ha la coda più lunga ;
pel refto è fimile al Pappagallo ; nella fiate dimora,
e annida negli Andes , donde nel tempo delle nevi
fi ritira in truppe grandiflìme alle pianure del Re-
gno , le quali pofandofi , maflìme dal grado 34 , fo-
pra un gran tratto di campagna , lafcianlo intera-
mente fcavato , e diftrutto . Senza iperbole fi può
dire , che ogni truppa contiene più di un milione
di quefti uccelli . La loro carne è eccellente .1 Con-
tadini gli ammazzano con un battone , portandofi a
tutta briglia a cavallo nel luogo , ove fi fono po-
fati , perchè per la loro moltitùdine s* impedifeo-
no gì* uni a gi* altri , allorché vogliono prendere il
volo . Il Pappagallo ? e la Q&tìt* domesticati impara-
no bene a parlare .
LXXVI. Il Pha-fior è un piccolo capo di ope-
xa della natura per la fua bellezza, per la fua pie-
ciò-
-W7T35:
X73X
ciolezza , e per la vivacità del colori d' oro , di cui
fono guernite le fue piume . Ce ne fono di tre fpe-
cie, i grandi, i mezzani, ed i piccoli. I mezzani,
ed i piccoli fono i più belli, ed i più rifplendenti .
Gli ultimi appena eccedono nella grandezza a una
farfalla . Il loro colore, come abbiamo detto, è d*
oro , che imita , fecondo le refleflìoni della luce , il
brillante dì alcune pietre preziofe . Il becco dei
più piccoli non è più groffo di una fpilla. Queftf
vaghi augelletti volano con tanta rapidità, che s' in-
tendono più pretto dì quel che fi veggano . Volan-
do fanno intendere una fpezie di ronzio : fi fofien-
gono lungo tempo in aria , e fembra , che vi riman-
gano immobili . Non fi nutricano d' altro, che del
fucco dei fiori, onde vengono chiamati Pie -ca -fiorì ,
Succia-fiori, Uccello-ape , e Mellifuga . Dopo la Cagio-
ne dei fiori rimangono intorpiditi , e in una fpecie
di letargo fin alla primavera ; fanno i loro piccioli
nidi fu i ramofcelli degli alberi, e li guarnirono di
pelume fino , e non pongono più di due uova bian-
che punteggiate di giallo . Quelli Uccelletti fono no-
minati Colibrì in alcune delle Provincie dell' Ame-
rica . Fra le novantadue fpecie di Uccelli , che di/fi
aver ofTervato nel Chile, fé ne trovano molti, che
fi diftinguono dagl* individui della medefima fpecie
fieli* avere ò la tella , ò le ali , ò tutto il corpo
F bian-
)(74)(
bianco, il che può provenire dalla dimora, che elfi
fanno fra le nevi degli Andes . Quefto accade parti-
colarmente fra i Tordi propri . Oltre a quefti uccelli
peculiari del Paefe vi fi veggono ancora in abbondan-
za i volatili domeftici introdottivi dagli Spagnuoh.
LXXVII. Il Chile non è tanto ricco di animali
Vivipari , o quadrupedi indigeni , quanto gli altri
Paefi dell' America . Egli non per tanto n' ha alcu-
ni , che non fono fpregievoli . Quefti fi dividono in
Aquatici , e Terreftri . Gli Aquatici fono la Balena,
il Lione marino, il Lupo , il Cavallo , il Sfitto, il
Guillin , e il Goipu . I terreftri il Lione , il Huanà-
co , il Chilihueque , il Guemul , la Vicogna , la Vol-
pe, la Guigna , il Djtino , la Lepre , la Vifcachiu,
il Chinne , il KM , V Arda , e il Piguchen . La^
Balena viene da me collocata piutofto in quefta claf-
fe , che in quella de' Pefci , perchè quantunque effa
fia fimile a quelli per la figura efterna , tuttavia fi
accolla più agli animali quadrupedi aquatici per la-
bruttura interna , e per le fue proprietà . Ella fi ac-
coppia, come elfi, è vivipara, fa latte , e i fu oi fi-
gliuoli poppano.
LXXVIII. Le Balene Chilene , di cui fi vede
d* ordinario il mare coperto , hanno in generale la
medefima conformazione di quelle di Groelandia, ad
accezione forfè <T alcune picciole differenze. Veg-
gonfi
'/
ì
X 7 5 X
gonfi qualche volta quefti moftruofi animali morti
buttati dal mare falle rive . Il loro maggior aemi-
co è il Fefce-Spada , chiamato così per un offe lun-
go da tre in quattro piedi fatto in forma di fpada ?
o di lama offea, piana, e piramidale, che porta fui
capo, Quefto Pefce è della lunghezza di dieci ìeu
dodici piedi , e di un* agilità forprendente . Le fue
inafcelle vanno armate di piccioli denti appuntati .
Ven' è una altra fpecie, che non diiferenziafi dal
primo fé non nella fpada, eh* è dentata da ambe-
due i lati come uh doppio pettine • Fra le Balene ,
che vengono morte alla riva , fi veggono molte di
una grandezza prodigiosa. Mi ricordo di averne ve-
duta una coftola , eh* era 15. piedi lunga, larga un
piede , e mezzo , e grolla cinque dita . Molti pen-
fano , che la gran quantità di ambra grigia , che fi
trova in pezzi più , ò meno grandi particolarmente
fulle fpiaggie dell' Ifola di Chiloè, venga dalle Ba-
lene ; ma io mi perfuado con Mr. GeofFroi , eh' el-
la non è altro , eh' una fpecie di bitume , che feo*
la dal feno della terra nelle acque del mare.
LXXIX. Il Lione Marino è un animale anfi-
bio \ e viviparo , che raffomiglia un poco al vitello
marino. Quand' egli è pervenuto al fuo maggiore
accrefeimento può avere dai quattordici fino ai di-
ciotto piedi di lunghezza , e dai dieci fino ai quin-
F a di*
;/
X 7« X
J
j
dici di circonferenza . La fua pelle non è fquamo-
fa, ma va crperra di un corto pelo di color giallo
chiaro . La fua tefta è piccola rifpettivamente al fuo
corpo j alquanto aguzza , e fingile à quella dei Lupi
terreftri ; la bocca prcporzicnata alla tefta , la lin-
gua groffa , e quafi rotonda , le mafcelle guernite di
denti forti, grandi, ed aguzzi, di cui le due terze
parti fono come incaftrate negli alveoli , e V. altra
pronimente. Ai due lati della bocca ekc una barba
folta , e divergente come quella delle Tigri . Gli oc-
chi fono piccoli , e le orecchie talmente corte , che
dalla loro radice fino all' eftremità hanno appena-
da fei in otto linee . Il nafo è ancora affai piccolo ,
glandulofo , e fenza pelo . Quefto animale ha du<L*
mani, o alette cartilaginofe, che gli fervono così
per nuotare , come per andare in terra . La fua co-
da , eh* è pure cartilaginofa , è grande a proporzio-
ne del corpo , grolTa , e forcuta , di maniera che ,
piegando la fchiena per V ultima vertebra , fa con-
effa i due piedi, con cui accompagnale alette, o le
mani per camminare fenza ftrafeinare il ventre . V
eftremità di quefta fatta di mani , e di piedi non ma-
le raflbmigliano alle dita umane fin' alla loro parte
media , e vanno munite dy ugne . Quefte dita fono
cinque così in ogni piede , come in ogni mano , e fi
formano di offa minute, o cartilagini dure. Le ar«
ticu-
)(77)(
articulazionipiùfenfibili,che ha nelle alette, fono due,
dì cui la prima fi trova nell' unione dell' omoplato, e
fa come un omero, e la feconda nel fine delle alette,
dove principiano le dita. Io fteflb fi vede nella co-
da, e per quefto mezzo cammina per terra, e quan-
tunque non abbia 1* agilità , di cui fono dotati i qua-
drupedi terreftri , contuttociò fale arrampicandofi al-
le roccie più alte , e ripide , e fcende ccn la mede-
fima facilità» Le parti naturali di sì fatte befiie fo-
no nell* eftremità inferiore del ventre , e quando vo-
gliono accoppiarli , fi affiedono fopra la ceda , e lì
abbracciano colle alette. La femmina partorifee , e
allatta, come gli animali terreftri, i fuoi figliuoli ,|
quali non fono mai più di due .
LXXX. Il Lione marino vien chiamato così a^,
cagion di una criniera , che porta intorno al collo •
Egli è sì graffo , che dopo aver fatta una incisione
nella pelle, la quale ha circa un pollice di groffez-
za , fi trova almeno un piede di graffo innanzi di
pervenire alla carne , e alle offa . Perciò fono anco-
ta chiamati Lupi d' olio . il graffo dei piùgrolB fom-
miniftra fino a cenciquanra pinte d3 olio. Queft' a-
nimale è affai fanguigno , e quando è ferito fi but-
ta prontamente all' acqua , che tigne dapertutto col
fuo fangue. Subitoche i Lupi marini lo veggono in
quello flato fi lanciano a truppe fopra di elfo , e in
F % me-
i
X ?s )(
meno dì un quarto d* ora lo sbramano, e Io man-
giano . Ciò pertanto non fi offerva nei Lupini qua-
li feriti fi gittano ugualmente all' acqua , e benché
fpargano ancora molto fangue , non vengono affaliti
uè dagli altri Lupi, né pure dai Lioni marini.
LXXXI. Quelli ultimi trafcorrono tutta V ella-
te per lo più in mare , e tutto P inverno fopra ter-
ra , dove fi nutricano dell' erba, che trovano nei
luoghi vicini al mare , al quale fogliono di quan-
do in quando defcendere per pefcare . Dormono
nel fango , o fopra le roccie , e ronfano sì fat-
tamente , e fi godono del loro fonno , eh' è diffici-
le il rifvegliarnegli . Avvi perciò fempre fra il loro
numero qualche mafehio, che fa fentinella , il quale
allorché n' è d* uopo con un grido molto dindonan-
te rifveglia i fuoi compagni , e fpaventa coloro, che
ad elfi fi accollano . Gli uccelli marini fi fpaffeggia-
no fenza eifer inquietati fopra i loro corpi , quando
fono fdrajati . E* cofa heilc V ucciderli , comec-
ché frano quali incapaci di diiFenderfi per la pe-
fantezza dei loro corpi. Al menomo moto , che fan-
no , fi vede il loro graffo molle fluttuare fotto la„,
pelle , che li ricuopre ; non pertanto conviene ftar
in guardia contro i loro denti , che fono terribili ,
e non lafciano mai ciò , che hanno prefo . Quello a-
nimale è talmente fenfibile nell' efìremità del foo
na«
)(19)(
nafo , che V effetto , che non fanno nel reftante del
corpo le ferite più profonde , fi ottiene con un lie-
ve colpo, che gli fi dia in quefta parte, Tettando-
ne morto . I grandi gridano come 1 vitelli , ma il lo-
ro grido n' è più rauco, i piccoli come le pecore.
Le loro madri li portano al collo, quando voglio-
no fuggire da qualche pericolo . Quefti Lionì mari-
ni abitano fpecialmente attorno delle Ifole di Gio.
Fernandez . Il Lord Anfon dice , che i fuoi Mari-
na) vene ammazzarono molti per mangiarne la car-
ne , e particolarmente il cuore , e la lingua , che-*
trovarono preferibili alle medefime parti tratte dal
Elie .
LXXXII. I Lupi marmi non differenzlanfi dal
Lionì marini, che nel colore, nella ftatura , che n9
è più piccola, e nel collo, dove non hanno crinie-
ra. Ve ne fono di due fpecie , i grandi , ed i picco-
li.. I grandi hanno di lunghezza otto piedi incirca^
e fono bigi . I piccoli tre in quattro , e il loro co-
lore è bruno . Trovanfene in quantità fulle colle dei
Chile , ed anche nelle Ifole di Gio. Fernandez . I
Naturali del Paefe gli ammazzano con un baffone,
e fi fervono delle loro pelli per far dei palloni pie-
ni d* aria , nei quali , che fono lunghi cinque in fei
piedi , e groflì diametralmente due , legandoli infie-
me , tragittano i fiumi, ed anche fi ardifcono ad en-
F 4 tra-
»
v
X so x
trare nel mare per farvi la pefea . Il Cavallo mari-
ne è lo fteiTo,che il Cavallo fluviale , o Ippopota-
mo, che fi trova nei fiumi dell' Affrica» Egli dif-
ferenzianfi foltanto da quello in certa criniera , che
porta al collo. Il Gatto Marine è limile nella gran-
dezza , e nella conformazione al gatto terreftre : il
fuo pelo , che è affai folto , e morbido , è di color
bigio . Oltre ai quattro piedi , che fono cartilagino-
fi , ha una Coda groffa , lunga , e folta . E' feroce ,
e fi difende co* fuoi denti acuti dagli uomini , e dai
cani .
LXXXIII. Il Guìllin è un animale affai comu-
ne, che vive ne' laghi, nei fiumi, e nei rivi, e fi
ciba o di pefei , o dell' erba , che nafee fu i margi-
ni . Egli è grande come un cane ordinario : il fuo
corpo va ricoperto di peli di due forti , cioè , di pe-
lo lungo , e di pelo corto : il pelo corto è fino , e
folto eftremamente ; non oltrepaffa in altezza un pol-
lice , e ferve a confervare il calere dell' animale.
Il pelo lungo è un po' ruvido : il fuo colore fui dor-
fo è bruno feuro , e fui ventre bianchiccio . La tefta
è quafi rotonda : le fue orecchie fono ancora roton-
de , e brevi , e gli occhi piccoli . La fua bocca va
armata di quattro denti lunghi, ed acuti, due in al-
to , e due abbaffo . I piedi , e le mani fono membra-
ne^, e piatti , e la coda larga . La fua pelle è ftij
ma-
•
> - >-
)(8i )(
mata, e fé ne fanno dei cappelli affai buoni . Egli
pare, che fia una fpecie di Caftore . Il Coipu è più
piccolo del Guillino , a cui è fimile nella figura, e
nel modo di vivere . Il colore della fua pelle è ne-
ro , e va ancora rivenuto di due peli ; P interiore^
del quali è foave. Quello animaletto, benché anfi-
bio, fi alleva nelle cafe , e fi addorneflica , come i
cani . Vi fi trovano ancora delle Lontre, maifime_»
nelle Ifole di Chiloè , le quali non differenzianfi da
quelle di Europa .
LXXXIV. Il Lione terreftre , detto dagl'India-
ni Pag* 9 è fimile nella conformazione al Lione dell*
Affrica, a eccezione della giubba , dì cui va fprov ve-
duto , ed è grande quanto la Lioneffa Africana. Il
colore del fuo pelo è grigio biancaftro . Quello ani-
male fi trova in tutto il Chile dal gr. 24. fin al 45 9
e non Ir sa fé s* incontri più avanti. Egli vive nel-
le bofeaglie più folte , e fulle montagne più feofee-
fe, d* onde feende a procacciarfi il vitto colla mor-
te di qualche animale , malfimamente dei cavalli , di
cui va ghiotto . Il modo , di cui fi ferve nella cac-
cia, è affai inciuftriofo . Quando non gli riefee !a_
forprefa , di cui fi prevale più comunemente , fi pre-
fenta ai cavalli , o a gli altri quadrupedi fcherzan-
do, fdrajandofi per terra, e movendo la coda, e
così fi va accollando a poco a poco, finattanto che
8» ,
ì
I /
)(8* )(
gli fembra il tempo opportuno: allora fplccando un
fa Ito iimpetuofo , fi fcaglia fopra il dorfo dell' anima-
le 3 e lo fcanna prontamente colle zampe . Ma fe>»
non può fcannarlo a cagione dei falti , eh* eflb fa ,
gli aggrappa il mufo, e torcendolo verfo di fe< gli
rompe il collo . Indi prendendolo con una zampa lo
itrafeina fin* ad un bofeo , dove ne mangia quello, che
gli piace , e cuopre il reflante con rami, che taglia
dagli alberi vicini . Quetto fa nonché cogli animali
minori , ma ancora colle beftie più grandi , onde fi
vede la forza di quella orribile fiera . Una volta in-
contrandoli uno di quelli Lioni in una coppia di Ca-
valli, ch'erano legati infìeme , ne ammazzò l'uno,
e flrafcinò tutti i due per un gran tratto , percuo-
tendo colle zampe il vivo di quando in quando, ac-
ciocché coi falti , eh' egli faceva , gli agevolale lo ttra-
feico. Egli, non ottante la faa intrepidezza , evita
di azzuffarfi'coi Tori , e colle Vacche, benché quando
trova foli i vitelli , li mangia con piacere . Le vac-
che , quando egli fi accofla , fanno un circolo , met-
tendo dentro i loro figliuoli , e colle corna verfo di
lui j lo afpettano , e fé ofa attaccarle , non di rado
lo lafciano morto nel campo . Le Cavalle fi valgo-
no della tteifa indurirla , ma per 1' ordinario loro
non rlefce .
LXXXV. V Afmo? ficcorne conofea la fua po-
ca
)(83)(
— 0
ca abilità pel corfo , fi mantiene fermo nel campo
all' approffimarfi queft' implacabile nemico, e corri-
fponde alle lue finte carezze con altre limili 5 afpet-
tando P occasione di lanciargli tre, o quattro calci
coi quali jfu'ol lafciarlo diilefo in terra, e fuggirne 5:
ma fé il Lione è più pronto, e gli monta addoffa,
fi lafcia precipitofamente cadere fupino In terra 3 e^
Io fchiaccia i fé quello pure non gli riefce , corre
con furia fotto gli alberi più folti , finattantoche fi
polla sbrigare per mezzo dei rami pendenti da que-
lla fbma gravofa . Così fono pochifìimi gli Afini 9
che diventano preda del Lione. Non orlante la guer-
ra continua, che queft* animale fa a tutti i quadra-
pedi , finora non fi è ardito ad attacare P uomo, co*
me abbiamo detto altrove , benché da effo fia affai
perfeguitato , e fovente tratto a morte pel danno 3
che fa alle di lui m and re . I Naturali del Paefe gli
danno la caccia con cani ammaeflrati . Egli , fé non
può fcappare, o fi arrampica fugli alberi più alti ^
e va faltando con gran leggerezza dall' uno alP al-
tro , o fi ritira ad una rupe , o ad un tronco , che
gli cuopra il dorfo , dove fi difende coraggiofamen-
te dai cani , dei quali fuol fare una grande itrage3
fé non fono bene agguerriti , finché P uomo da lon-
tano gli tira un laccio al c©hèk allora vedendoli p#k
fo , verfa delie lagrime grolle , che gli cadono pet
le
.?
X §4 )(
le due guande . La fua pelle conciata è ottima per
far delle fcarpe , e il graffo , al dire di molti , O
utile per la fciatica .
LXXXVI. Il Guanaco , il Chiltbueque , il Guemul,
e là Vhegria fono fpecie fubalterne del genere dei
Cammelli , da cui fi diftinguono particolarmente nel
dorfo , eh' è privo di gobba . Il Huanàco , o Guanaco,
ha fel in fette piedi di lunghezza , e n' è alto da
quattro in cinque, raffomiglia quafi al Cammello per
la tefta , pel collo , pel labbro fuperiore feffo, e non
dentato, per la coda, e per la parte naturale; il
fuo dorfo è unito : i fuoi piedi fono biforcati , ed
armati di unghie appuntate, e groffe : il fuo pelo,
che fopra il dorfo è bigio , e fotto il ventre bian-
caitro , è affai fcave , e fé ne fanno dei cappelli .
Queft' animale non ha altre armi per diffenderfi ,
che la leggerezza dei fuoi piedi , coi quali fi foftie-
ne anche fu i balzi i più ripidi . Egli vive per lo più
fnlle montagne degli Andes ; non pertanto è affai
dolce, e fi addomeitica facilmente, ma fé viene ir-
ritato , fputa in faccia a quei , che P infultano. Lz
fua carne, al dire dei Campagnuoli del Paefe , è
abbaftanza buona , e poco inferiore a quella del Ca-
brato . Dal ventre del Guanaco fi cava il behuarc
più lino .
IXXXVH* Il Chilibueque partecipa del Guanàc*,
e del
)(85)(
*
c del Montone di Europa. Egli ha la tefta , il collo^
e la coda di Guanaco , e il refto di Montone , di cui
è al doppio più grande . Quindi è , che dagli Spa-
giudi vien nominato Pecora del Paefe , e dagP In-
diani Chilihueque , che vuol dire Montone del Ch'ile^
forfè per difìinguerlo dai Montoni , o damar del
Perù. Il Chilihueque è animale domestico, ed affai
flimato dagl' Indiani, fra i quali nei loro trattati di
pace , e nelle cerimonie della loro Religione vien*
ammazzato come in fegno di facrifizio . La fua car-
ne non è inferiore per la bontà a quella dei Cabra-
ti , e la fua lana è eccellente. Tre -vanfene dei bian-
chi, dei neri , dei grigi , e dei cenerognoli .La fpe-
cie di quefV animale non fi è propagata di molto ,
per la difficultà , che ha la femmina nel concepire ,
onde affinchè riceva il mafehio , bifogna foftener-
la .
LXXXVIII. Il Guemul è fimile nella conforma-
zione , e nella grandezza al Chilihueque , a eccezio-
ne della coda , eh' è come quella del Cervo . Egli
è più felvatico del Guanaco , e quafi fempre dimora
nei (iti più feofeefi degli Anàes . La Vicogna è gran-
de come una capra , e rafforaiglia affai al Guanaco :
il Aio colore è di caffè : la fua lana è fina , e mor-
bida , e fé ne porta in quantità air Europa . La fua
carne è ancora faporofa.La Vìco^ha vive nella par-
te
w
>
i
te più temperata del Regno, cioè nelle Provincie di
Coplapò, e di Cequimbo . Bifogna eh' ella fia affai
feconda, perchè malgrado la ftrage continua , che-*
fé ne fa tutti gli anni, fi trova in abbondanza. E
molto timida, e baila per fermarla nel fuo corfo ti-
iia fune , eh' abbia pendenti alcuni flocchi di lana .
Allevata fi addomeftica , come una pecora. Ond' è
degna di vituperio la negligenza , o cattiva condot-
ta dei Naturali, i quali potendo nodrirle in mandre
per tofarle alloro tempo, ne ammazzane delle mi-
gliaia pel folo intereife delia lana: quindi accaderà,
che col tempo fé ne diftriiggerà affatto un animale
cotanto preziofo .
LXXXIX. Oltre alla Volpe ordinaria vi fi ve-
de un' altra , detta Culpèu dagl' Indiani, la quale è
due, o tre volte più grande di quella : ma n' è in
tutto limile per la conformazione , colere , e proprie-
tà . Vive, come la Volpe, della caccia di uccelli
domeftici , e qualche volta ammazza gli Agnelli, quan-
do li trova feparati dalle loro madri . Si oppone ai
cani , e fuol ammazzarne alcuni , quando fi vede_*
troppo agitata da effi . Per altro quefta fpecie n@n è
tanto comune , quanto quella della Volpe ordinaria.
La Ou'ignct è una tigre piccola, che non eccede nel-
la grandezza un gatto grofib . Il fuo colore è bigio
cariato ài macchie nere rotonde . Fa guerra foltanto
ai
'
)(S7)(
ai volatili, e vìve nelle bofcaglie . Vi fi veggono
ancora molte fpecie di gatti felvatici , che differen-
ziatili fra loro nella grandezza , o nel colore , ben-
ché neffuno ecceda di molto i gatti ordinari . I. Dai-
ni, i Cervi, e le Lepri fono fimili a quell'iddi' Eu-
ropa.
XC. La Vìfcacha è della groffezza , e quafi del-
la figura di un Coniglio grande, benché nJ abbiale
gambe più brevi : il fuo pelo , eh* è foave , è mi-
Ito di bigio , e nero . La fua coda raffomiglia %*
quella della Volpe , e va provveduta di fetole tal-
mente dure , che fembrano fpini , e con effa aggi-
randola velocemente difeaccia da fé i fuoi nemici ♦
La fua carne è buona da mangiare .Vive in certe
tane , che fi forma in terra . Tutta la notte s' im-
piega in portare all' ufeio del fuo abituro tutto quel-
lo , che trova nei campi . Quindi i viaggianti, quan-
do perdono ò unofprone,ò qualche altra cofa , van-
no a cercarla alle tane delle Vifczchc , che vi fi tro-
vano , ficuri d' incontrarvela .
XCI. Il Chinne è ancora della grandezza di un
Coniglio , ma la fua figura n* è affatto differente,
e ralfomiglia piutofto a un cagnuolo . Il colore del-
la fua pelle è un turchino feuro , fuorché nel dorfo,
ove dalla tetta fin' alla coda fi vede una lifta cqhì-
pofta di molti anelli, o circoli bianchi : la fua coda
èaf-
1
ì
X « X
è affai proveduta di pelo, e va ricurvata in su, e
nel!' eftremità fi apre , e fi ferra , come quella del
pavone . Quefto animaletto è dolce , ed amante degl'
uomini , che cerca dapertutto • Egli entra nelle lo-
ro cafe , mallime nel campo , vi mangia quello che
trova , e fpalfeggia tra i cani con ogni libertà , che
non gli vien mai difputata né da quefti , ne dall'
uomo ; anzi tutti gli portano rifpetto , e lo temono,
benché non faccia male a neffuno ne coi fuoi denti,
ne colle fue ugne . Egli fi è meritato quefto falvo-
condotto per un liquore oliofo , differente dall' uri-
na , che porta in una vefcichetta fituata preifo T a-
no , dove principia la coda . Quefto liquore ha un o-
dore sì acuto , sì puzzolente , e sì Soffocante , che
con difficoltà fi troverà nelle produzioni naturali co-
fa , che gli fi raflbmigli . Oltre ciò egli è sì tenace,
che non fi diffipa fé non difficilmente, e paffato mol-
to tempo. Quando 1* animale fi vede attaccato , al-
zando prontamente i piedi pofteriori , lancia fopra 1*
aggreffore con violenza quefto fugo peftilente, e per
via di efso riman libero dal pericolo . Il veftito, che
n' è bagnato o fi abbandona del tutto , o non s' u-
fa fé non dopo reiterate lavature con del ranno for-
te . Il luogo refta inabitabile per molto tempo, poi-
che non e' è aromato , o mufehio, che pofsa fupe-
rarne il fetore . I Cani , che ne fono fpruzzati , sba-
lor-
X «* X
twpi
lordifeono, fi rivoltano nella fabbia , o nel fango,
fi tuffano fovente nell'acqua, corrono urlando co-
me furiofì per la campagna , e diventano magri ,
perchè durante la puzza , non mangiano quali nul-
la . Perciò eglino fi guardano bene di attaccar Af-
fa tta befh'a, e foltanto per errore, credendola un*,
altro animale, la affalgono.il Chìnm per altro non
adopera quefV arma Angolare, fé nen quando vien
irritato da quelli , che non fono della fua fpecie s
giacche non fpruzza mai gli altri Chìnm , quantun-
que abbia fovente i fuoi contraiti con elfi . Quefto
cattivo odore non fi fente , fuorché nel cafo di ef-
fer lanciato , la pelle , e la carne ne vanno onnina-
mente efenti • GÌ* Indiani , per impedirgli V ufo di
iiffatto liquore, lo prendono per la coda; poiché al-
lora , ftirati con effe i nervi della vescichetta , fene
chiude 1* orifizio . Eglino colla pelle di quello ani-
male, il cui pelo è molto foave3 fanno delle belle
coperte da Ietto .
XCII. Il KM è grande come una Volpe , a cui
t affomiglia per la coda , e pel refto del corpo al Coc-
codrillo . Le fuc gambe fono corte , il fu© pelo fino,
e il fuo colore cenerognolo variato di macchie bian-
che . Egli è ferociffimo , e finora non fi è potuto ad-
domefticare . L' Arda è una fpecie di Sorcio cam-
f agnuolo della grandezza di un gatto , che folamen-
G te
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-rjgrcrooMMMJW'''1"*"*1''111111'111'*1''1'111'1"1,1'11'1' ■1■1a^fT^W^'»"^'-^^"—^ " ' " ' J
te il trova nella Provincia di Copiapò .Ella è doci-
le affai, e va riveflita di una lana cenerognola ,
folta , e morbida come il miglior cotone . Il w*gu-
chen è P animale più ciiriofo del Chile . Egli è qua-
drupede interré, e alato, e unifce perfettamente V
uccello al quadrupede . La fua grandezza è come
quella di un Coniglio ordinario, grotto al di dietro,
e ftretto davanti : Va coperto di un pelume fino di
color carico di cannella . Il fuo mulo è appuntato,
i fuoi occhj grandi , rotondi , e luccicanti • Le lue orec-
chie appena fi vedono . Le ali fono membranofe come
quelle del pipistrello ; le gambe corte, e fìmili a_.
que'le della lucertola ; la coda rotonda nella fua o-
rigine , e poi larga a guifa di quella del pefee : fi-
fchia come le bifeie , e vola quanto le pernici : abi-
ta ne* buchi degli alberi , da' quali non e(cQ fé non
di notte tempo . Non fa male a neffuno , ne pur fi
fa qual fia il fuo vitto . Io non ebbi mai P occafio-
ne di offervar Affatto animale, ma da perfone de-
gne di fede , che lo efaminarono , ko avuta quefia_.
deferizione concorde. Vi è fama coftante della fua
efiftenza così tra gli Spagnuoli, come fra gP India*
ni, i quali gli diedero il nome, che porta. In tut-
to il Chile fi trovano eziandio i porcellini d' India,
i quali fi accoftano più alla figura del Coniglio, di
qutfti che fi csnefeono qua in Italia s Incontranfi an.
7
!
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1*
X 9 0(
' cora nelle campagne molte fpecie di Sorcj differen-
ti nel colore, e nella conformazione de* loro cor-
pi.
XCIII. Dagli Spagnuoli vi fono flati trafporta-
tati i Cavalli, gli Afini , le Vacche, le Pecore, le
Capre, i Porci, alcune fpecie di Cani, i Gatti, ed
anche i Topi domeflici . Tutti quefti animali fi fono
moltiplicati grandemente in queft© Paefe fenza de-
generare in nulla dalle loro fpecie primitive . (a) I
Cavalli fono generalmente belli, forti, ben fatti „
fpiritofi, ed infaticabili. Le loro unghie, mercè la
folidità del terreno, fono affai dure s onde, fuor di
alcuni , che mantengono i Signori nelle loro flalle,
tutti gli altri vanno fenza ferri . Se ne vede una gran
quantità non folamente fra gli Spagnuoli , ma an-
cora tra i barbari , che li ricevettero da coftoro. Di-
itinguonfene tre razze . La prima è de* Cavalli , che
G 2, van*
(a) 1 beftiami fono in gran numero , come pure^
gli uccelli . Cioè Pernici , Tortore , Beccaccie , &c. e te
carni fono dy un ottimo ftp or e . I Cavalli delebile fo-
no ì piò flimatì di tutta V America per la loro gran-
dezza , bellezza , e fpirito , e fé ne condurrò ancora
per cofa affai fingolare in Spagna . Gie. Eom, Coletti
v. Chile .
Par tout il fé trouve un fi grand nomhre de he*
(liaux , qu ilf apeudePais dans le Monde , qui enaìt
ttnt . M, Sanfon d' AbbzvilU Geog. v. Chili*
7
»
ì
)(9*X
vanno di trotto , ovvero ordinari , i quali fogliono
venderti* a etto , o dieci pàoli V uno , e le Cavalle
a treo quattro. Quefti vengono preferiti a tutti gli
altri da' Contadini , perchè dicono , che fono più
pronti, e più veloci nel corib . La feconda è deJ Ca-
valli ambianti , i quali nafeono con quefta proprie-
tà . Veggonfene i puledri di uno , o di due mefi ( di
cui fa menzione con meraviglia il Signor Ulloa nel
fuo viaggio ) feguire ambiando le loro madri , che
vanno di galoppo , fenza fepararfene punto . V an-
datura dì tai Cavalli è foavifllma , e al medefimo
tempo veloce . La terza razza, e più ftimata delle_»
due precedenti fi è quella de' Cavalli , che vi fi chia-
mano di Brazos , perchè all' andare alzano con leg-
giadria alternativamente le braccia . Quantunque ef-
fi abbiano naturalmente quefta particolarità , vengo-
no pure ammaeftrati da* Cozzoni, affinchè fi perfe-
zionino nel loro movimento naturale, e allora non
fi vendono a manco di 3©o,o 400 feudi V uno, maf-
fimamente nel Perù , dove fono molto ricercati . Gì'
Indiani barbari infegnano ancora a* loro Cavalli un
certo modo di ballare , mentre camminano , che non
è difpiacevole . Gli Araucani , e gli Spagnuoli Chi-
leni , allorché domano i puledri , loro cavano uno
de* nervi , 0 mufcoli fituati nella radice della co-
da. 3 acciocché elfi non la fcuotano * o alzino nel?
aru
)(9J X
andare , il che chiamano caligarli *
XCIV. Le Vacche pure fono ili tanto mimerò,
che d' ordinano fi comprano a tre feudi V una (a) •
Le campagne vafte , che vi fi trovano 6 ricche di bel-
le pafture , ne facilitano la propagazione « Vi fono
de* Signori, i quali nelle loro poifefiioni $ che fono
di molte leghe , hanno chi dieci mila , chi dodici
mila Vacche . Cofforo ogni anno ne feparano 500.
e talvolta mille 9 e mandandole ai pafcoli più pin-
gui , affinchè vi $* ingranino meglio , le ammazzano
tutte infieme nella State . Quando arriva il tempe»
determinato per quefìo macello ^ fi fa uno beccata
di legni forti in una pianura , dove s* inferrano tut-
ti i di le Vacche * o Manli , che debbono uccidere
in quella giornata « Indi a buon* ora fi lafciano an-
dare a una a una nella pianura . I Contadini 3 per
cui Affatto meftiere è lo fpettacolo più allegro, che
mai fi poffa dare % correndo indietro a tutta briglia
G 3 in
(a) Alcuni degli Autori , che hanno ferino dell* A~
merica , dicono che nel Chile vale una Vacca , 0 Man*
%o dieci feudi per quello 3 che videro pratìcarfi net Por-
ti del Regno . £' vera , che nei fuddetti forti fi fan paga-
re così dai Battimenti per una convenzione antica , che
dura finora . Il governatore del Porto ne ritiene quattri
Scudi per lui , e // reflo è pel Padrone . Il prezzo or»
dìnario delV interiore del Regno è di tre Scudi foli ,
come abbiamo detto*
'■!
;
»
•/
1
■j
)(94)(
in buoni Cavalli , tagliano loro 1 garetti con uno
fpiedo lungo da dieci in dodici piedi , e munito di
un ferro tagliente fatto a guìfa di mezza-luna . I
beccaio gli uomini a ciò desinati , le ammazzano,
come vanno cadendo , ficcando loro nella nuca la^
punta del coltello , e poi le fìrafcinano con bovi fot-
to un gran frafcato, o portico coperto di ramid' al-
beri, dove le macellano fpeditamente . Pofcia fepa-
rando la carne dal fevo, o graffo , la tagliano in-
fìrifcie fottili lunghe due, o tre piedi, e larghe li-
no, e falandola la tendono all' aria, o al fole, af-
finchè vi fi rafciughi . Quefta carne , effendo ben
fecca , s* imballa , e fi manda alle miniere , e a' Por-
ti pe* Battimenti , e pel Perù . Lo fieffo fi fa del fe-
vo . Se qualcuna delle Vacche più leggiera dell'al-
tre fcappa nel tempo dell' azione , i Contadini cor-
rendo parimente a cavallo la prendono con un lac-
cio, che gettano venti, ov trenta piedi lontano, il
«quale va legato alla fella del cavallo . Quefto ber-
cio , che ha di lunghezza 50 3o 60 piedi 3 è fatto di
cuojo vaccino torto , che effi dirompono con del fe-
vo , finché divenga morbido , e allora diventa così
forte , che tiene un toro feroce capace di rompere
un capeftro di canapa il doppio più groffo . I Cavai*
li fono talmente avvezzi a queft© efercizio , che fu-
bito che vien prefo il toro, fi fermano, ed apren-
do
^Macello cl&Lle Vacche
3 avola 4.
^3«L*: |gk_
G.Fabbrìf
'/
)(95)(
do le gambe lo foggettano, mentre che II padrone
ne fcende ad ucciderlo . Oltre alla fpecie ordinaria
vi fi vede un' altra fpecie di Vacche , le quali van-
no (provvedute di corna , e f@no brutiffime . Que-
fte formano razza Sparata, e fi difendono co idea-
ti, il di cui morfo è più formidabile a' bifolchi, che
le corna di quelle dell' altra fpecie .
XCV. La quantità di Pecore, e di Capre 5 che qui
s' incontra, non è meno grande, anzi fupera di molto
quella delle Vacche per la loro fecondità . Le peco-
re partorirono indifpenfabilmente due volte all'an-
no , e non di rado fanno due agnelli per volta. Le
Capre ancora fé ne fgravano due volte nello iteffo
anno , e rariillma è quella , che partorlfce un folo
Capretto ; ne fanno d' ordinario tre , quattro , e tal-
volta fi è veduta qualcuna farne più in un folo par-
to . Le Pecore diventano più grandi nelle Vallate
degli Andes , ahe nelle pianure del Chile proprio 0
onde vi fono molto limate le pelli di pecora, che
vengono da' Feguenches^o fia dagl' Indiani monta-
nari. La lana di quefte pecore Andine è ancora piti
lunga , e più bella di quella , che fomminiftrano le
pecore delle contrade marittime , la quale nondime*
no ha tutte quella buone qualità 3 che fi richiedono.
G 4
f.III
ì
X 96 )(
•
I
§< III.
CVI. IL Ch'Ile, attefa la fua fertilità , doveva efclu-
dert dal fuo feno ogni fpecie di minerali , 1 quali
fempre ricercano le terre aride, e fterlli . Ma non
è così : Egli è più ricco al di dentro di quello che
ila al di fuori . Vi fi truovano quafi tutti i metalli,
femimetalli, e minerali, che fi conofeono. L' Oro
è tanto comune, che un Autore, che vi abitò più di
quaranta anni , fcriffe con un' iperbole ben fondata,
€he tutto quefto Paefe era una piaftra d' oro . (a) In
fatti quafi non e' è monte in tutta la fuaeftenfione,
dove quefto preziofo metallo non s* incontri in mag^
giore, o minor quantità, (b) Trovafene talvolta an-
che in polvere nelle pianure, e bene fpeflb nella^
labbia de' fiumi , e de' rivi . (e) Queft* oro del Chi-
i£r
{a) Fr. Gregorio di Leon nel fuo Opufcolo intitolai 9
Mappa dei Chile .
(b) Si trovano qui le miniere -più ricche dell9 Oro , e
in gran numero , e fi può dire , che tutte le J uè montagne
fono piene dì quefto preziofo metallo . Quelle ancora dell*
Argento , del Rame , della Calamita , delV Argento vìvq9
del Zolfo , delCarbon fofftle et. fono fenza numero ino»
gnì parte . Gio. Dom. Coletti <v. Chile .
(e) Au deffus de ces vallee s il y a des mines d* Ar~
gent , de vif-argent , de cuìvre , de plomb , & un fi grand
nombre de mines d* or & icy , <$? par to'/t aiUeurs dans le
Chili , encore fi grande quantìte d' or dans te fobie de la
plupart dtf xìvwes , que certaìn Auteur a deb dire , que
)(97)(
le, al dire di M. Pitiche, del P. Buffer, e di pa-
recchi altri Autori Francefi , e Inglefi , è il più pu-
ro del Mondo . (a) Egli veramente fi regola d; ordi-
nario a più di' venti carati , e fovente fi truova di
ventitré , e mezzo .
CVILNelle Provincie Auftrali s' erano {coperte mól-
te miniere di un Oro eccellente, dalle quali gli Spa-
gnuoli cavavano fomme immenfe . (b) Ma gli Arau-
cani, che abitano quelle contrade, dopo averne fcac-
cia-
tout le Chili rì efl qu une piacque d' or. M. Sanfo» d* Al*
beville Geog. v. Chili . ...
(a) Que fio Regno delebile è abbondante di miniere
d* ognifpecie , ma fpecialmente d' Oro 5 e di Rame . Le^
miniere di quefla fpecie fono comunijfime . Coquimbo , Co-
piapò , e Guafco hanno miniere d3 Ore , il di cui metalli
viene per eccellenza chiamato Oro-Capote, efiendo il
più pregiabìle di qualunque altro [coperto fin qui . V In*
glefe Aut. del Gazz* Amer. v. Chile .
(b) Valdivia , quiy fut apres Almagre . , . à tire une
tres grande quantitè d* Or de ce Pàys . Ilfit travailler a
diverfes miniere s d' Or fi riches , que chaque Indien Jm
tendoìt trente , cu quarante Ducats parjour . Quand il n*
y auroit eu , que douze , ou quinze Indìens dans ce tra*
vaìl y cela pouvoit rendre trois , ou quatre cens ducats par
jour , & dans le mois environ dix mille ducats , & dans
V annee cent,oufix vìngt mille . Cela convieni a ce qu?
V Ine a Garcilazo rampone dans fon h^fioire , que le Come-
te Valdivia e ut pour fon partage une pmie du Chili ( u~
na Contea ) , & que fes fujets lui rendoient par an plus
de cent mille pezos dy or d? trìbui . M. Sanfon d' A!bs~
ville • Geog* v* Chili *
)(9S)(
•
«Iati coftoro , le chiafèro affatto , e non permette-
rò a chi che fìa d' intraprenderne lo fcavo . Le pili
famofe miniere , che al prefente fi lavorano nella
parte , che poffedono gli Spagnuoli , fono quelle di
Copìctpo , Cuttjco , Coquimbo , Andaeollo , Petorca , Li-
gua , Pennuelns , Tìltìl , Caren, Aìguè 3 Talea y e H#/7-
Irpataga- .
XC Vili. Ritraggefi quivi l'Oro in duemaniere,cioè
o fpezzando con picconi di ferro, e talvolta con del-
la polvere , i fallì , che ne fono impregnati , o lavan-
do la fabhia de' fiumi , dove fi vedono delle parti-
celle di quefto metallo. La prima è fempre preferi-
ta all' altra dalle perfone beneftanti pel gran van-
taggio, che loro ne deriva . Non citante ella è af-
fai difpendiofa ; perchè , oltre alla fanca , fi richie-
dano molti finimenti , e un Mulino particolare per
ridurre in polvere le pietre metalliche . Quefto mu-
lino , che fi chiama Trapìche , ha due macine collo-
cate a guifa di quelle dell' Infrantolo , dove fi ma-
cinan le olive. Un gran canale d'acqua fa girare la
macina fuperiore entro un caffone circolare, ove fi
mette il metallo. Un altro canaletto v' introduce al
di fopra un pò d' acqua , la quale , bagnando conti-
nuamente i fafn , ne agevola la macinatura , e traf-
porta per un buco in certi pozzi, detti maritate,^
parti più fonili . Eflendo tutto il minerale polveriz-
za-
)(99)(
zàto vi sJ infonde il mercurio , il quale raccoglie^
tutte le particelle d' oro, che incontra, formandone
un globo biaricaftro, à cui poi il fuoco reftituifce^I
bel color giallo , e la durezza .
XCIX. La feconda fpecie di miniere s' abbandona
per lo più a quelli, che non hanno un capitale {uffici-
ente per le fpefe , che domandano fui principio k-»
precedenti . Coloro mettendo la fabbia in una fpe-
cie di navetta fatta di corno 3 che chiaman© Vorun*
r>a , la lavano bene , e poi raccolgono i granelli d*
oro, che pel loro pefo rimangono al fondo ; ma co*
me n n adoperano il mercurio, ne perdono più del-
la metà . Non oftante il profitto n' è afTai confide-
rabile. Unr uomo dabbene, che s* impiegava nelle
invernate in si fatto lavoro , mi diife 9< che la tetti*
mana, che gli fruttava meno , gliene dava cinque
feudi. In fatti vi s' incontrano qualche volta de' pez-
zi alfai grofli . Io ne vidi alcuni , che pefavano da
tredici fin a quindici oneie .
C. L'Oro, che annualmente fi cava nel Chile s|
dai monti, come dalle fabbie, facendo un computo
prudente, arriverà bene a quattro milioni . Ogni an-
no fé re batte un miiion , e mezzo alla Zecca. Par-
te del refto va fuori ad Regno in polvere 9 o inJ
mafie , e parte s' impiega in fupelletili sì di Ghie-
fa, come di cafa, cioè in fibbie, anelli , pendentif
ed
;/
X IO°
)
ed altri arredi donnefchl , giacché non vi è donna al-
cuna, eccettuatene le mendicanti, che fono pochif-
fìme , la quale non abbia i pendenti almeno d' O-
ro. (a)
Le
(a) 11 ninnerò di gente , che sy impiega nelle mì-
mere , è affai piccolo , perchè la maggior parte de* Ter-
razzani, vedendo morir poveri molti de' Minatori, fi
perfuade, che quejìo meBìere lungi da arricchire, [pian-
ti piutoflo quelli , che vi s' applicano . Ma s* ingannano
mi fer abilmente , attribuendo un effetto reale a una ca-
gione chimerica . Le vere cagioni della povertà de* Mi-
natori fono i vizj ìnfepar abili da fiffatta razza di gen-
te . Cojloro vedendo tutti ì giorni V oro fra le loro mani
fi avvezzano a difpregiarlo . Così tutto quello che gua-
dagnano lo fcìalacquano con una prodigalità incredibi-
le in ifiravizi , e nel giuoco , avendo fempre in bocca
un proverbio inventato da loro > cioè che i monti non
dimandano conti. Eglino fono giunti a tal punto di ec-
cedo in quefia materia , che qualora v* entra un nuovo
lavoratore , e proccura rifparmiar qualche cofa , cerca-
no tutti z modi poffibilì per {piantarlo, affinchè fi fpoglì ,
come effi dicono , di un vizio cotanto dtf onorevole alla no-
hil profetfìone metallica , quaV è V amore al danaro . 1
Troprietarj ancora delle miniere perdono pììi della metà dì
quello che fruttano i loro metalli % perchè ì lavoratori
che fono gli unici , che pojfono entrare nelle cave , na-
f condono i pezzi più e ùnfider ab ili ^ che fé ne incontrano .
Oltre ciò qui fi cofluma , che i Padroni delle miniere conce-
dano a* low minatori tutti i dì un* ora , e le fefle tutta la
notte , acciocché efp ne ritraggano per loro quella quantità
dì metallo , chepofiano dentro quel tempo preferito . Co-
jloro 9 nel mentre che lavorano pe' loro Padroni , la/ciano
Vi
X*oO(
CI. Le miniere dell' .argento vi fono ancora co-
muni , ma perchè P effrazione n' è più faticofa , e
dì/pendiofa di quella dell' oro , fé ne lavorano po-
che. Tra quefte è molto rinomata quella , che fi fco-
perfe nella Valle di Ufpallatayh quale è fituata fra
i monti degli Andes tra i gr. 31 ,e 33. di Iat. Aufh
Qiiefta miniera fu ritrovata t* anno 1638. ma allo-
ra , quantunque foflero grandi indizj della ricchezza^
che vi è, fi trafcurò di lavorarla o fia per mancan*
za di Operaj, o di danaro , finche nell' anno 1762.
due perfone intelligenti , che vi arrivarono mandate
dal Viceré del Perù , riconofciuto il teforo , che vi
fi occulta 9 incoraggiarono allo fcavo d'elfo gli abi-
tanti di Mendoza , Città della Provincia di Cujo di-
pendente dal Prefidente del Chile , e poco dittante
da Ufpallata. I Mendozini s' impiegano al prefente
neir effrazione di sì ricco metallo con un profitto
immenfo.
CU. Laminiera fi diftende nella Valle a maniera dì
fafcia per lo fpazio di 40. leghe incirca, effendo lar-
^a da nove in dieci piedi . Quella vena va accorci*
pa-
ivdietro le pani più ricche dette vena , che poi [cavano ,
quando arriva il loro turno . Quindi i Proprietarj ricevo-
nt> un danno grandifjtmo . Il peggio fi è , che tal difordi*
3* fono irremediabilì, pnìrhè fi '> ' p&drnn* ttytaJSftsm dì por m
vi riparo 3 non troverebbero chi volere Uro ferwire •
1
1
>
r
i
1
i
?
).( 102 )(
pagliata di molte altre piccole , che fi diramano qua,
e là per tutto quel terreno . Erta fi divide fecondo la
uia lunghezza in cinque parti , o filoni inuguali •
Quello , che ila nel mezzo , è largo due oncie , e
diiferenziafi dagli altri nel colore. Delfo vien ftima-
to da' minatori come la matrice del metallo, il che
gli ha fatto dare il nome di Guida ; eflendone come
il fiore , o la parte più ricca . Le due lille , che gli
ftanno accanto , fi chiamano Vìntene , ed i loro me-
talli fono inferiori a quello della Guida . Le altre.»
due efteriori finalmente fi nominano Brojfa, e ren-
dono meno delle Pinterie . Quefta miniera non è fu-
perficiale ; ella s' interna profondamente in terra , e
T anno 1766. alcuni degli fcavi avevano già 160.
braccia di profondità. Si è feoperto ancora che la
ricchezza del metallo crefee in ragione dell' altez-
za del buco .
CHI. Il metodo , di cui fi fervono que' Cittadini per
feparare I- argento dalle parti eterogenee , è il fe-
guente . Primo: riducefi il metallo in polvere minu-
tirfima in un Mulino detto anche Tipiche come quel
dell' Oro , benché ne fia un pò differente nella co-
rruzione . Secondo : crivellali quefta polvere in una
fpecie di ftaccio fatto di fila fiottili di ferro , e poi
fi diitende in Cuoj di vacca, dove fi mefcola con^
fa!e, mercurio^ e fango ben putrefatto 3 e verfando*
vi dell' acqua fé ne fa una malfa , la quale per lo
fpazio di otto , o dieci giorni fi batte , calpefta , e
rivolge diligentemente due volte al giorno . Terzo;
Mettefi la mafia , dopo le operazioni precedenti , in
un caffone , o truogolo di pietra , donde per mezzo
dell' acqua, che vi fi verfa , difeiogliendofi fcolaper
un buco in alcuni pozzi fcavati appiè del caffone ,
nel fondo de' quali 1* argento amalgamato col mer-
curio retta come un globo bianco . Quarto: cavafene
quefto globo, e meffo in un facco di lino fi compri-
me fortemente, affinchè pe' fori del facco feorra 1'
argento vivo • Quinto : gli Operaj in certi modelli
fatti a capriccio danno alla maffa , che in quefto fia-
to è tanto morbida , quanto una parla di farina, tut-
te quelle figure, che lor vengono in tefta o di uccel-
li , o di animali , o di fiori, ec. Una gran parte*
dell' argento vivo, che reità, fcappa fratanto pe*
buchi, che fi lafciano appofta in quelli modelli. Se-
ilo: come il mercurio a difpetto di tutte quefte com-
preffioni non abbandona del tutto _P argento , la maf-
fa finalmente fi getta in un forno ben accefo , doy*
elfo fvanifee interamente , e 1' argento rimane puro,
bianco , e folido .
CIV. Elfendo flati efaminati a Lima ì metalli di
quella miniera , gli Operaj più periti del Poto/i di-
chiararono 3 che la Guida rendeva per ogni Caffo-
f
i
)C1°4)(
IpWBBBMBMBaBBBaBMI
*<? (a) più di dugento marchi d' argento puro; che
quefto ileiTo metallo mefcolato con quello delle Jtò*.
tem ne dava cinquanta incirca ; che la Brofa ne foni,
miniftrava quattordici. Non fo fé le Pinterie fiano
tote efaminate da per fé fole. Ora riducendo i mar-
chi al prezzo corrente delle miniere, il CafTone del-
la Guida rende 1600. feudi . Quel delle Pinterie me-
fchiate 400., e quel della Brojfa m, Se paragonia-
mo quefto prodotto con quello della famofa mi-
niera del Potosì, troveremo, che quefta miniera,
che è fiata la più celebre del mondo , mai arrivò a
fruttare quaranta marchi per Cafone s Che i Proprie-
tarj, che ne ritraggono otto , diventano ricchi; e
the quelli, che non ne cavano che fei, flanno be-
ne • Il pregio maggiore delle miniere Potofine fi è
la durazione . Ma i ChilenI ancora pofTono fperare,
che quefte del loro Paefe dureranno almeno al pari
di quelle, perchè V eftenfione è più grande, e gi'
jndizj finora loro promettono un fondo inefauribi-
le . Oltre a quefta miniera fi lavorano nel Chile al-
cune altre , tra le quali quelle di Gòrmaz non lun-
gi dalla Capitale, e quelle di Cor* nel Copiapò ren-
do-
^ (a) Qhìamafi CafTone tra ì Minatovi una quanti-
tà di metallo , 0 minerale, che pefa cinquanta quin-
tali .( Ogni Quintale fi compone di cento libre di onde
fedscì ognuna *
*tec
)( 105 )(
dono trenta marchi d* argento netto per cartone .
C V. Le miniere di rame non fono meno frequenti
in quello Paefe di quelle dell' oro, e il rame che
fé A cava viene collocato dal Signor di Ulloa im-
mediatamente dopo quel di Corinto tanto vantato
dagli Antichi . (a) In fatti oltre a molte altre qua-
lità , che lo rendono eccellente , elfo fi ritrova per
lo più mefcolato coli' oro. Laonde i Francefi, che
vi fecero al principio di quefto fecolo un traffico con-
fiderabile , ne procurarono acquiftar tutto quel che
poterono , per ritrarne poi quefto preziofo metallo *
Quantunque fifatte miniere fieno innumerabili , aon
fi lavora fé non a quelle , ove i Proprietari trova-
no in ogni caiTone la metà al manco di rame net-
to , perche altrimenti pretendono , che perdono la^,
loro fatica . Nulla ottante tra le Città di Copiapò ,
H e
(a) Nelle Contee di Coquimbo , e di Guafco fon .
comunijfime le miniere di tutte le fpecie dì metalli , di
maniera- che tutta la Terra pare interamente compofta
di minerale , ed è qua dove fi lavora a quelle di rame ,
dalle quali fi cava tutto quello , che provvede il Perù , e
il Chile . Ma quantunque quejlo rame ecceda ogni altra co-
fa dì quefia fpecie finora conosciuta , fi lavora per altro con-
gran cautela alle miniere , e non fé n eftrae più di
quello che ferva per V ordinario bifogno ; frattanto che
le altre miniere quantunque conofciute per egualmente
ricche, fono lafciate intatte. V Inghfe Aut. del Gazz*
Amer. v. Chili.
1
:/
)■
I
X io<5)(
«—in iiimiiiiih ■lumi i w^aga^pme^np;
e di Coquimbo, fé ne veggono al prefente più dì
mille lavori . (a) Nella Provincia di Aconcagua fé
ne trovano altretanti ; in quella di Qillota fi fco-
perfe in quefti ultimi anni una vena , che fuper%tut-
te le altre nella qualità del rame , e nelP abbon-
danza. Nella Provincia di Maule ve ne un* altra
eccellente . La più celebre però è fiata quella del Pa-
jeny alla quale non fi lavora più, perchè il Terri-
torio, in cui fi trova, è abitato da' Barbari. Quan-
do la poffedevano gli Spagnuoli , vi s' incontravano
pezzi di cinquanta , o cento quintali di rame puro #
(b) Le relazioni , che ci rimangono di quel tempo ,
ci dicono, che quello rame era di fi bel colore , che
pareva un fimiloro ; fi ricco , che dominava più in
effo T oro, che lo fteffo rame, e fi facile da cavar-
li , che per avernclo baftava fare del fuoco appiè de*
faffi , che n* erano impregnati ,
CVI.I Terrazzani, per avere il rame netto fi vagì io -
no delle operazioni feguenti. Primo; fanno una fof-
fa
(a) Kominanfi lavori nelle miniere le buche , o
e xv e .
(b) Tutte le parti della Cordillera , verfo Santia-
go, e la Concezione abbondano di miniere di quello me-
tallo ( rame ) e particolarmente un luogo chiamato Pa-
jen , dove a varie anticamente fi lavorava , e dovc^
fi fon trovati pezzi di cinquanta , o cento quintali di
puro rame. V Inglefe eh. v. Chili.
I\«<
)( i°7)(
fa affai profonda , il cui pavimento fi forma con in
na fpecie di malfa compofta di geflb, e di offa bru-
ciate, e ben polverizzate. Quefta pafta refifte al
fuoco , non fi fende , riè lafcia poro , o buco alcu-
no per dove poffa frappare il metallo . Da' quattro
lati della foffa alzano quattro mura, le quali al di
fuori della terra fi curvano a guifa di forno - Nella
parte fuperiore lafciano una fineftra fi per mettervi
il metallo , come per offervare lo flato della lique-
fazione ♦ Fanno inoltre nella volta parecchi altri ba-
chi , affinchè n' efea il fumo , Secondo : Per avvivar
più il fuoco adoperano certi grandi mantici, che ven-
gono poftl in movimento da un canale d' acqua. Ter-
zo : Rifcaldano bene il forno alcuni giorni innanzi di
mettervi il metallo , e allorché ve lo mettono, frapon-
gono alcuni fofei di legna folida infino alla volta . Quar-
to : Qualora feorgono , che il metallo è già ben li-
quefatto , aprono uno fportello fatto appiè del for-
no , per dove il rame feorre , come un torrente di
fuoco , e riempie i modelli , che gli fi mettono ao
oanto .
CVII. Io non fono certo della quantità dì rame, che
fi cava annualmente da cotefte miniere , folamente
pollo dire che quattro in cinque Navi , che vi arri-
vano ogni anno dalla Spagna , ne trafportano in ve-
ce di faorna talvolta dieci mila , e tal altra venti
H 2. mi-
I
I
A
i
)( 108 )(
mila quintali per ciafcheduna . Le Navi Peruane ne
ritraggono trenta mila; i quali s' impiegano nel Pe-
rù nelle Fàbbriche dello zuchero , e negli altri uten-
figli domeftici . Nel Chile fé ne fa un gran confu-
mo In caldaie, lambicchi e varj altri vai! così da fa-
re il vino j e !" acquavite, come pel ferviggio del-
le cafe, e delle pofleffioni . Tutta 1' artiglieria an-
cora del Chile , e del Perù , che è affai numerofa ,
e tutte le campane d' entrambi i Regni fono fiate
fatte del rame di quello Paefe.
CVIII.Nella Provincia di Coqulmbo s' incontrano
delle miniere di ferro abbondanti, e di bella qualità;
ma perchè lo fcavo n' è proibito , portandovi dalla
Spagna il ferro , che fi abbifogna , fono finora ab-
bandonate. Le Contrade Araucane ne abbondano an-
cora , e credei! che fé ne troverebbero in molte al-
tre parti del Regno, poiché vi fono comuni le mi-
niere della Calamita . In quelli ultimi anni fi è co-
minciato a lavorare ne'll' effrazione ddV argento vi-
vo , di cui fono ripieni alcuni de* monti di Coquim-
bo . Le miniere di Stagno, Piombo, Arfenico , Co-
balto , Antimonio ec. fi mantengono tuttora intatte .
(a) Tra le molte cave, che vi fi trovano di marmi,
(a) Oltre le miniere d* oro che quivi trovanfi , vi
fono interno a Copiato diverfe miniere di Ferro, Otto-
X >°s>X
— — ■
e di diafpri di varj colori, appena fé ne lavora una*
Le montagne della Provincia di Copiapò abbondano
di miniere di faie bianco 3 giallo , turchino , e rofTo,
le quali fono trafcurate , perchè i Nazionali fi fer-
vono del fale , che fi fi in molte parti delle Cofhe-
re del Regno, e di un'altro bianchi/fimo , che fi ca-
va da alcuni rufcelli fituati fra gli Andes . Dentro
di quelle fìeife montagne s' incontrano molte minie-
re di pece , di Zolfo j e dì Salnitro . In tutto il
Hegno fi vedono differenti '{tratti di argille, e di
terre bianche , rolfe , gialle , turchine , nere , e ver-
xìi, delle quali fi fa poco ufo. Le fu ore della Ca-
pitale fanno. d' una fpecie di argilla, o terra bollare
affai leggiera bicchieri , chicchere , bottiglie , e ca-
raffe , a cui danno il colore , cke vogliono , e bene
fpefTo le indorano dipingendovi o fiori, o uccelli -
H 3 V ac-
ne , Stagno , e Piombo , alle quali non fi lavora . Vi è
ancora una gran quantità di calamita , e lapislazzu-
li che la gente del Paefe non crede efier di alcun v#+
lore . Sulle alte montagne della Cordillera vi fono mi-
niere del miglior zolfo , che fi poffa dare , e che fi ca-
vi puro puro da un filone largo due piedi , fenza che^
abbia hi fogno di effer ripurgato . . . In fiomtna tutto ti
Jtaefe è pieno di miniere di falgemma . Il Salnitro non
Z)i ì in minor quantità trovandofi nelle Valli delitti
grojfezza di un pollice fopra il terreno . V Ingleje ci-
tato v. Chili .
:/
)
V acqua contragge in effe un gradito odore, e fapore.
Qiiefti vali fi trafportario jrì quantità al Perù , ed
anche in Spagna , dove fono molto ftimati . Le don-
ne Peruane li mangiano con piacere , ficcomc le_#
Mogolefi mangiano il vafellame fatto di terra di Pat-
ina . I Tintori vi adoperano una terra , o fango bru-
no , che fi trova nelle bofcaglie 5 per tignere in nero*
CIX. La Montagna degli Andes è piena di miniere
di Criftallo , e di lapiflazzuli . (a) Nella Provin-
cia di Maule fi vede una di amatifte fine , di cui
non sì fa conto alcuno . Nei letti dei fiumi s' incon-
trano qualche volta alcuni pezzi di Smeraldi , di Ru-
bini , e d' altre pietre preziofe , i quali indicano ,
che nei monti , donde nafcono cotefti fiumi, fono
delle miniere di sì ricche pietre, ma 1' indolenza de'
Nazionali è tanta, che nefiuno fi avvifa d'indagar-
ne le origini . La mancanza ancora di artefici intel-
ligenti in quefte materie fa , che non fi fcuoprano
molte altre miniere utili, che forfè vi fi occultano,
poi-
(a) Vi fono ancora- delle miniere {limabili , e [pe-
nalmente delle ^ cave di lapiflazzuli , e di calamita, , e
quantunque vi fieno ancora dìverfe miniere d' oro e
di rame , gli abitanti trascurano di lavorarle fufficien-
temente contenti della grande abbondanza di tutte le
co fé neceTarie alla vita , delle quali la natura ha for-
nito duello Paefe . L Inglefe Aut. del Cazz. Amerk.
v. Chili.
- . ^^.
-^
)(in)(
-
poiché una gran parte de9 monti, principalmente di
quei , che compongono gli Andes , rion fono flati
anche calcati da umano piede , per quello , che fem-
bra , e ilccome ogni di fi ritrovano minerali nuovi
nelle contrade frequentate , così fi può fondatamen-
te penfare , o credere, che nelle montagne più al-
te , e nei liti più afpri 3 dove i metalli , e le gem-
me fi dilettano di nafconderfi , pofifan© trovarli delle
ricchezze immenfe ,
■ . -
Tim della Prima Parte .
H 4
COM-
ì
I
s
.
/
X "3 X
COMPENDIO
Della. Jloria Geografica , Katurale , e Civile
del Regno del Ch'ile.
PARTE IL
§. I.
I. «^iS$y^L ChJle , quando vi entrarono gli Spa~
gnuoli, era talmente popolato, che tutti i monti,
non che le valli , e le pianure 5 erano pieni di gen-
te ; la quale viveva difperfa qua 3 e là fotto molti
piccioli principi, ò regoli chiamati nella lingua del
Paefe Vlmenes . Tutti quefH abitanti non formavano,
che una fola Nazione , benché divifa m molte Tri-
bù , porche tutti parlavano lo fieffo linguaggio , a-
vevano lo fteffo colore , e gli fteifi coftumi % e fi
conducevano preflb a poco per la medefima forma^
di governo. Eflcndovi arrivati gli Spagnuoli , ed a-
vendo fignoreggiato tutto quel tratto di Paefe 5 che ca-
de tra i gradi 24. e %& di latit. Auftr. i Cofiapnì 5
i Coquimbctnì. i Quììlot&ni , i Mapochìni/i Promocaes s
ì Curi, i 6auqnes°, ed i fenconì 5 che vi abitavano,,
ne
?
■V
. v^-j-- 1
.?
X 114 X
ne difparirono a poco a poco, o fia perchè s' incor-
porarono coi loro vincitori, o perchè perduto il Do-
minio delle loro terre , fé ne ritirarono appreffo gli
altri loro compatriota , che difendevano con vi-
gore la loro libertà. I piccoli avanzi , che reftano
àdle accennate tribù, vivono infieme coi loro con-
quiflatori , o in borgni feparati fotto diverfi Si-
gnori Spagnuoli , a cui pagano un certo tributo
fotto il titolo di Commendatalo fteffo accadeteli'
Arcipelago di Chiloe, ma vi fi conferva ancora un
gran numero dei primitivi abitanti , la maggior par-
te dei- quali è f oggetti ai Gommefldafarj Spagnuoli.
Te ne fono altri tra i Naturali del Continente ver~
fo le frontiere Auftrali, che dividono gli Spagnuoli
dagli Araucani, di cui parleremmo più abbatto, i
quali abbandonata V alleanza di quefti ultimi, fi col-
legarono co* i primi, e vivono al preferite fotto la
loro protezione, liberi affatto da ogni fpecie d' ag-
gravj , e folamente obbligati ad affiflere , come au-
iiliari, nelle loro truppe. la forte però ad Mon.
lanari, e di quei che abitano nelle pianure tra i gra-
dì 37- , e 41* è molto di/Ferente. Quefti godono fi.
jiora della loro libertà , e fi mantengono in quel ge-
nere di vita in cui furono trovati dagli Spagnuoli .
Tutto il Chile dunque è al prefente abitato i. dagl'
Indiani, o Nazionali Primitivi, a. Dagli Spagnuoli
3-
Il t
X * 1 5 X
3. Dai Negri , che vi fono trafportati dall' Africa.
4. Dai mifti , che Vengono dalla mefcolanza di que-
lle differenti clafli di genti .
II.Gl* Indiani Barbari ( per diftiiìguerli così da quel-
li, che vivono tra gli Spagniioli,dicui teftè abbiamo
parlato ) fi dividono in montanari, ed abitanti del-
le pianure. I Montanari > che fono i Chi quill cinedi
Feguencbes, ed i Pueìches dimorano nelle vallate de-
gli Andes fotto tende di cuojo di Huaxato $ che tra-
fportano , quando loro torna a conto , da uh fito a
T altro , e fi foftentano con carne di cavallo. I
ChìquilUnes fi flendono nella parte più orientale di
quella montagna dal grado 34- fino al 34» e mezzo
incirca» Quefta tribù poco numerofa è la più barba-
ra di tutte le Chilene : va quafi ignuda , e il fuo
linguaggi© è un gergo del Chileno affai guaito , e
gutturale I Veguenches principiano all' Occidente.*
dai Chìquillanes , e arrivano fin al grado 37. Sono
divifi in molte dinafìie indipendenti V una dall' al-
tra; fi veftono di lana, ed in luogo di brache fi
avvolgono un pezzo di tela quadrilunga , che pende
dalla cintura in giù. Quefti popoli fono gli unici
fra gì' indigeni Cliileni , che fi fervono di fcarpe-»
contro 1' ufanza indifpenfabile dei loro compatriot-
ti , che fempre vanno fcalzi . Per far quefte fcarpe
levane dalle gambe polienori della vacca il cuojo
da!
;i
X '" 6 )(
dal garetto in giù ; indi mettono il piede in quefto
cuojo tutto frefeo per modellarlo , e quando fi afeiu-
ga bene, lo ungono con del fevo , di maniera, che
diventa morbido , come una pelle conciata . Le lo-
ro armi fono la lancia , la fciabla , ed i L&ques *
QucfH laques , che fempre portano alla cintura , fo-
no óuq f&ffi rotondi , pefanti da cinque in fei libbre,
coperti di cuojo , e legati infieme con un laccio , o
flrifcia parimente di cuojo lunga quattro in cinque^
piedi . Quando vogliono fervifene , prendono P uno
de' fafli colla mano , e aggirando P altro ali* intor-
no li gettano con gran violenza fopra i nemici , o
alle gambe, dei loro cavalli, col fine di avviluppar-
li , come quafi fempre loro riefee . Adoperangli an-
cora nella caccia , e con etti prendono gli uccelli
grotti , e gli animali felvatici . I Teguenches fono i
più trafficanti dei Chileni , e fanno il loro commer-
cio cogli Spagnuoli , ma tutto per via di baratto ,
perchè non tifano moneta alcuna. Le Colonie, che
fé n' erano ftabilite nelle campagne vicine alle falde
orientali degli Andcs negoziavano cogli abitanti del-
la Provincia di Cujo , e talvolta faccheggiavano le
tenute, ed i borghi appartenenti alla Citta ài Bue-
xos-ayres , ed affalivano le Carovane Spagnuole, che
vi andavano per motivo di commercio ; ma quelle
Colonie f dopo una guerra oftinata di dieci anni ,
fu-
I
X*i7)(
^(■R^E3M»esKrsa'WKVasW*«!SMITar,K!iU ^^'-..^fi^' - ^\.^ aagiKHIIIUIUtfl
furono affatto rovinate, ed i loro abitanti perfegtii-
tati fin dentro degli Andes dai Vampas popoli orien-
tali, e vagabondi . I Puelcbes confinano coi Peguew-
ehes , e fi fendono fino al grado 43.: fi dividono in
Orientali, ed Occidentali : .quefti abitano nelle vai-
li degli Andes, e quelli nelle pianure , che ftanno a
Levante di quefta montagna, che abbandonarono,©
per la moltitudine della gente , o per cercarli ilabi-
limenti più comodi . Quefti popoli furono nel feco-
lo paffato alleati coftanti degli Araucani , e al pre-
fente fono interamente uniti al loro dominio, e ne
formano una delle quattro grandi parti in cui elfo
fi divide. I barbari abitanti delle pianure fono i KuU
lìches , i Gìunqui , o Juncos , e gli Araucani . I Huil-
ììches dimorano tra il Fiume Bueno e V Arcipelago
di Chiloe : 1 Gìunqui tra il fiume di VaUivìa , e lo
fretto Arcipelago lungo le coftiere del Mare . Que-
ite due Tribù alleate degli Araucani fono valorofe,
e molto contrarie agli Spagnuoli , a cui chiudono
le ftrade, che per terra conducono alle Ifole di
chiloe .
III. Gli Araucani confinano al Settentrione col
fiume Bicbio , che li divide dagli Spagnuoli *• ali*
Occidente col mar Pacifico ; a mezzodì col fiume
di Valdivia , che li fepara dai Juncht , e all' Orien-
te colle contrade Patagonìch? , di maniera che ven-
gono
!
)( i i 8 )(
gono comprefi fra i gradi 36-45 , e 40 incirca.
Quella e la Nazione più celebre di tutta 1' Ame-
rica , non che del Chile , pel fuo valore , pel fuo
governo militare , e per le quali continue guerre ,
che ha foltenute contro gli Spagnuoli dal principio
della conquida fino a noftri dì . Quelle guerre fo-
lio fiate celebrate da loro ftelfi contrarj , e in par-
ticolare da Don Alfonfo d' Ercila, e da Don Fer-
nando Alvarez de' Toledo nei loro Poemi Spagnuoli
intitolati V Araucana , de* quali il primo, eh' era
perfona d' alto rango , e fé ne trovò in fette bat-
taglie campali , ne loda grandemente V arte mili-
tare, e la coftan^a con cui quello popolo difende.*
la fua libertà . Il nome di Araucani Jor viene dalla
Provincia di Arauco piccola , ma che tiene il pri-
mato fopra tutte le altre, come P Olanda rifpetto alle
Provincie unite , o fia perchè elfa ne fece antica-
mente la Conquida , ò perchè fu la prima a colle-
garfi colle fue vicine. Il nome più ordinario però
con cui elfi fi dimandano , è quello di Aucà y che
vuol dire uomo di guerra ,
IV. Quelli Araucani fono ordinariamente di
ftatura regolare ? membruti ? ma ben proporzionati.
La loro tefta, e faccia fono rotonde , la fronte piccio-
la, il nafo un pò fchiacciato , gli occhi piutofto pic-
coli, e vivi, il petto , e le fpalle larghe, le mani
eie
* I »»
--"*
X"9)(
e le dita grofie , e corte , i piedi piccoli , e piatti.
Nel loro vifaggio non fi vede mai barba alcuna, co-
sì perchè ne fono naturalmente privi , come perchè
qnando vi viene qualche pelo , lo fterpano pronta-
mente con certe mollette , che portano fempre al col-
lo . Quantunque eglino fiano j più bianchi di tutti
i Naturali dell' America Meridionale , contuttociò '
hanno la carnagione un pò olivastra, ed i capelli
neri , e ruvidi , Gli abitanti però della Provincia di
Boroa , fituata nel centro delle loro terre fono af
contrario bianchi , rolli , ed hanno gli occhi cileftri,
ed i capelli biondi come quelli degli Europei , che
nafeono dal grado 44. in sii , Eifendo la compie/fio-
ne degli Araucani robuftiffima , non cagiona in. eni
il tempo , fé non tardi, quelle mutazioni , a cui van-
no foggetti gli attempati. Dopo i feffanta o fet-
tanta anni di età cominciano a incanutire , e non-,
diventano calvi, fé non quando fi avvicinano ai cen-
to anni . La loro vita è più lunga di quella degli
Spagnuoli , e fé ne veggono molti , manime fra le
donne , che campano oltre ai cento anni , ed iniìno
all' età più decrepita confervano pure fana la denta-
tura , la vifta , e la memoria .
V. Per ciò, che riguarda alle doti dell' animo, ef-
fi fono generofi , ofpitali, fedeli nei contratti, inge-
gnofi, intrepidi, animofi 3 collanti nelle imprefe , e
nelle
li
120
<S*£??3S£lBaSH3S
nelle fatiche , e difgrazie della guerra , gelofi del
proprio onore , fprezzatori della vita , quando il trat-
ta della confervazione della patria , amanti fuor dì
modo della libertà , e della guerra , che riputano
come la forgente della vera gloria dell' uomo .
Quefte qualità però vengono offufcate fovente dall*
ubbriacchezza , à cui fi abbandonano fenza mifura,
sali' infingardaggine rifpetto air economìa domefti-
ca , e da un amore frenetico di vendicarti de' loro
nemici . V incontinenza prerTo loro non è un vizio co-
mune , e nelle converfazioni più familiari quafi mai
fi odono delle parole difonefte. Benché la poligamia
fia autorizzata dalle loro leggi, e coftumi, il nu-
mero delle donne s' indirizza più all' oftentazione,
e all' intererte , che quindi loro proviene , che alla
fodisfazione dell' appetito. Le virtudi più (limate
tra loro fono il coraggio , la fagacità , il fecreto ,
V aftuzia, la fcicnza militare, 1' amore della patria,
I' odio ad ogni genere di fervitù , la coftanza nelle
fatiche, ed in fomma tutte quelle che formano uhl.
uomo guerriero: di tutte le altre fan poco conto.
VI. La loro lingua , che non è diverfa dalla_
generale del Chile , è forfè una deHe più ammira-
bili , che li trovano al Mondo . Ella è dolce , efpref-
iìva, abbondante, e compofla con un' armonia, ò
sieccanifmo fi artifiziofo , che pare inventata dopo
un
)(!*! X
un ftudio continuo da perfone dotte, ed intelligen-
ti nelle fcienze geometriche.il fuo alfabeto ha due
lettere di più incognite agli Europei , ciò è un G
nafale, e un th che fi pronuncia toccando il pala-»
to colla lingua. Vi fono ancora due 17, comenell*
alfabeto Francefe . La F , e la Z non fi trovano in
alcuna delle loro parole, fé pure non fi voglia fa-
re Fi' U confonante * Tutti i nomi fi declinano per
una declinazióne , e tutti i verbi per una fola con-
jugazione. La maraviglia maggior fi è, che ncli*
abbondanza prodigiofa de' nomi, e de9 verbi di que-
fta lingua, non $' incontra un nome, neppur ur^.
verbo defettivo , ò anomalo . Onde fé ne poffono
fcrivere tutti i precetti in una carta , e impararne
la Teoria in otto giorni . Ella , come la Greca , ha
i duali nei nomi, e nei verbi in tutte le tre perfo-
ne del plurale, gli Aorifti , e 1' ufo frequente dei
participi , e delle compofizxoni , nel che è più ricca
ancora di quella lingua . Come la Latina , ha tutti
gli altri tempi , i modi ,\ e la voce attiva , e paffiva .
I cali dei nomi, e le perfone dei verbi fidiftinguo*
no per via di particole pofpofte, I tempi, ed imo-
di per mèzzo d* altre particelle trapofte . Le parti-
celle, che terminano le perfone del prefente dell*
indicativo , terminano eziandio le perfone degli al-
tri tempi dello ftefTo indicativo , i quali non varia-
I no
)•
■I
X ■»)(
mmamaammamaamm
no fra loro , fé non per la particola caratteriftica^
di ogni tempo . Lo fieflb accade negli altri modi .
L' indicativo del verbo Elun , che fignifica dare, ci
fervirà di faggio di fi fatto artifizio.
Vref. Sig, Elun dò
E luì mi dai
£/#/ dà
Duale Elulu Noi due diamo - * <
Eluimu Voi due date
Uluìghu Quelli due danno
Più. Eluìgn diamo
Uluimn date
Eluìghen danno
La particola caratteriftlca dell' Imperfetto è Vu9 del
Perfetto /e, del futuro a, le quali collocate avanti
la n finale della prima pcrfona del verbo \ ne for-
mano le prime di quefti tempi vg. Eluvun , Elujen,
Eluctn . Quindi lafciando la », effi prendono le par-
ticelle pofpolte delle altre perfone del prefente vg.
Mluvuim: , Elujeimi , Eluaìmi , e cosi di feguito . O-
ra come il più che Perfetto partecipa nella fua fi-
gnificazione dell' Imperfetto , e del Perfetto, fi for-
ma colle particole dy ambedue : Elujeavun, io aveva
dato. Il Futuro Perfetto Umilmente fi conpone delle
particelle del Futuro , e del preterito Perfetto : £/«-
js*n , avrò datq . Gli Aorifìì poi ricevono le partico-
le
)("3)(
le di quei tempi , a cui più fi accollano nel modo
dì lignificare , cioè il primo 9 quelle del Futuro , e
dell' Imperfetto vg. Eluavun ; e il fecondo quelle del
Preterito Perfetto, Futuro 3 e Preterito Imperfetto vg.
Elujeavun. Quello flefib ordine fi oflerva colle me-
delìme finali nella voce paffiva , dì cui la particola
ghe collocata tra la u , o le altre finali delle perfo-
ne , n* è la caratteriHica .• vg. ' Etugbe» ; Elugfaimi ;
io fono dato : tu feì dato , Eluvughen , Elujeghen : io
era dato ; io fui dato .
VII. Ogni verbo in quefV artifiziofa lingua di-
venta coir interpofizione di varie particelle , di al-
iri verbi , e dei nomi , radice di migliaja di verbi,
le particelle Tran in vano , la non , Pe forfè , Ciò
Infieme , Pa venire , Val potere; formano col fuddet-
to verbo Elun ì verbi feguenti : Elupran, db in vano;
Elulan> non dò : Elupen, forfè dò : Eluclon, db infieme con
un altro : Elupany vengo a dare : Eluvaln, pojfo dare .
loffono ancora formarli altri verbi con due, ò più
di quelle particelle : vg. Elupelan , forfè non dò .
Ve ne fono infinite altre particole , che con una^.
grazia indicibile producono con quello metodo dei
nuovi verbi . Quella lingua , amante fopramodo del-
le compofizioni , ordinariamente li compiace di fa-
re coi verbi , e coi loro accufativi altri verbi com-
polli : vg. col verbo Elun, e col nome Ruca , che
ili
/
1
Jf
V
' '■ -C
X 124 X
vuol dire la caia, forma il verbo Elurucan, dono lacci.
fa . Oltre ciò converte tutti i nomi in verbi, e tutti i
verbi in nomi, e da tutti i nomi deduce verbi, e da tutti
i verbi nomi; vg. Ruca, la e afa, Rucan, far la cafa; Cujt,
ia Luna , cujen , rifplendere la Luna ; Cume, buono ,
Cumen, effer buono ; Cudau, fatica , Cudauny durar fati-
ca ; Antu, il giorno; Anturi, farfi giorno : duamen, inten-
dere , duam.V intelletto . Colla ftefla libertà congiun-
gendo due , o tre nomi fenza unione alcuna inter-
media , ne forma un altro ; vg. Loncomilla , tefla d*
Oro, viene dalle parole Lonco ,tejla ,e milla, V Oro .
Molte volte riduce tutto un periodo ad un folo ver-
bo ; e. g. per dire ; lutatemi a dirgli U verità , fi
ferve del verbo folo Muplicolelen j e del verbo Ru-
catunmaclopaen per dire : fatemi la finezza di veni-
re ad aiutarmi a fabbricare una cafa . I fu0i verbi
non folamente rapprefentano le azioni in generale >
ma ancora fotto diverfe modificazioni ; vg. il verbo
Tbanthun fignifica tirare, o gettare; huithan tirare
verfo di fé ; huithun tirare al contrario; buìchunthun
verfo la terra •
Vili. La Keligione degl' Araucani confifle ne?
feguenti articoli . i. Credono , che ci è un Effero
iupremo, a cui danno il nome di Guenupillan , che
vuol dire 1' anima del Cielo . %. Dicono , che da^
eucflo Effere, o Nume fovrano dipendono gli altri
loro
*
)(Hi)(
loro Numi , i quali fono il Meulen Dio benefico ; il
Huecub fpirito maligno ; a cui attrlbuifcono tutte le
difgrazie, e malanni che accadono qua giù; V Epu~
namun, eh' è come il loro Marte , e di cui narrano
quafi tutte le favole $ che fi raccontano degli fpi-
riti folletti . V Antumnlguzn , o fia la moglie del So-
le , alla quale concedono la divinità, che negano al
fuo marito, cui neppure credono, che fia un effere
vivente . Di tutti quefti Dei non hanno immagine
alcuna, ne' templi, né altri luoghi a loro confata-
ti. Nel fare la pace foglioso ammazzare alcune deì.-J
4e loro pecore particolari , chiamate , Chllllhueques %
come abbiamo detto , e fpruzzare col loro fangue il
ramo di Cimelio fignificativo della pace . Nel tempo
ancora delle malattie gravi i loro Medici appellati
Mctehì , che efercitano infieme 1* uffizio di Sacerdo-
ti, cavano il cuore da una pecora, ne fucciano il fan-
gue , ed afpergono di elfo gli ammalati : guardan-
doli poi orribilmente con un certo giuoco di mano
moftrano di aprir loro il petto . In quefto mentre.*
le donne , che vi fi trovano prefenti, intuonano ua^
canto il più lugubre, che pofTa mai fentirfi . I Ma-
chi incenfano verfo i quattro cantoni della ftanza con
fumo dì tabacco 5 che è V incenfo , che ufano in fif-
fatte cerimonie ; Indi fingendoli fpiritati fi lafciano
cadere in terra , fanno des falti terribili ^ e con un
I 3 fif-
*>
<w. i
V
X »»«:x
1
•
fischio , che pare ufcito da una caverna , espongono
1* origine, i progredì , e le confeguenze del male,
che poi interpretano a loro arbitrio » fé fi trovano
cffer falfe » Gli ammalati frattanto invocano il Dio
Uealen . Quefia cerimonia impetratola fi chiama^
id&chitun .
IX. Il più ftravagante facrifizio però è quello ,
che fanno per liberare, come pretendono, dal Huz-
€uh\ loro grani. Quando quelli fono infettati \ o dai
forei,odai vermi , ne mettono tutti quelli, che
poiTono avere di quelli animali , in un facco , che
portano poi a un certo prato , luogo determinato per.
quello affare , dove tutti i circonvicini fi fchlerano
in due file diverfamente vefliti da quello, che ce-
fiumano, poiché fi cuoprono la faccia con certe ma-
fchere dì legno, e il dorfo con un cuojo di bue ben
fecco , dal quale dipendono molti pezzi di quelle
canne dette Cele» difpofti di maniera, che fanno un
grande firepito. Tutto il reilo del vellito è alTai ri-
dicolo . Nel mezzo delle due Rie fi collocano gli
VÌme»c,9 o Principi. Elfendo tutto preparato , una*
delle file cammina verfo V Oriente , e V altra ver-
fo I' Occidente, ma non tanto , che fi feparino to-
talmente V una dall' altra; perchè quando V ultima
di quella fila, che va all' Oriente, affronta V ulti*
*no dell' altra, che gira verfo il Ponente, qutflfc,
tttòr-
*
)( i*7 X
■■■pp— — ■!■■
ritorna all' Occidente, e quella, verfó 1* Oriente*
Durante quefto fucceflìvo movimento , le due file fi
dicono mutuamente tutte quelle ingiurie , ed obbro-
bri y che loro vengono in tefta, di cui le donne
partecipano più degli Uomini. Quando fi fono così
incolleriti , gli Ulmenes fé ne feparano , e quelli ,
che compongono le file > cominciano a batterli co ì
pugni, e co i baftor.! ,■ che portano feco , di modo
che molti n' efeono colle braccia rotte , e con feri-
te confiderabili , e talvolta rimane qualcheduno mor-*
to fui campo . Dappoiché fi fono barbaramente ba-
lionati i gli Ulmenes fan la pace , e allora lafciando
andar i forci , lor corrono dietro , e gli uccidono
colle loro mazze»
X. Quefli popoli credono, <? confeflano 1' im-
mortalità delle loro anime ; e dicono , che dopo la
morte vanno fopra una balena dall' altra banda del
Mare 3 dove ali* entrare , detono pagare un certo
dazio a una vecchia doganiera , che vi è , la quale
cava un occhio a quelli , che non lo pagano; chele
anime vi godono di tutte le delizie poffibili , e ok'
eternamente vi vivono mangiando delle Papero po-
mi di terra nere , fenza ìollecitudine , né affanno al-
cuno . V anima in quello ftato di feparazione qA
corpo è chiamata Pillan. Ce ne fono dei Pillarli buo-
ni, e dei cattivi , come dicono loro; I buoni fon®
I 4 U
.
I (
X I28)(
le anime degli Araucani; i cattivi quelle dei loro ne-
mici , come per efempio , quelle degli Spagnuoli .
Affermano inoltre 5 che i Pillavi poffono ripaffare il
Mare \ e venire ad ajutare i loro amici , o compa-
triotti . Laonde quando vedono fugli Andes qualche
tempefta lampeggiare , e tuonare , dicono , figuran-
dovili una battaglia reale, che i loro Pillavi com-
battono centro i Pillavi Spagnuoli là fu le nubi : il
romore delle nuvole è il calpeflio dei cavalli ; il
frequente rimbombo dei tuoni il fuono dei tambu-
ri ; e il fragore dei fulmini lo ftrepito dell' artiglie-
ria . Se la tempefta agitata dall' Oflro va verib le
parti , che abitano gli Spagnuoli , fi rallegrano gran-
demente, dicendo, che i loro Pillavi fan fuggire i
Pillavi Spagnuoli , e con grandi applaufi gli anima-
no gridando : ivabimv , ivabimv , fuen , ìaghemtimn ,
tiYequivilmv, che vuol dire.- fogniteli, feguiteli, amici, non
ne obliate compaljiove . Ma fé la tempera al contrario
va dal Settentrione al Mezzodì , fi contriflano, di-
cendo, che i ÌQW&Pìllavi vanno fuggendo vinti da*
Pillani Spagnuoli , ed efclamano : Eia volumv,puev,
namuvtumv , cioè, sin s svi , fermatevi 3 amici , sfor-
zatevi .
XI. Da quella perfuafione, in cui fono dell' im-
mortalità delie loro anime , dipendono alcune delle
cerimonie P che adoperano nei mort@ri dei loro de-
X * *s> )(
M
fonti. Quando qualcuno muore* fubito ne circonda*
fio il cadavere le donne , i figliuoli ,■ ed i parenti <,
e lo piangono , cantando delle canzóni funefte peff
un buon pezzo di tempo * Indi le donne veftendolo
coi fuoi migliori abiti , ed arredi lo collocano ìfl un
letto , che in quello tempo è alto ; 6 gli mettono
attorno le fue armi, e qualche cofa da mangiare 5
nel qual fito fuol rimanere otto, e talvolta venti
giorni 5 finché fi adunano tutti 1 parenti - Prima di
portarlo al fepolcro il Mmhì , iffeàste l parenti -ali*
intorno, lo difnuda , lo lava , e guarda diligentemcfl«
te , fé vi fia qualche veftigio di veleno 3 poiché que*
fti Medici ignoranti, o malefìci atfribuifcono a ^e«
«efizio quafi tutte le malattie * Se cafo mai vi 6dm
fc-uopre qualche fegno di feritalo di cofitufione3-an^
corchè fia antica s afferma effere entrato per quel*
la parte il veleno datogli , apre il cadavero , ne ca«
va il cuore 5 e pretende vedere In elfo gì* inditi e*»
videnti di ciò, che atficura « Mentre fi fatano quefte
cerimonie indifpenfabfli due giovini corrono furiefa*
mente a cavallo dirimpetto alla porta della ca/L, *'
Quindi veftito di nuovo il cadavere , lo portano prò*
ceflìonalmente in una cajfa di legno al fepokro pre*
parato : due donne vanno innanzi con due piatti di
cenere, che fpargono per la Grada 5 acciò che effo
«onpoffa tornar a tefa. Giunti che fono alla £efia?
ne
ì
m
1
<
ne girano due , o tre volte all' intorno , e tutti i
prefenti fanno i loro regali al morto , che gli met-
tono accanto nella caffa , o bara . La catta finalmen-
te fi mette nella fofla,e attorno delle vivanderei
fidro, e tutto il viatico bisognevole a un viandante.
Non di rado vi feppellifcono ancora un cavallo , af-
finchè il defunto fé ne ferva nel fuo viaggio, fé la
balena non gli piace. Fatto tutto quefto, fi cuopre
la fofla con terra , e al di fopra fi alza di falli , e
di zolle usa fpezie dì piramide.
XII. Sì conferva fra quefti popoli qualche me-
moria del Diluvio univerfale . Quando ci viene uru
terremuoto più. gagliardo degli ordinari, corrono tut-
ti a' monti detti da loro Tenten , cioè , a quelli, che
terminan3 in tre punte, e vi portano dei viveri
per molti giorni , e dei piatti di legno fopra le lo-
to tefte. Dicono, che aaticamente venne un gran
diluvio, che inondò tutta la terra, ed anche i mon-
ti più alti , eccettuatine i Tenten , che ne furono e-
fenti , per certa virtù , che hanno dì galleggiare fili-
le acque, che per quefto motivo vi procurano frap-
pare, effendo da temerfi , che il Mare, dopo una
feoffa violenta della terra , torni ad aanegarla, e che
portano fulle tefte quei piatti di legno , perchè può
accadere, che le acque diventino tanto alte, che S
Tenten giungano fino al Sole, ove fi brucherebbero
fé n-
X ' i OC
*enza dubbio le tefle * fé non ufaflerò dì fiffàtM pre-
cauzione . Ma quando loro fi oppone $ che pef què*
ito effetto farebbero migliori i piatti ài maiolica d!
quei di legno , che col fommo ardore del Sole He*
ceflariamenfe dovrebbero abbracciarli j rifponddfidj
che! loro antenati fernpre preferirono i piatti di k*
gno a tutti gli altri,
XIII. Il Governo Civile di quefto popolo IA«*
lifìocratico con qualche rniftura di Democratico 6 tuta
ta la terra , eh' elfo poHIede , fi divide feconda U
fua lunghezza in quattro grandi parti ugualmente lar*
ghe , e paralelle , dette: nella lingua del Paefe Ì$$M%
rnapu . Quefti Utammapu prendono il nome dalli lo*
io fituazioiie . Il primo fi chiama, havquen-rtiapu $
cioè terra , o paefe maritimo .• Il fecondo Ulbun*
mapu terra piana : Il terzo firen-mapu terra nevico^
fa: Il quarto, che n* è il più Orientale, éguéfa
mcipu terra dei Pini < Ogni Utammapu fi fuddivide ìtì
parecchie Provincie , ed ogni Provincia in parecchi®
contrade . In cadauno 'degli Utammapu vi è un Co*
mandante fupremo detto Toqui dal verbo Hwm% che
lignifica comandare . Ogni Provìncia ha il fuo Vìmmf
o Ha Principe ; ed ogni contrada ancora il fuo Ulmen
dipendente dal grande Ulmen della Provincia $ ficea*
me quelli dipende dal fuo Toqui. Tutti quefti Uffizi
fono ereditari, ed i primogeniti 5 tfclufe I* donne,
1 J «
H
:/
I
:
%aMMB«BWWBEwiiiuwiHfc wtiiiiiwnwwiiiiiiii iiiiiii imi ii i mma^stommummumMim ■muaf
Succedono ai loro Padri nel Toqui erto , o Dimenato *
Quando ne viene a mancare la lìnea mafculìna, i
Vallali! eleggono un'altra familia, dalla quale fanno
II loro Ulmeny il quale non può efercitare la fua au-
torità 3 finché non fia flato confermato dal Toqui dell*
Utarnmapu . Qiiefti ne informa gli altri Utamma-pu,
ed anche gli Spagnuoli , affinchè il nuovo Principe
-venga riconofeiuto in coteflà qualità da' compatriof-
tì , e dagli amici • Il fegno dell' autorità fuprema
dei Toqui è una feure, o afeia di marmo nero , e
quello della dignità degli Vlmenes , un baftone col
pomo d' argento.
XIV. Quando fi dee trattare d* un affare ap-
partenente a tutto lo flato 9 fi fa un gran congreffo
di tutta la Nazione , dove quantunque gli Ulmenes
iiano quelli , che vi debbono dire il loro fentimen-
ao , è ancora permeilo ai vafalli di proporre quelle
lagioni , che fìano importanti perla decisone. Que-
llo congreffo fi chiama Aucacoìau^ cioè concilio degli
Araucani , o Butha-Cojau gran concilio .
XV. Il compleffo delle loro leggi, che fi con-
ferva per tradizione , fi nomina Almapu . Fra que-
lle leggi fi trovano alcune affai barbare. I delitti
riputati degni di gafligo in effe , fono il tradimen-
to, P omicidio, P adulterio, il furto , e i venefizi.
Il tradimento della Patria vien punito con pena ca-
pi-
x
)( * ?, i X
pitale ad arbitrio del To^uì . V omicidio di rado me-
nta quefta pena; purché i parenti del morto fi con-
tendo della fomma, che loro efibifce V omicida,
qneib ne refta libero. I Parricidi, e gli uforlcldi non
fono gafhgati, poiché, fé i figliuoli ammazzano £
loro Padri, o quelli i loro Figliuoli, dicono , che
colloro fpargono il loro fangue , e fé i mariti ucci-
dono le loro donne, eh' erti ne fono i Padroni, e
che difpongono, come tali, della loro roba, polio-
che per averle fpendono i loro quattrini . V a-
dultetio per 1' ordinario fi paga colla vita . Il furto
fogglace ancora alla medefima pena , fé II ladro non
ha una parentela numerofa , che poffa diffenderlo »
Quando la parte offefa , e 1' offendente fi trovano
ugualmente forti, tutte le due fi fanno vicendevol-
mente la guerra , procurando 1' una rlaquiflare la
fua roba , e 1" altra ritenerla . Durante quelle ofti-
lità inteftine , che fi chiamano fra loro Maloche, gli
Vlmenes per Io più fi mantengono quieti , fenza in-
terporre la loro autorità . Così quefle correrie , o Mx-
loche, fi continuano per molti anni , efogliono paffare
dai Padri ai Figliuoli . Per gaftigare i rei dei delit-
ti menzionati non fi adopera forma alcuna giudica-
rla , né confrontazioni , né citazioni delle parti . Ci-
gni cofa fi fa tumultuariamente . La fentenza di mor-
te fi efeguifee prontamente nel reo, ò mettendogli
un
i
.lì
'
.7
i
)(I34)C
yn pugnale nel petto , o un laccio al collo , e ftra*
panandolo alla coda del cavallo.
XVI, Non fi sbrigano sì facilmente dai pretefi
fEyegoni . La ftregherìa è tra quefti popoli uno dei
delitti più abominevoli » Nulla ottante, vi fono per-
inefll i Machì, che abbiamo detto pofc" anzi effere i
loro Medici, quantunque pallino per ì più periti ftre-
goni , poiché proteitano al dottorarfi , che i loro in-
^antefimi non avranno altro fine , che il bene della
Nazione. Goftoro dunque feguendo il loro Mema,
allora che non poffbno per la loro ignoranza , o per
la forza del male fanare gli ammalati, che loro ven-
gono confidati , n' attribuirono la morte a incanta-
mento , e come gì* Indiani fono fommamente fuper-
itiziefi , gli obbligano a feoprire gli autori di quel
malefizio . I Macbì trovando occaflone opportuna per
vendicarfi dei loro nemici privati , fanno ricadere.*
fopra di elfi V accufazione . Quefto accade partico-
larmente nella morte degli Ulmeies, la quale, pur-
ché non venga da qualche cagione vifibile , è Tem-
pre imputata a quefta , o a quella forta di venefi-
zio loro fatto . Dichiarato il pretefo reo della mor?
te d^ll' Vlmen , vien fubito legato fra tre legni fic-
cati triangolarmente in terra , e al dì fotto delle co-
feie brucciato a fuoco lento, finché confelfi il htto,
ed 5 compiici . V isfr lice per abbreviare il tormen-
to
i
to fe ne confeffa 1' aurore, e dichiara per fuoi com-
plici i primi, ehe gli vengono in tefta, così innocenti,
come egli. Fatta queita falfa dichiarazione i prefen-
ti gli trapalano il petto con un pugnale, e vanno
in traccia dei afferabili dinunziati , a' quali danno
Io tfeiTo fuplizio, fe non lo prevengono colla fuga*
XVII. L* Almapi permette a tutti gli Arauca-
ni la FoligMmìa . Quindi eglino prendono per mogli
tutte le donne , che pofTon© comprare , poiché gli
fpofi , e non le fpofe , fono quelli , che debbono dar
la dote , la quale loro non torna più . Le cerimo-
nie del matrimonio per lo più il fan dì quefla ma-
niera . V amante d* accordo col Padre della futura
fpofa , e talvolta fenza la fua faputa , fi nafeonde^
con un buon drappello di amici in un flto , per do-
ve fa , che ella fuol paflare d* ordinario , e pren-
dendola la mette per forza alla groppa del fuo ca-
vallo j ove legatala erettamente feco la conduce al-
la fua cafa ,- vi concorrono i Padri , ed i Parenti del-
la fpofa, a tutti i quali lo fpofo fa dei regali, che
arriveranno alla fomma di 50 feudi ; mediante que-
llo paffaporto il matrimonio è rato. La prima fpo-
fa è fempre preferita a tutte le altre , e vien ri-
fpettata da effe come la vera conforte del Marito.
XVIII. Il Governo Militare degli Araucani è
più ragionevole del Civile , benché non vada del
CUI-
!|il
J
;/
■
tutto effente da difFetti • I quattro Toqui hanno la-,
prerogativa d' intimar la guerra , quando loro pare
laeceffaria * Quefto diritto però non è affolutamente
^fclufivo. Si fono veduti degli Ulmenes di Provincia
arrogarci quefto privilegio . Quando qualcheduno dei
Toqui vuol fare quefta intimazione manda agli altri
Toqui , e a tutti gli Ulmenes i fuoi corrieri chiama-
ti Guarpencs con certe lettere curiofe. Quelle fono
varie funicelle rofte con parecchi gruppi . Il coloro
moftra il negozio , di cui (I dee trattare : i gruppi
indicano il tempo , e il luogo del congrefi© ♦ Que-
lla fpecie di lettere fi chiama Quìppu , E' cofa vera-
mente maravjgliofa ciò che fi offerva in Affatto mo-
do di comunicazione . Quefto popolo non fi ferve
delia divifione , che noi abbiamo del tempo in Set*
timane, ed in Mei! : tutto il loro Calendario confi-
tte ne* giorni , che ia Luna appari/ce , ò non fi ve-
de ilei loro Orizonte • Effendo quefto calcolo foni-
camente equivoco per loro , contuttociò mai maa-
cano al giorno indicato , Quando fi fono cominciate
V oftilità prima di pubblicare formalmente la guer-
ra, i Toqui mandano ancora colla funicella un dito di
qualcheduno de* nemici morti , il che fi dice correr
in freccia. Tutte quelle negoziazioni fi fanno con uà
Segreto ammirabile.
XlXo Arrivato il giorno profiUo vengono tutti
i Te*
1 3 7 )(
i Toquì , e gli Vlmenes al luogo del congreilb . Vi
il tratta prima delle cagioni della guerra , le qua-
li le vengono approvate dal Aucacojau y o Butha-
cojau , cioè dal Concilip degli Araucani , o dal gran
Concilio , fi parla fubito air elezione del Generalif-
fimo , a cui deve confidarli il comando fupremo
dell' armata , e V efito della guerra . Quelta elezio-
ne fuol cadere fopra uno dei Toquì 3 che fono i Ge-
nerali nati. dello flato; ma fé neffuno di loro è a
propofito pel comando 3 porto da parte ogni ri fp et-
to , o confiderazione , fi conferifce il Generalato a
uno degli Vlmenesy e talvolta a uno dei Soldati gre-
gari , che abbia le parti requifite per quella impor-
tante carica. Così nella guerra dell' anno 1723. con-
tro gli Spagnuoli Vìlumlìù femplice foldato , ma di
gran tefta , fu eletto Toquì, e comandò con onore.*
le truppe Araucane . Fatta, e accettata V elezione
il nuovo Toquì riceve il fegno della fuprema auto-
rità , cioè la fc ure di marmo , e tutti i Toquì nati
lafciano le loro fcuri, non elTendo loro lecito por-
tarle durante il comando di queflo Dittatore. I Toquì,
e gli uimenes gli fanno giuramento di fedeltà ^ ed
ubbidienza .
XX. Il nuovo Generale impone a ciafcuno dei
Toquì il numero di Cene, cioè di Soldati , che dee
mandargli dal fuo Utarnmapu . I Toquì t affano gli Ul-
K me*
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\iLi4ghii— '" ■"■*'"»*' v* ".
X M§)(
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menes della loro giurifdizione fecondo P esenzione
dei loro Principati . Così in poco tempo fi aduna tut-
ta 1' armata, che dimanda il Generale. I Toqui an-
tichi , e gli Ulmenes non rimangono efenti dalla mi-
lizia per ragione della loro dignità. Il Generale,
radunato P efercifo , n' elegge il fuo luogotenente,
e tutti gli altri Uffiziali maggiori , e minori , che
debbono comandare i corpi , e le compagnie di trup-
pe , che loro verranno confidate . Indi deftina uno,
o due giorni, affinchè tanto i Principi, quanto i
Soldati peafino a quei mezzi, che loro parrano pili
opportuni da proporgli per P ottima riufcita della
guerra, afficurando , che pafTato quefto tempo , non
riceverà gli avvifi di nefTuno , fé non che egli ope-
rerà conforme a quello , che allora gli fembrerà più
conducente . Ricevuti i configli fi ritira co' fwoi Uf-
fiziali , e fegretamente vi fi difpongono tutte le co-
fe , che debbon farfi nel tempo dell' azione , e fi
prevengono tutti gli accidenti, che po/Tono occorre-
re, né s' intima il marciare fé non dopo cìiq ogni
cofa è ben aggiuftata . Ogni foldato dee portar
feco dalla fua cafa i viveri, e le armi neceffarie al
fuo grado • Quefti viveri per Io più fi riducono a
un facchetto di farina di frumento , o di formento-
ne prima abbruftolito , o di Pinocchj del Paefe .
XXL 1/ armata fi compone di Cavalleria , e di
Fan-
m
X i l 9 X
Fanterìa. I Cavalieri. vanno armari di lancioni , e
dì fpade larghe . L' una parte dei Fanti porta delle
picche, e V altra delle mazze di legno pefante, e
munite di chiodi , di modo che tra mazza e mazza
va una picca. Nel principio della conquida V In-
fanteria adoperava ancora 1' arco e le freccie , ma
al prefente non afa più quefto genere di arme, poi-
ché fi procura venir fubito air armi corte per evi-
tare 1' ufo di quelle da fuoco . Quefto popolo bel-
licofo no» è arrivato finora a feoprire il fegreto del-
la polvere , benché il Paefe , che abita , ne fornifea
tutti i materiali in abbondanza. Nelle battaglie ot-
tenute contro gli Spagnuoli, s' impadroni talvolta
dell'artiglieria^egli ichioppi,e di qualche piccola quan-
ità di polvere , della quale feppe far ufo con gran
vantaggio . Egli nemmeno conofee le macchine da
battere le piazze: tutte le fortezze, e città degli Spa-
gnuoli , di cui finora fi è impofleiTato le ha prefe,
o di aiTalto, o con qualche firattagemma militare
( nel che è aftutiffimo ) o per fame dopo un lungo
affedio. Nel campo di battaglia la cavalleria fi col-
loca ai fianchi dell' efercito , e la fanteria nel cen-
tro divifa in file , e in compagnie , ognuna delle
quali ha il fuo Capitano , Luogotenente , Alfiere col-
la fu a bandiera , e gli altri caporali rifpettivi . Il
To%ui fuol d' ordinano condurre 1' ala deftra , e al
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•m&H'jgsm&tmwim^MÈgij.&r' -
L-co^oter^nte-Toqui la fini (tri .
XXII. Gli finimenti militari , di cui fi fervo-
no j fono tamburi, cornette , piiferi , e certi mez-
zoflauti. I Soldati vanno veftiti alla maniera popo-
lare fenza quella diitinzione di abiti , che fi ufa in
Europa ; portano bensì delle corazze , e dei mur-
rionl ài cuojo cotto di vacca con grandi pennacchi
di belle, e vi ilo fé piume. Quando vogliono accam-
pare, e non fono molto dittanti da' nemici , fortifi-
cano i loro alloggiamenti con buone palizzate, e
trincee , e mandano delle fentinelle da per tutto .
Nel campo per la fera , ogni foldato fa il fuo fuo-
co feparato dagli altri , di maniera , che in un' ar-
mata per efempio di cinque mila uomini, fi vedono
cinque mila fuochi .
XXIII. Prima di cominciar la battaglia, emen-
do tutte le truppe collocate nei loro rifpettivi fiti,
il TQquì loro fa un difeorfo patetico , nel quale coli'
efempio dei loro antenati , che tante volte vinfero
quelli fteifi avverfarj , malgrado la fuperiorità delle
loro armi, gli eforta alla vittoria, o ad una morte
gloriofa per la libertà della Patria . Finito il difeor-
fo , fuonano I loro tamburi , e pifferi , e fi avven-
tano contro l nemici con una furia tale, che fpa-
venta i più agguerriti foldati . I più formidabili pe-
2.Ò fono i loro fanti, i quali colle loro mazze fer-
ra-
* v
X Mi X
rate , come altri tanti Ercoli , ^ramazzano tutto
quello, che loro s* oppone, e fi fanno ftrada da per-
tutto . La morte nella battaglia è per loro il mag-
gior onore, che poffono acquiftarfi in vita f quindi
lungi da temerla, la procurano per ogni dorè, man-
dando però avanti di loro molti dei nemici « Gli %h
glj appartengono a quei , che fé ne refero padroni -
I prigionieri diventano tra loro fchiavi . Il Toqui
può Separarne uno per Sacrificarlo alle ombre dei faci
Soldati morti nella guerra. Quello barbaro Sacri fi-
zio, non orlante V odio, che la Nazione porta a-
gli Spagnuoli 3 e le ordinanze dell' Mma>pu , non lì
è praticato che in uno , o due prigionieri Spagnuo-
li . Gli Araucani conofcono la clemenza , cheche ne
dicano certi Storici incoerenti , i quali coi fatti par-
ticolari , che ce ne raccontano nelle loro ftorie ,.
fmentifcono P efprefUoni generali, con cui ci dipin-
gono quello popolo come inesorabile contro 1 ne-
mici «
XXIV. Il ftiddetto Sacrifizio fi fa di quefta ma-
niera . Una compagnia di Soldati , al fuono de' tam-
buri , e degli altri frumenti militari , conduce 1!
prigioniere deftinato alla morte fopra un cavallo pri-
vo di orecchie, e di coda (il che fra loro è un fornii!®
affronto ) ad una pianura, dove tutto il recante dell'
efercito fchierato in cìrcolo 3 e colle armi in refla
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fià ad afpettarlo . Nel centro di quefto gran circolo
gli Ulmenes , e gli Uffiziali fanno un altro più pic-
colo , e nel mezzo collocano la fcure del gran Tb-
quì , a lato della quale pongono a federe in terra 1*
infelice prigioniere colle mani legate indietro , e la
faccia voltata al di lui paefe, che obbligano a guar-
dare molte volte . Indi slegandogli le mani, gli
confegnano un mazzetto di pezzuoli di bacchette ,
e uno ftecco, o legno aguzzo . Con quefto legno
dee far un buco nella terra; fatto il quale è corret-
to a nominare per ordine i foldati più valorofi del
fuo Paefe dal Generale fino al più baffo Ufficiale,
e ad ogni nome , che ne proferifce , gettare uno di
quei pezzuoli nel buco . I prefenti con grandi gri-
da , e obbrobri frattanto maledicono quei prodi , e
anatematizzano la loro memoria . Finiti i pezzuoli
gli comandano coprire il buco con terra , quafì che
vogliano feppellirvi la gloria de' nemici. Pofcia il
Toquì , o qualche altro degli Ulmenes , che fi fiano
portati meglio nella guerra, a cui cqóq quella pre-
rogativa, gli fcaglia un furiofo colpo di mazza nel-
la tefta , e fubito gli apre il petto , ne cava il cuo-
re , e Cucciandone il fangue , lo confegna agli Uf-
fiziàli, acciocché effi ne facciano lo fteffo . I Solda-
ti allora, tagliano le gambe, e le braccia del ca-
davero , ne fanno dei flauti militar! p e feparando la
te-
)C'43)(
tefta dal collo, 1' alzano in aria fopra una lancia*
Tutti i prefenù dietro a qucfta orribile infegna fan-
no attorno attorno delle fcaramuccie ftravaganti, cai-
pelando fortemente la terra, e ripetendo cantando
le ingiurie contro i loro nemici al fuono di que' fa-
nelli flauti , che hanno fatto delle offa del morto .
Quindi bevono allegramente il loro fidro , e il vino»
Durante la bevanda fi adatta al collo del cadavere
in luogo della propria, una tefla di montone bian-
co, fé il morto fìa flato un Spagnuolo, e nero s*
egli fia un Indiano , il che fi crede un grandi/limo
vilipendio . Il Tequì frattanto incenfa verfo le quat-
tro parti del Mondo con fumo di tabacco 7 borbot-
tando, e dicendo mille imprecazioni.
XXV. Quando bifogna far la pace, o quand»
arriva al Regno un nuovo Prefidente Spagnuolo , fi
fa un gran congrego tra gli Spagnuoli , e gli Aran-
cini . Quello congreflb vieti chiamato da quelli far*
lamento , e da quelli Hutnca-cojau dalle parole Hkin-
co- , o bianco, con cui eiìl nominano gli Spagnuoli , e
Cejw , che lignifica Concilio , ovvero adunanza . li
tempo dì quello Parlamento è ordinariamente il rnefe
di Novembre, e '1 fito le piarìure fituate tra i fiumi
Bttìhìo , e la Laxa nella Provincia di HuìlquiUtnu a-
bitata dagli Spagnuoli fui confine degli Araucani *
Vi fono all' intorno le fortezze 'Spaglinole Hafcimen-
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tv j Purem , Angeli, Tucapen , e Jumbel « Gli Ami-
carli fempre han pretefo , che Affatto congreflb fi fac-
cia nelle loro terre , ma eccettuato 1' Ecc. Sig.Pre-
fidente D. Tommafo Marin de Poveda, che volle
acconfentire alle loro pretensioni , neffuno degli al-
tri Prefidenti fi è mai indotto a pattar il fiume Bio-
hio y temendo qualche forprelTa dalla parte deglv In-
diani . Alcuni mefi innanzi di principiare il Parla-
mento, un Ambafciatore Spagnuolo detto Comìfiftrìo
dì Nazioni va ai quattro Utammapu , dove invita i
Toqui 3 ed i principali Ulmenes da parte del nuovo
Prefidente ad a (fi fiere al congreflb , promettendo lo-
ro ,che fi tratteranno in elfo delle cofe appartenen-
ti alla pace perpetua d' entrambe le nazioni, che fi
foddisfaranno fcambievolmente gii aggravj, e che fi
fiabilirà un' armonia permanente. Quella precauzio-
ne di avere in quelle occafioni tai congreflì , è Som-
mamente neceffaria , poiché fé qualche Prefidente fé
ne difpenfaffe, gli Araucani fi crederebbero vilipefi
dagli Spagnuoli, e come neffuna cofa gli offende
tanto , quanto il difprezzo , ricomincierebbero fenza
dubbio la guerra. Quindi è, che i Prefidenti hanno
nell* Erario Reale un affegnamento fiffo per le fpe-
fe del viaggio , e del congrefso , e una fomma da^
regalare ai Toqui, e agli Ulmenes .
XXVI. Quando fi avvicina il tempo del Parla-
li! en-
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X 145 )(
SiSwaSRiSESgW^B
taento j il Prefidente fa un' adunanza nella Città
della Concezione, alla quale affitte il Vefcovo > gli
Ulfiziali militari , ed anche i MiUIonarj , ed ili ella
fi efaminano le cofe, che debbono proporli agli A-
raucani , e tutto quello che il crede più conducente
per confervare la pace , e ridargli alla Fede Catto-
lica. In quello intermedio fi fortificano ancora pia
del folito le frontiere Spagnuole 3 e tutti i paffaggj
del fiume Biobio , affinchè gli Araucani non vengano
jn numero da farli temere, 0 portino più armi di quelle,
che fi fono pattuite - Mende arrivato il tempo preferir-
to il Prefidente accompagnato da tutti gli Uflkiali dei
Regno , dai Miflionarj , e da molte compagnie di ca-
valli , e dì fanti , fi porta al luogo del congrego 9
Vi arrivano ancora i quattro Tiqui , e gli Vlmtnfs
bene feortati . Nel Parlamento dell' anno 1723* il
trovarono 130. Vlmenes colle loro rifpettive comiti-
ve , che. afeendevano al numero di due mila 3 e qua-
ranta quattro perfone . VI concorrono eziandio da^
quafi tutte le parti dei Regno i mercanti, i quali
tutto il tempo, che dura il Parlamento , vi fanno li-
na fiera affai eppiofa . Gli Araucani accampano due
miglia dittanti dagli accampamenti Spagnuoli .
XXVII. Il congreflb fi principia con molte cos-
tefie.dair una, e dall' altra parte . Tutti i bafloni
degli Ulmtnesi dei Toqui , e quello del Prefidente Spa»
gnuo-
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)(Mó)(
gnuolo fi legano in un mazzo per denotare V unio-
ne fra le due Nazioni . Qiiefto mazzo fi colloca nel
mezzo dell' Aflamblca . Un Ulmtn , /"aiutando pri-
ma con gran riverenza tutta 1' adunanza , tenendo
nella mano manca un ramo di Canclo , e mettendo
P altra fopra il mazzo dei baffoni, fa un difcorfo
affai lungo in lingua Chilena. Un* Interprete Spa-
gnuolo , fatto prima giuramento , va /piegando ìjl,
liRgua Spagnuola punto per punto tutto ciò che l'o-
ratore Amicano dice . Il foggetto di fiffatti dimor-
fi è ordinariamente la pace , i beni , che elTa procu-
ra a tutti, i mali che porta feco la guerra, e una-,
efortazione ben ragionata alla fcambievole concor-
dia . In quefte orazioni fi oiTervano con maraviglia
tutte le parti, e le figure, che infegna la Rettori-
ca artificiale . Vi fi nota un efordio adattato al [og-
getto, un' invenzione feconda , una narrazione pu-
lita, un' argomentazione iolida , e un epilogo con-
ci fo , ed efpreiTivo , La Rettorica è V unica fciemz
che coMfcono , e a cui fi applicano gli Araucani .
Da ragazzi fi avvezzano a parlare in pubblico . Nei
loro Aucaeojw , o adunanze , che fono frequenti/li-
me, tutti hanno la libertà di aringare. I bravi O-
ratori fono fra loro tanta filmati , quante fra ì Ro-
mani antichi. Quindi nafce la premura , che tutti vi
hanno dì parlare beae la. loro lingua , e di confer-
va,-
X M7 X
#±
varne la purezza . le loro Orazioni fi rafToraigliano
un poco a quelle degli Afiafici pel frequente ufo deU
le parabole, e delle fi militudini.Effi adoperano an-
cora fovente gli apoftrofi ai circoftanti , indiriz-
zando la parola o agli UfEziali Spagnuoli fé vi fo-
no preferiti, ovvero ai loro Toqui, ed Vlmenes con u-
na varietà di frafi , e di figure , che forprende . Fi-
nito il difeorfo dell' Araucano 9 parla il Prefidento
Spagnuolo ; indi fi viene agli articoli della pace, i
quali debbono effere approvati dai quattro Toqui y <*
dai Plenipotenziari degli Vtammafu , perchè fé ne
manca qualcheduno, perdono il loro valore . Il Pre-
fidente pranza ad una tavola coi Toqui, e gli Vinte*
nes principali , e vi fa loro , ficcome a tinti gli al-
tri Vlmenes i regali della fomma , che dall' Erario
Reale viene desinata a quefto fine . Gli Araucani
ammazzano parecchi tèhUibueques , o pecore del Pae-
fe per Io ftabilirnento della pace, e poi fi ritirano
alle loro terre .
XXVIII. Quefto popolo n©n ha fortezze alcu-
ne , che portano difenderlo dalle correrie dei nemi-
ci , né Città , né Eorghi . Egli abita difperfo nelle
campagne , credendo eiTer quefto uno de* maggiori
privilegi della libertà . Le loro cafe fono di legno
coperte dì paglia fenza divifione di camere, o anti-
camere, fenza fineftre, e con una fola porta,, che
di
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di notte, chiudono con un cuojo di vacca. Siffatte
capanne fervono ancora di cucina , e vi ha ognuna
delle donne il fuo fuoco feparato da quello delle al-
tre , ove fa tutt' i dì una pietanza pel marito , di
modo, che quefti ha nella fua tavola tante pietan-
ze , quante fono le fu e mogli . In quefte cafe non
fi vede ancora letto alcuno , perchè tutti dormono
fbpra pelli di montoni, le quali quando s' alzano,
levano dal fife , dove fogliono dormire . Le maf-
ferizie domeniche fi riducono ad alcune banchine,
e ad una tavola di legno rozzo, dave mangiano fen-
za tovaglie , e fervietfe . Non vi fi vede pofata al-
cuna, una conchiglia ferve in luogo di cucchiajo . I
tondi , ed i piatti fono o di legno , o di terra . E
bicchieri di corno vaccino. Gli Ulmenes fogliono avere
dell' argenteria da tavola , ma non fene fervono , fé
no» per ricevere gli ofpiti , a cui fanno tutte le at-
tenzioni potàbili ancorché fieno Spagnuoli .
XXIX. Il vitto corrifponde alla povertà della
tavola. Quella confitte ordinariamente in legumi cot-
ti con un pò di fale, ed In luogo di pane mangia-
no delle Pape, o pomi di terra. Di odo fi cibano
di Pefci, e di Oftriche , quantunque i loro fiumi, e
il Mare ne portino in grandifiima quantità . Il loro
Paefe abbonda -ancora di uccellame, di falvaggiume,
e di animali doraeftici , che ricevettero à^gìi Spa-
smi o-
)( '49 X
gnuoli , e pure nei loro pranzi ordinar; non fi fer-
vono della carne , che pochiflime volte , alla quale
non danno altro condimento , che quello di arroftir-
la , o d' allertarla con un pò di fale , e qualche pe-
perone , di cui fono ghiotti . Il frumento , che rae~
colgono , lo mangiano cotto , o zbbruftolito , e ri-
dotto in farina .
XXX. Nel corfo però dell' anno fi difpenfa-
no qualche volta da quella dieta ftretta . Eglino, fic-
come fono amici di far comparfa , fi fanno fcambie-
volmente, mafiìme nel tempo delle raccolte, de!
conviti fontuofi , ai quali affiftono più di trecento
perfone . Quefti conviti fi chiamano Mlngacu^ e Ca~
guln . Allora non fi rifparmia niente. I volatili, e
i manzi fi ammazzano con una profusione incredibi-
le. Il vino , che comprano dagli Spagnuoli > e il fi-
<lro , che fanno , o di mele , o d* altre frutte del
Paefe, fi prefentano a tutti abbondantemente in tutto
il tempo , che dura il convito , che fuol effere quin-
dici giorni . Durante quefto divertimento $1 gli uo-
mini , come le donne , fi trovano quafi fempre ub-
briache . Quindi proviene la gran mortalità de* bam-
bini , che fi nota in quefto popolo , e la fenfibile di-
minuzione di gente , che vi è rifpettivamente al nu-
mero del fecolo paffato s perchè le madri ubbriache
per molti giorni di feguito lafciano di allattare ila*
f
Lì
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X *5°)C
ro figliuoli 5 i quali per mancanza dì cibo , periro-
no . Gli Ofpiti fono trattati colla fteffa liberalità , e
vi poffono ilare il tempo , che vogliano , fenza pa-
'gar niente pel loro vitto, ne per V alloggio , che
fempre è feparato dal refto della familia . I grandi
affari fogliono qualche volta trattari! in quefte adu-
nanze feftive negl* intervalli, che permette 1' ub-
riachezza .
XXXI. Il veftito degli Araucani è ancora affai
fempiice , e tutto di lana , poiché non conofcono 1'
ufo , che fi fa della Canapa , e del Lino . Il colore
favorito per loro è il turchino . Gli uomini ordina-
ri portano una camifeia , un pezzo di tela a guifa di
camifciuola , che chiamano pfoni , delle bracche ftret-
te , e una fpecie di tabarro , che nominano Poncho .
Quello Poncho è quadrilungo fatto a maniera di pia-
neta con un' apertura nel mezzo permetterlo alcol-
Io ; ma effo n' è pili lungo , e più largo di quella ,
éi modo, che arriva fino a mezza gamba, e infino
alle mani. Ve He fono di due forta , cioè i fempli-
ci , ed i liiiati : i femplici fono tutti turchini : il
fondo dei liftati è del color, che fi vuole , e le li-
fte , o righe, che fono più, oraeno largne , ammet-
tono divertì colori , rapprefentanti per via della t€(-
fitura, o fori , ovvero altre figure . L' orlo di Af-
fatto tabarro va tutto fregiato d* un fiocco, o nappa.
{ V lì-
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).C;.»s'0(
V ufo di quefti Ponchi pafsò dagli Araucani ai Con*-
tadini Spagnuoli, e alla gente b'afsa , non che del
Chiie, ma ancora del Perù , e del Paraguai e per
quello motivo fé ne fa un gran commercio. Gli A-
rancarli non tifano ordinariamente il cappello , itu
vece del quale portano una fafcia roffa , o diadema
intorno al capo, ornata di pallottoline di vetro j
nemmeno ufano le calzette, ne le fcarpe. La mag-
gior parte ha le gambe fempre ignude . Alcuni le cuo-
prono con certi flivaletti , che fanno di lana di va-
rj colori. Gli Ulmenes , benché fi veftano delia me-
defima maniera , che il volgo , contuttociò procura-
no diftinguerfi da elfo per la qualità dei veftiti , e
qualche volta adoperano anche gli abiti ailla Franca-
fé , che Comprano dagli Spagnuoli , particolarmente
quei tinti in grana; fi cuoprono il capo con cappel-
li fregiati di grandi pennachj , ufano fproni d* argen-
to affai pefanti , ftaffe dì ottone , e baioni col po-
mo d' argento, ma feguendo la coflumanza del lo-
ro Paefe , vanno fempre fcalzi .
XXXII. Il veftito delle donne è ugualmente
femplice ; ma affai onefto . Elleno portano in luogo-
di camifeia una tonaca di lana fenza maniche , che
arriva infino ai piedi , e viene ftrettamente legata al
corpo con una fafcia affai larga . Sopra la tonaca fi
mettono una fchiavina pure éi ianà latta a maniera
di
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S32iai£5SV«?Ì4: _?: ■■, ~i
dì queile , che ufano i pellegrini qua in Europa , e
T aggruppano d* avanti con certe laminetted* argen-
to , che chiamano Tappe!. Le donne Araucarìe fono
al pari di "tutte le altre del Mondo portate a far
eompar/a; e ad abbellirli nel modo , che poffono. Di-
vidono i loro capelli , che lafciàno crefeere affai, in
fèi treccie, le quali pendono fopra le fpalle . Si a-
dornano la tefla all' intorno con certe pietre dette
da loro Lìancas , le quali pel colore , e per la figu-
ra fembrano una fpecie di Smeraldi, che finora non
fi sa d' onde le cavano . Portano nelle orecchie pen-
denti, che chiamano Uphs , l quali non fono altro,
che una laminetta d' argento quadrata, e non lì
contentano con due fole , ma fé ne mettono fino à
jfei, o più conforme alle loro facoltà. Ufano anco-
ra maniglie, e gargantiglié di pallottoline di vetro
dì varj colori, e in tutte le dita portano anelli.
Parlano la lingua Araucana con una dolcezza am-
mirabile , particolarmente quelle, che abitano nelle
Provincie finiate fra i fiumi Cautèri, e Valdivia , e
f(pra. tutte le altre le Boroane , o quelle, che na-
scono nella Provincia di Boro* , ie quali fono bian-
che, bionde , e di belle fattezze.
XXXIII. Gli Araucani credono, che gli uomi-
ni non fono nati , che per la guerra . Quindi è ,
vàe eglino deteftan© qualunque fatica, che non s' in-
dirizzi
)(M3 X
dirizzi alla milizia , e abbandonano alle donne tutti
quei mefiieri , che nel refto del Mondo fanno gli uo-
mini , Le donne feminano il grano %. lo mietono , e
lo raccolgono , pafturano le mandre così di pecore ,
come di vacche , e di cavalli , portano la legna, fan
da mangiare, e da veftire ai loro mariti . Quelli la
mattina , pretta la collazione , che mai lafciano, mon-
tano a cavallo , e andando alla campagna vi fi ad-
delirano nel maneggio dell' armi , e dei cavalli; nel
qual efercizio diventano eccellenti. Il bagno è co-
munismo fra loro . Neil' inverno fi bagnano una_
volta al giorno ; ma nella Hate fi mantengono per
molte ore nei fiumi nuotando dall' una all' altra ri-
va talvolta fopra V acqua , e talaltra tuffati intera-
mente in effa 9 e così divengono nuotatori deftriffi-
mi. Le donne, benché fi bagnino ancora tutti i dì,
contuttociò mai lì vedono nei fiumi infìeme cogli
uomini : cercano per loro dei luoghi feparati . Subi-
to che partorirono tanto di fiate, quanto nell' in-
verno, fi tuffano intrepidamente nell' acqua col bam-
bino , affinchè effo diventi più, forte pel meftiere del-
la guerra . Gli uomini occupano il tempo , che lo-
ro lafcia libero, o V efercizio della guerra, ol' ub-
riachezza in diverfi giuochi , che fecondo il loro
genio marziale hanno fempre qualche cofa del mi-
litare »
I XXXIV.
snw
{
s
I
X 154 X
XXXIV. Fra Infiniti altri, che fi vedono fra-
loro , ne riferirò fol tanto due , acciò fene formi qual-
che idea delle recreazioni di quefta Nazione bellico-
fa: V imo fi fa nel canpo , e 1* altro in cafa. Per
giuocare al primo fi elegge una pianura lunga alme-
no un miglio, nelle di cui efiremità fi pongono cer-
ti fegni di rami d' alberi . Vi concorrono i giuoca-
tpri divifi in due bande oppofte . Ognuna di quelle
bande fi compone di quindici uomini armati di ba-
ioni ricurvati nella punta inferiore . Nel centro del-
la pianura fi fa un buco, dentro del quale fi met-
te una palla di legno , e dall' una , e dall' altra par-
te del buco fi fchierano le due bande , I due avver-
sar j , che fono più vicini al buco , ne cavano co' lo-
ro baffoni la palla, ed ogni banda procura con ogni
sforzo di portarla all' una dell' eftremità , che le toc-
ca , giacche in quefto confifte la vittoria . Quindi na-
fcono dei combattimenti vivi , e delle zuffe oftinate
fra le due fchiere oppofte, di maniera, che paflano
molte ore fenza dichiararli la vittoria per niuna del-
le parti . Quello giuoco ha le fue leggi , che fcnno
oflervare efattamente gli arbitri a ciò deftinati ; ma
a difpetto di effe vi fogliono accadere molte difgra-
zic. I contadini Spagnuoli del Chile ancora 1' ufa-
no, e fi a loro fi trovano due fazioni contrarie inu
Affatto divertimento, le quali s' eredano nelle fami-
glie e
Oivoco la4
*L GhiueccL^)
JavoLa 5
.Javola, 6.
Givoco ti CututumpeuciL
X M5)C
glie p V altro giuoco fi chiama Cututitn-peucu. Sedici,
o venti pedone prendendoti per le mani formano uà
cìrcolo, e dentro fi mette in piede un ragazzo . Tut-
ti gli altri , che vi concorrono , proccurano , o con
aftuzia, o con sforzo dj rompere quel circolo , e impa-
dronirfi del ragazzo ; nel che fi fonda la vittoria ;
ma prima di ottenerla paffa un gran pezzo di tem-
po , e molte volte gli affedjanti interamente fatica-
ti, fi vedono obbligati ad abbandonare V affedio •
XXXV, Oltre a quefti divertimenti militari il
dilettano ancora del canto, e dei balli , La lororau-
fica non manca d' armonia , ed hanno molte canzo-
ni affai affettuofe, e che col tuono della voce efpri-
mono abbaftanza o il dolore, o V allegrezza. I lo~
ro frumenti muficaU fono gli fteffi , che fervono
nella guerra, cioè il tamburo, i pifferi, e i mezzo
flauti , Ma quando cantano delle cpfe lugubri non^»
gli adoperano , perchè dicono , che V animo diverti-
to coli* armonia degli finimenti , non può concepì-
re il dolore , che fi pretende nelle canzoni malin-
coniche . Accompagnano per lo più il canto eoi bal-
lo , e con varie danze non djfgradevoli , Entrano a
ballare dieci , o dodici perfone , le quali non balla-
no tutte infieme, ma con certa armonia, ora balla-
no quattro, ora fei . Nelle danze ordinarie prenden-
dofi per le mani fanno un circolo 3 nel mezzo del
J- 2, quale
1
I
X«5*"X
guale fta in piede un Alfiere col fuo fìendardo , e^
vanno fallando attorno , bevendo frattanto del vino,
o fìdro, che fempre vi hanno accanto. Le donnea
ballano feparate dagli uomini, e talvolta quando fi
rifcaldano colla bevanda girano ancora attorno de1
circolo degli uomini , ma fenza accoftarvifi molto .
9. I I.
I. JL V fcoperto il Chile cent' anni in circa avanti
le conquide degli Spagnuoli da' Peruani fotto 1" Im-
pero dell* Inca Jupanqui , il quale vi mandò un' ar-
mata di cinquanta mila uomini a gli ordini del Ge-
nerale Sinebirueà. Quefti (oggetto le Provincie fet-
tentrionali del Regno , ma volendo inoltrarli davan-
taggio, fu interamente fconfitto da Fromaucaes /Na-
zione, che abitava nelle contrade vicine al fiume*
Maule .
II. Neil* anno poi 153$ D- Diego Almagro ac-
compagnato dalP Inca Paullu fratello dell' Impera-
dore del Perù ne intraprefe la conquifta con cinque-
cento Spagnuoli, e quindicimila Peruani. Giunto ai
confini del Chile perde cento e cinquaata de fuoi
Spagnuoli con trenta cavalli , e dieci mila dei Pe-
ruani , tutti i quali morirono di freddo nel paffag-
gio della gran Montagna degli Andes e Col recante
dell*
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)(i$7)C
dell* armata prefentò la battaglia ai Premane aet , di'
quali bravamente rifpinto fé ne ritirò al Perù.
III. Indi V anno i$4o. v'entrò più felicemente
Pietro di Valdivia con ducento Spagnuoli , molti Pe-
rù ani , ed alcune donne, ed effendo arrivato, non-,
fenza contraiti dalla parte degli abitanti, alla bella
pianura di Mapochò , vi fondò nell' anno i$4x- a' 24«
Feb. la Città di S. Giacomo, Capitale del Regno.
Nel 1550 colla gente, che gli fu mandata dal Pera
traversò fenzà oftacolo le terre dei Promaucaes , ì
quali da lui guadagnati fervirono come aufiliari fol-
to le bandiere Spagnuole'. Quefto fteffo anno fondò
fulla riva dei Mare a gr. 36.42. la Città della Con-
cezione , e vi cominciò per la prima volta a efpe-
rimentare il valore degli Araucani , avendo perduto
il fuo Cavallo , ed elfendofi veduto in gran perico-
lo di perdere ancora la vita in una battaglia , che
gli diede il Toqui AilUuilu . A difpetto però dell*
oppofizione di quefti terribili nemici , varcato il fiu-
me Biobh , d' onde cominciano le loro terre , fabbri-
cò la Città de' Confini, ovvero Angol ,z gr. 37* po-
co dittante dalla riva Auftrale di detto fiume, quel-
la dell' Imperiale a gr. 38-45. quella di Villane*
a gr. 39-ii-5 e quella di Valdivia a gr. 39-5^., e
per reprimere interamente i loro sforzi, fondò nel-
le tre più bellicose Provincie, che elfi abitano, le
L 5 &*-
X»J8)C
fortezze d' Arauco , Tucapet , e Purea > Iafciandovi it-
ila buona guarnigione •
IV* Frattanto gli Araucam vedendo con impa-*
ziefìzà occupate le loro contrade dagli Spagnùoli e-»
leiTero per loro Toqui il gran Caupotieanò , il quale.*
afiiftito dal!* attuto vecchio Colocolo configliele ariti-*
co dello flato con tino ftratagemmà ben concertate*
5* impadronì della Piazza d' Araucó i è pei4 affedio
di quelle di Purèn , e di Tucapel * Valdivia marcia
contro Caupolicano, che lo afpettavà nella pianura
éi Tucapel . Vi combatterono per lungo tempo le
due armate , ma finalmente gli Spaghuoli furono in*
teràmeRte feonfitti , e Valdivia reftò prigione , e fu
uccifo con un colpo di mazza, che gli diede un Ul-*
mert contro la volontà di Caupotìcctno * che gli vo-
leva confervar la vita . Dopo quefta vittoria Caupo*
llcctno fece fuo Luogotenente Generale il giovine Lau-
tharà , il quale eifendo paggio di Valdivia lo abban-
donò nella battàglia ^ e fu la principale caufa della
vittoria dei fuoi compatriota * Quindi divifa V ar-
mata Caupohcano affediò inutilmente le Città deli*
Imperiale j è Valdivia ^ e LautharU disfece Un' al*
tra volta V armata Spagnuola fui monte Andalicàno,
rovinò in due occafioni la Città della Concezione 9
e intraprefe P attedio di S* Giacopó Capitale del Re-
gno ; ma quando marciava contro queflà Città 3 do-
po
)(IJ9)(
po di aver fconfitti tre volte gli Spagnuoli , che prò*
curavano di opporglifijafialito improvifamente, mentre
dormiva fopra un monte , dove fi era fortificato, fu
uccifo con una freccia, che gli lanciò uno degli au-
siliari de* fuoi nemici . Quefto giovine fu chiamato
dagli Spagnuoli 1' Annibale Qhtknt , a cagione del-
le fue rapide vittorie «
V. In quefìo tempo arrivò alla Concezione eoa
buon numero di truppe, e d' armi D. Garzia Hurta„
do di Mendoza figliuolo del Viceré del Perù , il qua-
le in fette battaglie , che diede a Caupolicano , ne
abbattè le forze ; Qnefio valorofo Araucano veden-
doti perfeguitato dalla difgrazia , per afpettare qual-
che occaficne favorevole 5 fi ritirò in un bofeo , do-
ve feoperto da una fpla fu prefo dagli Spagnuoli , e
per ordine del Capitano Reinofo impalato, e faef-
tato perderla vita , avendo prima ricevute le acque
del Battemmo « Gli Àraucani fubito diedero la di-
gnità di Toqui al giovine Cftupelicané figliuolo del
precedente, il quale dopo due vittorie, che otten-
ne contro gli Spagnuoli s avendo perduta la terza»*
battaglia , che loro prefentò , fi tolfe da fé fteifo la
vita per non cadere nelle mani dei fuol nemici .
VI. Antuguenu , che gli fuccederte vinfe gli Spa*
gnuoli in altre due occafioni nel monte Anà&lìcznr
già fatale a coftoro , e vi uccife il loro Generale Pie-
L 4
tri*/
7
)(•«»)(
tro Villagra , prefe , e fmantelò le piazze di P«-
ren , e di Arauco, che erano fiate reedificate , e du-
rante P attedio di quefta ultima sfidò a duello , e fi
battè a corpo a corpo col Comandante Spagnuolo
per ben due ore , dopo le quali fi fepararono di co-
num accordo . In quefio tempo ancora attediò fenza
frutto per mezzo del fuo Luogo tenente Antunecul
la Città della Concezione . Indi volle prendere la_,
Città d' Angola ma vi fu metto in rotta . Ad Antu-
guenu fuccederono i Toqui Vaìnanancu, Caiamcura 9
Hanconìel y Cadeguala ,e dianoetica, i quali foftennero
con varia fortuna la guerra contro gli Spagnuoli .
VII. V anno 1597. fu fatto Toqui il bravo Fail-
ìamachu , il quale dopo d* avere uccifo nell* anno fe-
guente il Prefidente Spagnuolo D. Martino Lojola-*
con feffanta Uffiziali , che 1" accompagnavano riduf-
fe in fua podeftà , e rovinò affatto le Città dell' Im-
periale , Valdivia , Vìllarìca , Oforno , Angol , Santa Cro-
ie dì Coia , Canneté 5 la Concezione , Chillan , e tutte le
piazze , o forti , che gli Spagnuoli avevano tra i fiu-
mi Biobio, e Valdivia , ovvero in tutto lo flato de-
gli Araucani. I Toqui, che dipoi furono foftituiti ,
confervarono la riputazione di Paiìlamachu. Lientur ne-
gli anni 1615 , e 1% portò la guerra dalla banda fet-
tentrionale del fiume Biobio, Taccheggio le tenute,
e poffeffioni Spagnuole > ne disfece un* armata , e fi
re-
X i*OC
refe formidabile ai fuoi nemici per 1* attività del-
le Aie operazioni militari. Dall' anno 1619. fino al
1631. Putapkhun fi fegnalò in molte battaglie, che
ebbe parte cogli Uffiziali Spagnuoli , e parte col
loro Prefidente D. Francefco Lafiò.
Vili. L* anno poi 1640 il Marchefe di VaideS
fece la pace cogli Araucani , e col loro Toqui An-
tugueno II. la quale non durò, che quindici anni,
poiché Iranno »*5S il Toqui Chntaru, avendo di-
chiarata la guerra agli Spagnuoli , disfece interamen-
te il loro Sarger.te Maggiore , con tutta la fua ar-
mata , vinfe in battaglia campale il loro Prendente
D. Antonio Acunna , rovinò le Fortezze Coltura , S,
Vetro, Arauco, S. Refendo, e Boroa, che erano fia-
te edificate dopo la pace del 1640 , e da quella par-
te di Biobio i forti la Stanzia del Rey , S. Cristoforo ,
Talcamavida e la Città di Chillan . I Prefidenti Spa-
gnuoli, che fuccederono ad Acunna , acquetarono gli
Araucani fino all' anno 17x3- nel quale il Toqui VI.
Umilia, intimata di nuovo la guerra, fece fmantel-
lar le piazze di Puren , e di Arauco, e rinovò per
la terza volta la pace col Prefidente D. Gabriele^
Cano . L' anno finalmente 1766. il Toqui Curinancu.
fcacciati dall' altra parte di Biobio gli Spagnuoli ,
che vi volevano ftabilire dei borghi , fi alleò coi Pe-
htenches, e loro fece la guerra fino all' anno 1769,
970,
)(I62)(
i
I
o 70. Da ciò che abbiamo detto in compendio fi ve-
de, che il Chile è flato dall'entrata degli Spagnuo-
li fino a noftri dì il teatro della guerra , dove fi è
Segnalata I- una, e 1* altra Nazione con azioni vera-
mente eroiche, e che farebbero affai celebrate , fé
non foffero flate efeguite nélV eflremo della terra .
Gli Spagnuoli vi trovarono quefto popolo indomito,
che ha loro difputata con tenacità la gloria del va-
lore, e che ha fatto più fpiccare la loro fama acqui-
flata nelle altre conquifle dell' America. Ma fi può
dire fenza efagerazione alcuna, che quefto pezzo dì
terra loro ha coftato più di fangue , e di danaro ,
che tutto il rimanente infieme dell' America .
IX. Nulla di manco gli Spagnuoli avendo per*
ante le Città, e Fortezze, che avevano edificate da
Biebio verfo mezzogiorno , fi ù no riftrettia ftabilir-
fi fondamente nel tratto di Paefe , che fi flende dai
confini del Perù fino al fuddetto fiume Biobio • e a
e nfervare dall'altra parte foltanto alcune fortezze
fulta fponda Meridionale di quefto fiume per impe-
dire le feorrerie degli Araucari , la piazza, e porto
di Valdivia , e 1' Arcipelago di Chiloe . Il Paefe ,
che abitano, fi va ogni giorno popolando grande-
mente, e quelle felici contrade fi vedono già piene
di abitanti a difpetto delle flragi, che vi hanno fat-
to gli Araucani con una guerra sì continua , nella
qua-
KtStX
m
quale fono ritorti innumerabllj Uomini còsi dell* Urìà$
come dell' altra parte * La1 benignità , e fallibilità del
Clima però ricompénfano con nuftierofà pfópàgMiO*
ne le perdite iofferte > dì maniera , che gli Spàgrìuò*
lì, che vi abitano * lenza portarvi truppe dall' Ed*
ropa5 poifonò difenderfi ottimamente dà cjtiàluftqììg
nemico , che voglia attaccare le loro Còfté 4
X. Quelli , che vi iiàfcontì dà famiglia EtifOpet
fi chiamano Cteoll'ì b pef diftingiìérfi dagli SpàgttUoU
siati iti Europa i che vi fi ftabiìifconò « Qi\Q&i 3pà*
gnuolì Chlleni per lo più hafirid le fattezze à il CO*
lore 3 e là ftaturà a un dlpfeffo come quelle degli
Spagnuoli, che nafcono nelle parti fettentrionàli deììt
Spagna « Eglino fono affabili, amanti dei fbrèfiiefi^
generofi j coraggio!! 3 e di bello fpifito^ ina Coìiiu*
nemetite poco applicati à far del danaro * e a coti*
fervarlò , effendo fommamente portati pel liiffó * e
per palfare una vita allegra ; il che proviene dàll*
abbondanza delle cofe neceifarie per la vita* che V*
fi trova s
XI. I loro ingegni riefcono bene in tutte le (cU
enzè, a cui s' applicano, e fé ne vedono dei talen-
ti forprèndenti * Là filofofià Peripatètica $ che $' iti».
fegriàvà per 1* infelicità dei tempi É la Teologia Seo*
jafticà, è Morale, i Canoni 3 e le Leggi vi fi ftu*
diavano colla perfezione a che fi eflercitavano nelle
I
)(>«4X
)
migliori Unlverfità dell' Europa , ed in fiffatte feten-
ze fé ne diftinguevano molti uomini veramente bra-
vi . Vi fi fono veduti ancora molti Poeti eccellenti
nella Poefia Spagnuola -9 e Predicatori infìgni in quel
modo di predicare , che tanto tempo fu della moda.
I Chileni hanno date pochi/lime opere alla luce ,
che poffano garantire la verità di ciò, che affermia-
mo, così per la mancanza della flampa , come per
V immenfe fpefe , che bifogna fare per far lampare
fuori del Regno le loro compofizioni ; ma dai ma-
nofcritti , che ce ne recano, conofciamo il fondo
delle loro capacità , e talenti . Il gufto delle feten-
ze moderne col paffar , che fanno là , i libri France-
fi , comincia eziandio a fpargervi alcuni raggi della
fu a luce , e la Predicazione , fìccome la Filofofia , vi
a poco a poco riformandoli . La gente plebea , che
fi applica alle arti meccaniche, vi fa ancora dei pro«
greffi confiderabili , i quali farebbero molto maggio*
ji fé vi arrivaffero con più frequenza degli artigia-
ni intendenti , che potenzerò comunicarle più lumi»
come fecero in quefti ultimi anni certi Tedefchi O-
refici, Fabbri, e Falegnami, i quali vi hanno la-
nciati difcepoli affai periti in quefte arti .
XII. Gli Spagauoli oriundi dagli Spagnuoli Eu-
ropei, i Negri, e gì' Indiani, che vivono fra loro,
parlano la lingua Spagnupla così nelle Città, come
nel»
pw
X i^5 X
nelle Campagne. I contadini vi parlano abbaftanza.
bene , ne fra loro fi fente quella corruzione di lin-
guaggio, che altrove fa parere quafi diverfa la lin^
gua contadinefca dalla cittadina.
XIII. Gli uomini nelle Città fi veftonó alla
Francefe ; ma le donne vi ufano una maniera di
veftire, eh* è interamente diverfa da quella, che fi
ufa in Europa , e nelle altre parti dell' America 9
fuorché nel Perù, dove è la medefima . Quefta fog-
gia particolare di veftire confifte in una camifeia »
una fottana di dobbletto , una foprafottana , e una
vefte, che è diverfa fecondo la ftagione , di tela
nella fiate , e di ftoffa nell* inverno . La fottana di
dobbletto è ordinariamente orlata o di fiocchi , ©
di merletti fini, i quali vengono fuori della fopra-
fottana, e tanto quefta , come quella quafi arriva-
no alle fcarpe ; la camifeia ha di particolare le ma-
niche , le quali erano prima circolari , e talmente
larghe , che formavano un gran rotolo verfo i gom-
biti; al prefente fi ufano più firette, e arrivano fi-
no alla metà del braccio . Siffatte maniche fi fanno
o di trina intrecciata , o di pezzi di cambraja . So-
pra la camifeia portano la vefie , le maniche della
quale fono afTai larghe , e di figura circolare . Si
compongono quefte , come quelle della camifeia a o
4i trina , o pure di cambraia , lì corpo della vefte
e al*
Jr
^■■^IS^MKBI
ì
C staccato alle fpalle con naftri del colore , e fui
gallo della moda . Le fu e maniche vanno alzate fi-
ino alle fpalle , che pare formino due ali • La fopra-
fottana, che è aperta del tutto da una banda, evie-
ne incrocciata j' una cplP altra parte , è ordinaria-
mente di velluto , o di qualche altro drappo di prez-
zo, frangiata tutta intorno, e guarnita con ornamene
ti, che fono fempre di merito riguardevole, o perla
pioda? o per la qualità Fuori di quefto nella ftate hanno
un. velo quadrilungo della fteffa roba della camjfcia ,
cioè , di cambraja , o renfa più bella , e riccamente
trinata, e talvolta orlata di frangia d* oro : ma d' in-
verno fopra quefto portano un aJtro di bajetta del
colore di moda ,
XIV» Fra coterie dame è una delle principali
bellezze la piccolezza dei piedi , Per quefìo le ma-
dri hanno gran cura di avvezzar le loro figliuole
dalla loro più tenera infanzia a portare fcarpe ft re t-
tiffime , e così nella loro ftatura perfetta vengono
comunemente a non eccedere otto in nove dita, Sif-
fate fcarpe fono larghe , e rotonde tanto all' efìre*.
mità , che al calcagno , non hanno che poco o nul-
la di fuolo , perchè un pezzo di cordovano ferve
tanto pel tomajo, che per la parte di fotto * Se non
fono adattate alla figura del piede , col portarfi fi
% accomodano . Vanno fempre legate con fibbie d' o*
ro?
Vi
X i<*7)C
ro, e alle volte temperate di diamanti. Oltre a que-
Rq fcarpe per andar dentro di cafa, o quando van-
no fuori, ufano certi zoccoli, la dì cui parte, che
pofa in terra, è fatta di fuolo a maniera di tacco»
ni , tagliati a mezzo circolo, e le parti fuperiori ,
che cuoprono il piede fono di velluto ricamato d' o-
ro , o d* argento , e vengono legate con naftri . Que-
lli zoccoli fono aperti nella punta , e non hanno
calcagno, poiché vi fi mette il piede colle fcarpe,
e fi cava con facilità .
XV. Non è meno particolare la conciatura del-
la teda. I loro capelli fono o neri, o biondi, ma
tanto lunghi che arrivano fino all' eitremità delle
vefti , perciò fé gli tirano fu in fei ciocche Intrec-
ciate , attraverfo le quali è inferito un dirizzatolo
d* oro un poco incurvato con una borchietta di dia-
manti a ciafcuno de* Cuoi capi* A quefto fono attac-
cate le treccie dì maniera , che arrivano fino alle
fpalle . Nella fronte , e nella parte fuperiore della
tefta portano dei pennacchi di diamanti . Quefta con-
ciatura però non è fi flabile , che non fi muti di
quando in quando fecondo il capriccio della moda,
che là, come qua, è affai variabile particolarmente
fra le donne . I loro orecchini , o pendenti , fono
di brillanti , a* quali fi aggiunge un fiocco di fera
nera coperta di perle delle più fine » Il collo final»
men-
•>
\
¥ i
I
*
X x<58)C
mente, è le dita delle mani vanno corrifpondente-
mente abbigliate di pietre preziofe . Per andare in
Chiefa portano una foprafottana di feta con una coda
lungafei in fette piedi , la quale va foftentata da una
ferva , e un mantelletto , che varia di colore fecon-
do la moda ; Ma per ufcir a una vifita , ovvero a
prender 1* aria, ufano un' altra fpecie di foprafot-
tana fenza coda , e chiufa dapertutto , la quale è di
feta, o di velluto ben guarnita di frangie,e porta-
no un gran giojello tondo in tefta , braccialetti , e
jnaniglie d' oro contornate di brillanti , e varj altri
abbigliamenti di fommo valore . A quefte funzioni
vanno fervite da due, opiù fchiave Mutate, veftite
piceamente , e con uniformità . Le donne delle claffi
inferiori affettano fecondo la loro poflibiltà d' imi-
tare nel portamento la moda delle fuperiori ; ma
sei loro veftiti fi vede comunemente poca ricchez-
za .
XVI. I contadini fi veftono diverfaraente dai
Cittadini . Dopo la camifeia di lino, o lana fi met-
tono una camifciuola corta di ftoffa rofTa, o turchi-
ria contornata di naftri di feta , la quale s* incroc-
cia d' avanti. Le brache , che ufano , fono di pan-
no turchino , larghitfìme particolarmente verfo Ie_#
ginocchia , e le legano alle gambe con cordelle .
Cuoprono le due cuciture efteriori con frangie af.
fai
G-Fabbrij:
Hfi6^ptoflpiipi
4 y^^^^
I
GFcibbrtJ.
X i*9 X
fai larghe d* oro , o d' argento, quando hanno qual-
che pofiìbilità per farlo , effendo quefto uno del lo-
ro più fb'mati abbigliamenti , Indi in luogo di gab-
bano , o ferrajuolo fi mettono il Poncho , o Poncio,
di cui abbiamo data la descrizione altrove . Per mon-
tar a cavallo , tifano fopra le calzette certi ftivalet-
ti di lana di varj colori ; ma quelli , che guardano
le mandre di vache , li fanno di cuojo di vitello , i
quali non foiamente cuopron loro le gambe , ma an-
che le cofcie fino alla cintura ♦ Gli fprcni , di cui
fi fervono , fono o d' argento , o di ferro , talmen-
te grandi, che hanno una oncia di larghezza , e piti
d* una fpanna di lunghezza . Le fiafife fono di le-
gno duro d' un pezzo ,_ chiufe d* avanti , lunghe iì
fronte più di due fpanne; ma tanto fìrette , che ap-
pena vi fi foftiene il dito maggiore del piede . Ali*
groppa fempre portano un laccio , di cui abbiamo
parlato di fopra, nel di cui maneggio fono deftriifi«
mi di modo, che quafi mai fallano , quando lo ado-
perano per prendere le vacche , ovvero i cavalli fai-
vatici . Non è minor la deftrezza , che hanno nel
maneggio dei cavalli ; da ragazzi vi fi avvezzano
di maniera, che fembrano nati infieme cptieffi, ne
fi ardiranno mai a far un miglio a piedi, potendo-
fi dire , che fi fono dimenticati quafi del farne ufo.
Dacché fi alzano dal letto mettono la fella al loro
M c^
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"W*|P
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cavallo , ne la levano , che per dormire .
XVII. Incredibili fono le prove , che fanno in
iìffatto maneggio , ora correndo pe* monti più dirit-
ti insù, e in già dietro ai tori feroci, ora fallando
canali , e fiepì , ed ora per ifeherzo correndo o in
pkdi , o colla tetta in giù nella fella del cavallo f e
prendendo nel mezzo del più precipitato corfo una
lettera, o carta dalla terra. Ma dove fi fanno più.
ammirare fi è nel domare, che fanno, i cavalli fe-
roci di quattro , o cinque anni prefi recentemente^
dalle (cìve ; polche per grandi , è per furiofi , che
fieno i falti , che fa il cavallo , non fi fiaccano mai
dalla fella, nel che pongono tutta la loro riputazio-
ne . Se ne trovano ancora delle donne campefiri ,
che fi attentano a entrare in lizza cogli uomini in
fi/Fatti efercizj , e che realmente vi fanno delle pro-
ve forprendenti . Nelle corfe , che tifano molto que-
fti contadini , I ragazzi di nove , o dieci anni fono
quelli , che corrono a bifdolfo i barberi , con gran
pericolo della vita , come fi può facilmente intende-
re , ma che mal , o di rado ne cadono. Tutta que-
fta gente, che abita le campagne del ChiJe, è ro-
ìauftiffima , di grandi forze , e coraggio , ed eccel-
lente per la milizia ; vi fi trovano ancora molti me-
ftìzi , cioè nati da Spagnuolo e Indiana, 1 quali fo-
no arditi 3 forzuti 5 e altieri , e molto a proposto
per
X'tX
per ia guerra , ed In cfli 1* unione del fangue Spa-
gnuolo , e Indiano riefee ottimamente partecipando
con felice temperamento dell' intrepidezza, e del co-
raggio dell* una , e dell' altra Nazione.
XVIII. Le Città, e i Borghi , che fono flati
edificati dagli Spagnuoli nel Chile , hanno tutte le
jftrade diritte, e tagliate ad angoli retti, di modo
che le une vanno da Levante a Ponente s e 1* altre,
-da Tramontana a Mezzogiorno . Quefte ftrade fono
larghe 36 piedi. Nel quadri, che fanno effe, vi fono le,
«cafe degli abitanti . In ogni quadro ne fogliono et*
•fere quattro, o otto. QueiH edifizj fono di matto-
ni , e coperti di tegole , come qua in Europa , ma^
per lo più à' un folo piano a cagione dei tremuoti»
Xe parti c che riguardano alla flrada , ordinariamen-
te fono occupate da boteghe, dopo le quali fiegue
enn gran cortile, al quale fi entra per una gran por-
ta , che cade alla ftrada * Dopo il cortile vi è V ap-
partamento, dove abita il padrone della cafa. Que-
sto appartamento, fi compone comunemente d' una
gran fala , d' un' anticamera, d' una camera, e poi
<T un' altra ftanza per le ferve . V anticamera ha
xiue grandi fineftre con ferrate a fiori , e dorate ,
che guardano al cortile . Vi ftanno dì giorno le don-
ne y e vi fi ricevono le vifite . Accanto alle fine»
ftre vi è un Arato di legno lungo quanto 1' antica-.
j
X k"7*X
mera , largo la metà , e alto da terra fei in fette di-
ta, il quale va coperto .con tappeti di feta , dì la-
na, o di paglia fecondo la qualità delle perfone, e
dei tempi • Vi fiedono le donne o in cufcini , o in
ifcrannine di velluto, ne fi permette il falirvi agli
uomini, fé non quando vi hanno una gran famiglia-
Tità. Dirimpetto allo Arato fi mettono le fcranr.o
per loro • Dopo V appartamento fiegue il giardino,
il quale è adacquato da' canali , che partano par tut-
te le cafe. Attorno del giardino fono le flanze ne-
ceiTarie per il fervigio della cafa, la cucina, la Ital-
ia, e la rimefla con porta alla ftrada . Al di die-
tro vi è un portone, che guarda ancora alla Gra-
da per le cofe necelTarie alla cucina, e difpenfa .
XIX. Le cafe delle perfone ricche fono co-
mode e pulite, e fi vedono bene addobbate con bel-
le tappezzerie, fpecchj , quadri, fedie , e tavolini di
valore* Gli utenfilj così da tavola, come pel fervi-
gio della cafa , cioè , piatti , tondi , fottocoppe , ca-
barè , placche , lampioni , candelieri , ed anche i va-
li deftinati ai bifogni comuni , vi fono d* argento .
Le coppe , fottocoppe , e cannellini , con che fi pren*
de la bevanda, che fi fa dell' erba del Paraguay fé-
no ancora o d* oro, o d' argento ♦ I tavolini , che
tengono accanto le Dame nello ftrato , fono pare di
qucfto ultimo metallo , cioè tutt© il legno , di cai
fi
— • -^
X 173 X
fi compongono , è coperto di lamine d* argento. Le
carrozze vi vengono all' ufo di Spagna tirate da
Mule , ed i Cocchieri, e le livree fono Negri, [
quali portano dei collari d* argento. le perfoRe me-
no ricche ammobigliano le loro cafe a mifura della
loro poflfibilità , come accade in altre parti .
XX.' Vi fi vede ancora molta ricchezza nelle
Chiefe principali , così nei paramenti , come nei va-
li desinati al culto Divino * Nella Capitale vene fo-
no alcune affai grandi , e di bella architettura * La
Cattedrale recentemente fatta, è tutta di fafTo qua-
drato biancastro , e lunga quattrocencinquanta piedi?
la Chiefa di S. Domenico, benché più piccola, è
ancora dello fìeffo faffo . Quella , che fu dei Gefui-
ti , è di pietra cotta, ma di buona architettura, e
la fua torre, eh* è altillima , è di legno dipinto con
duodici buone campane , e un Orologio a quattro
nioftre, che fi kntQ in una gran parte della Città,
Quefta torre fu fatta di legname per motivo de' ter-
remoti . Gli architetti buoni per altro vi fono po-
chi, onde P altre Chiefe del Regno fono per lo più
di fabbrica ordinaria «
XXI. Gli Spagnuoli Chileni trafficano 2. co*
feaftimenti , che vi vanno dalla Spagna , i quali vi
lafciano le mercanzie di Europa , cioè, panni lani*
e lini , fete 3 tele d* oro , e d* argento $ ferro 5 ve-
M 3 tri
> '
< fi
5£53Bi
1
I
tri &c. , e ne ricevono dell' oro , dell» argento, del
£*ame, e qualche coi* di lana di Vkognà, e di co-
rame. 2. Coi Peruani, che vi mandano 20 , o 21
> alimenti, tra i quali molti fanno quefto viaggi©
tre volte 1* anno. Quelle navi ritraggono ogni an-
no dal Chile 224 mila Faneghe (1) di grano ; otto
mila Arrobbe (2) di vino : cinque mila botti di graf-
fo : mile quintali di carne fecca ; 48 mila quinta-
li di {evo: 12000 fuola da fc a rpe ; 50000 cordova-
ni ; ri 500. quintali di cordame; 30000, quintali di
Jtame.? 3000 facca di Coro, : 17500 libbre di man-
dorle : 4000 facca di noci : una gran quantità d' c-
gni fpecie di legumi „ il di cui valore afeende alla
fomnia dì 9500 feudi : molte caffè di frutte fecche
conferve , zafferanno j regano , allume , refina 5 zol-
fo , prefeiutti , candele di fevo , erbe medicinali &c*
un gran numero dì Ponchi, o tabarri Indiani: una
quantità confiderabile di legname, che fi cava maf~
imamente dall' Arcipelago di Chiloe , dal quale an-
cora fi mandano ogni anno al Perù 100000 tavole
d1 Alerte, e 600 legni da far carrozze « Dal Chile
eziandio parlano a Lima molti cavalli, e mule. I
Peruani in contraccambio lafciano in quefto Paefe
dell' argento in moneta , e lavorato , del zucchero*
V ■• ^ dei
l'i) Ogni fa nega pefa 16 5. libbre,
(2) Ogni arreha ha 32 boccali incirca *
v
)(*7S)(
del mele , del rifo, bambagia, e bajette . 3. Il Chi-
le traffica ancora con Buenos-Ayres , e col Para-
guai per la Provincia di Cujo s e vi manda annual-
mente 33 mila arrobe d9 acquavite : 147000. di vi-
no, e delle frutte fecche, e ne riceve dell' argen-
to in contanti, erba Paraguai 9 e cera . fi)
XXII. Oltre a quefto commercio eftemo, quello
Paefe negozia ancora con fé fleflb , cioè, vi è ufL*
traffico confiderabile , e mutuo fra le fu e Provincie,
Il Continente provvede V Arcipelago di Chiloe di
-vino , acquavite , mele, zucchero, tabacco, erba Fa**
raguaì, fai e, e peverone , e ne ritragge diverfe fp%-
eie di bel legname, tovaglie di lino , Ponchi rica-
mati, fardelle , e prefciu£tl,i quali per la loro par-
titolar delicatezza, e fapòre fono In gran richiefla
J- M 4 an-
(1) Il commercio vi e così lontano dal? effer confe-
derato dif onorante , che anzi fi difprezzano quelli y che
non avendo facoltà [ufficienti , vivono nelV indolenza 9
* trascurano ài ricorrere a queflo mezzo di poter miglio**
vare il loro flato . Quefto -partito ejfendo flato una volta
frefo dagli $pagnuoli per un vano deflderio di acquiflar
ricchezze , ade/fo è quello che realmente foftiene lo splen-
dore delle loro eafe • QuelV aver/ione pero , che poteva**
310 ì Nobili avere naturalmente pel commercio , è fla**
ta radicalmente levata per una legge Reale inferita nel-
la compilaz-io-ne delle Leggi Indiane, nella quale il Re
dichiara ? come vien praticato in Francia , e nella gran
Bretagna , che il commercio nelV America , non debba
privare ì 0 e f eluder e dalla Nobiltà, ni dal rango Militar» *
f
I
7
X n6 )(
ancora ne! Perù * Dai Porti della Concezione , e
Valparadifo > fi mandano tutti gli anni le provvigio-
ni neceffarie di farine 5 carne fecca , vino , ed altre
derrate alla Piazza , e Porto di Valdlvia per la fom^
ma di 36000. feudi. I contadini Spagnùoli, che a-
bitano nella Provincia di Maule , e verfo le frontie-
ire Araucane5 negoziano cogl' indiani barbari * Que-
Ilo commercio confìtte nel vender loro ferramenti *
morii , finimenti da tagli© 5 grano, e vino ; ma tut-
to per Via di baratto .♦ poiché quantunque i Paefi;
eh* eifi abitano i non fieno fprovveduti d* òro, che
anzi ne abbondano , non è per altro potàbile 1* in-
durgli ad aprir le miniere , neppure a manifestarle .
Sicché 1 ritorni confiftono in Tonchi , dei quali jfe ne
cavano più di quaranta mila all' anno , befiiame cor-
nuto , cavalli r penne di flruzzo, cefte cimefamen-
*e lavorate, ed altre limili bagatelle * Quefio nego-
zio benché generalmente proibito i fi fa nei Paefi
ileflì degl* Indiani, dove vanno i Vzehnl per ifirade
occulte colle loro mercanzie, e le efitano perle ca-
panne degli abitanti, a cui fidano liberalmente tut-
to quello 3 che vogliono , ficuri di e/Ter pagati pun-
tualmente nel tempo convenuto, come fempre acca-
de; perchè quelli Indiani oflervano sfattamente la
fede nei loro contratti. I Teguenches, efeono tutti
gli anni dalle lor§ montagna è fanno in dlverfe par-
ti"
Vi
X
X*77)C
luminimi i 'iii'iwiiiiiiipiiihmmihiiihih uni iiiiiiiiiiwiiwììmiìiìiTìm'ìiiiiiiiììi'iiIi rnriirTr^
ti della Provincia dì Maule urta fpecte dì fiera 5 §hi
dura imo 0 due meli, e vi portano del Sali bi&n-
chinlmOj catrame 5 geffo , lane 4 cavalli;, pelli * ed
altre CLinofità *
xxili. Nei chik non s'ufa moneta alcuna di
fame. Tutte le monete vi fono 0 d' argento 3 ò d*
oro * Tra le prime T infima è il Mèdio-reali ( oifc
fa 6. baj* 1. q< e mezzo Bolognese ••) itìdi il ReaL ( l*#
baj*effiez«) 2. Reates (is*baj«)M* ***/<?* ($Nl8Ì$f
un Pe/o ( litio Scudo Róm.) Le monete dà oro fono l^
È/W^o : 1, JE/f^; .* 4. Èfcudz : 8, Éfcudi i [ i, %. 4* ^*
Scudi Rom, ) e il t)oUon ( j^ So Rotti* )* Lg mia
iure cosi de* liquidi 5 come tutte le altre n fono %
UH dipreifd come quelle di Madrid «
XXIV. lì Chile 1 perciò 3 che riguarda al Go*
vernò Ecclefiaftieó, è divife iti due DioCefi * 0 Ve*
feovadi vaftiflimi , che fono quel di S* Giacomo » $
quel della Concezione tosi chiamati* dal tiornè del-
le Città, ove rifiedono i Vefcovl5 i quali folio M*
fragànei dell* Arcivescovo dì lima. Quel di S« Gia-
como * che precede di dieci anni 1* altro à fi tende
dal confini del Perù fino al fiume Mante % che fittilo*
va a gr*3 5« di lat* 5 e comprende Inoltre la froviti*
eia del Cujo fituatadiquà degli Andes * Quel dilla
Concezione 5 la di cui Sede fu prima fondata nel!1
inferiate, e dopo la diffrazione d'effa trasferita a que-
^
r E
■i
X 178 )(
•
I
<
1
£a Città, principia da! fuddetto fiume ilf*«fc, ed
abbraccia il refto del Continente del Chile coli1 Ar-
cipelago di Chiloe , e le Ifole di Gio. Fernand'es,
benché in una gran parte di quefta efìenficne il fno
Vefcovo fia come un Vefcovo in Ynrtìbus . V entra-
ta de* Vefcovi , e de' Capitoli quivi dipende dalle
Decime. Ora come la Diocefi di S. Giacomo ne ha
più, effendo tutta abitata da Criftiani , così l'entra-
ta del fuo Vefcovo fuol arrivare a 13000. Scudi, e
a proporzione quella de' Canonici . I Capitoli dèli'
«■a, e dell' altra Chlefa furono fondati con un nu-
mero l'ufficiente di Canonici, ma non oftante V fn-
tenzione.de' Fondatori , ve ne fono ancora pochi per
V incertezza delle rendite . La Catedrale di S. Gia-
como ha prefentemente cinque Dignità , e fei Ca-
nonicati, quattro de' quali fono di nomina Reale "
e gli altri s' ottengono per concorfo di Teologia'
e di Canoni . Quella della Concezione ha due Di-
gnità, e due Canonicati, uno de' quali parimenti è
di Homina Regia . Le Parrocchie di quefle Dioceff
fono fi vafte , che molte di effe comprendono un di-
fetto di più di trenta miglia, il che proviene co-
•ì dalla mancanza di Preti , come dal poco numero
dì gente, che vi è relativamente all' eftenfione dì
quelle contrade. Le Religioni, che finora vi fi fo-
nt «abili», fono quelle de' Francefcani Offervan-tf. '
de'
i -J,
)(t79)(
de' Domenicani, degli Agoftinianì , de' Mercedarj j
o fia della Redenzione, , e de' Fratelli della Carità*
Quefti ultimi non formano ancora una Provincia in-
tera , ma dipendono dal CommiiTario f che hanno
nel Perù . I Gefuiti pure vi avevano una Provincia*
Il Tribunale del Sant* Officio dell' Inquifizione qui^
vi mantiene un CommiiTario co' rifpettivi xniniftri*
il quale dipende dailVInquifitor Generale del Pe-
rù .
XXV. Il Governo fliperior Militare In quefta
Paefe fi compone d' nn Capitano Generale $ che fem-
pre è Governatore infieme \ e Prefidente del Regno-,
e di tre .Uffiziali Generali , che fono il Macftro di
Campo , il Sargente Maggiore , e il CommiiTario . il
Capitano Generale rifiede comunemente nella Capi-
tale : Il Maeftro di Campo nella Concezione : il Sar-
gente Maggiore nella Fortezza di /«jwWfituatanon
3ungi dal Bìobio , e il CommiiTario nella Piazza dì
jìrauco* Oltre a quefti Uffiziali Generali vi fono qua i>
•tro Governatori particolari refidenti ne' Porti di Val-
yarxdifo , e Vaìdivìa 3 e nelle Ifols dì Chìloe 3 e di
«G;o. lernandes, tutti i quali dipendono dal Capitano
Oenerale del Regno tanto nel Civile 9 quanto nel
^Militare-.- Il Re vi mantiene Tempre un Corpo ri-
fpettabile di Truppe pagate 9 così per guardare le
Frontiere contro gli Araucan? , come per difendere I
Por»
* rt<
^Mffi'VdOf».
1 !
X >So)(
Porti, e le Ifole del Regno. Tutte le Provincie in-
oltre fono divife in varie Compagnie di Paefani Cot-
to diverfi CommifTarj , Capitani , ed altri Uffiziall
fubalterni , i quali debbono fervire a S. M. nei cafi
occorrenti .
XXVI. Il Governo Civil Superiore è ammini-
Arato x. Da un Prendente, e Governatore , che pa-
rimente è, come detto abbiamo, Capitano Genera-
le del Regno . 2. Da un Senato Supremo chiama-
to Audienci* Reale , al quale vanno tutte le caufe^>
d' appellazione, ed ultima inftanza, e da lui noi*
5 può appellare , fuorché al Supremo Configlio del-
ie Indie nel caio che la quantità controverfa oltre-
paffi la iomma di 10000. Scudi . Quefto Regio Tri-
bunale fi compone del Precidente, di quattro Sena-
tori detti Oidores, d' un Fifcale 3 d'un Alguazìle ài
Corte , o fa Miniftro Superior di giuftizia , ed' uà
Protettore degl' Indiani. Tutte le fentenze Capitali
debbono effer fottoferitte da quefto Senato . 3. Da
«a Tribunale d' Azienda, , o del Real Erario , il quale
prima dipendeva dal Viceré del Perù , ma dall' an-
no 1768. libero da tal dipendenza, è comporto d' un
Intendente , del Senatore più antico , del Fifcale ,
e d' altri due Urli zia! i , o Queftori Reali . 4. Da
un Tribunale di Crociata- lotto la direzione <T urL-
Comrnifiario, del Senatore più antico, del Fifcale,
e d'
)(»8Q(
win i" iMMiiiiiimiiiiMii'inmwHWlIMii ■ — MB— '""WMTfflTIIffllfflIHBffn^
e d' un Teforiere . 4. Da un Tribunale, che bada alla
diftribuzione delle terre vacanti • 6. Da un Tribuna-
le finalmente di Commercio , detto il ConfoUto , in-
dependente da qualunque altro di quefta natura •
Quefti fono i Tribunali Generali, che vi fono flati
riabiliti , la di cui giurifdizione fi fìende ne' loro
rifpettivi impieghi a tutto il Regno 5
XXVII. Riguardo poi all' amrniniftrazione più
immediata della giuftizia vi è in ogni Città , e iti
molte delle nuove fondazioni, un Magiftrato partico-
lare chiamato Gahildo j il quale fi compone di quat-
tro , e più Senatori col nome di Regìdores , di due
Giudici, o Confoli, appellati Alcalde* , che fi eleg-
gono al principio dell' anno , d' un Porta-Stendar-
do, d' un Procuratore, d' un Alguazile 9 d'un Giu-
dice foraneo nominato Alcalde Provinciale, e di li-
no | o due Segretari . Oltre a quelli Tribunali giu-
ridici sì generali, come particolari , gli Spagnuoli
hanno divifo il tratto di Paefe| che abitano tra il
Mare , e gli Andes nel continente del Chile , in 14
Provincie, le quali eoli' Arcipelago di Chiloe , le
Ifole di Gio. Fernandes 9 e la Provincia del Cujo
ne fanno in tutto 17. , e in ciafcuna di effe 5 trat-
tene Valdivia , e le Ifole di Gio. Fernandes , hanno
un Prefetto, che chiamano Corregìdor, il quale prede-
de alle ccjfe civili 3 e militari del fuo dipartimento,
e al
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:■.'* -
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lì
I I
l
e al Cabildoy o Magiftrato, fé pur vi è . Daremo qui-
vi una fuccinta definizione di quelle Provincie , ac-
cennando quelle cofe , di cui più abbondano { e le
popoiazioni , che vi fi trovano . Effe , principiando
dai confini del Perù , fonp le feguenti .
Copiapò li
XXyiJI.ll Copiapò confina al N. coi deferti del
Perù , air E. cogli Andes , al S. colla Provincia di
Coquimbo, e all' o. col Mar Pacifico. La fua lun-
ghezza da tramontana a Mezzodì è di cento leghe
incirca , e la fua larghezza da levante a Ponente
di 44- E' bagnata da' fiumi Salad$9 Copiato , che^
gli dà il nome, Caflagno, Totoral, Quebradakonda , Gita.
fcoy e Chollaì. Abbonda d' oro, di lapislazzuli, di
zolfo, e di falgemma, che s* incontra in quafi tut-
ti i monti, che lo terminano all' Oriente, la fua^
Capitale è Copiapò fituata fui fiume Copitpò a gr.
*6-$o. di lat. Aulir. 5 e 305-5 di long.. Vi è li-
na Parrocchia , un Convento de' Mercedarj , e un
Collegio, che fu de' Gefuiti, Sul fiume Guafco fi
truovaiw i luoghi , 0 terre , Santa Rofa , e Guafco-al-
U ; la prima è diftante dal Mare 4. leghe ,' e il fe-
condo vicino agli Andes : ambedue fono a gr. %9.
4i In- Qutfla Provincia hi due Porti, i|np pre/ToIe
1 * ' (e-
)(x8j)C
foci del fiume Copìapò , e 1* altro nell' imboccatu-
ra del Guotfco , e tutti i due hanno il nome de* £kd*
detti fiumi»
Coquimbd
XXIX. jLj A Provincia di Coquimbo interminata al
N. dal Copìapò , ali' E. dagli Andes , al S* E. dail»
Aconcagua, al S. O. da Quillota , e all' O. dal Ma-
re. Ella è lunga 45. leghe, e larga 40. Vien irri-
gata da' fiumi Coquìmbo , Tongoi , Limari , e Chuapa*
È' ricca d' oro, di rame , di ferro , di vino , d9 oli-
ve , e d" altri frutti così proprj , come Europei. La
fua Capitale èia Città di Coquimbo , altrimenti det-
ta la Serena, fondata da Pietro Valdivia V anno
1544. fopra il fiume Coquimbo a gr. 29-49. 41 ^at* e
304-31 di long. Quarta Città è abitata da molto»
famiglie nobili , e antiche . Le lue campagne fono
fempre verdi, benché di rado vi piova , e il tempe«
ramento è benigniamo . Gì* Inglefi la faccheggiaro-
no fpefle volte . Oltre alla Chiefa Patrocchiale vi fo-
no i Conventi de* Domenicani , de* Francefcani ,
degli Agoftìniani, de* Mercedarj , de* Fratelli della
Carità, o di S. Gio. di Dio, e un Collegio , che ap^
f atteneva a' Gefuiti . La Aia Cofta ha <Juc porti %
dee*
^
Il
)( 184 )(
Cioè Colimbo, e Tongoi ; il primo è vicino alla boc-
ca del fiume Coquimbo , ond' ebbe il nome , e di-
lli dita leghe dalla Città. Vi approdano ogni anno
alcuni basimenti Feruani . V altro è verfo i confini
ii Qjjillota ,
Quillota llh
i&XX» V^fUefta Provincia confina al N. con quella
di Coquimbo, air E, coir Aconcagua,
al S. <on Melipilla , e all' O. col Mare . La fua^
lunghezza è di 25. leghe, e la iua larghezza di io,
Xa bagnano i fiumi Longotoma, Ugua , Aconcagua ,
e Unniche. Il fuo diftretto è uno de* più popolati,
e de* più ricchi d' Oro del Regno, La fu a Canapa,
e le fue mele fono molto ftimate ♦ La capitale , n*
è Quillota, o S. Martino , fituata in un* amena Val-
le, che forma il fiume Aconcagua, a gr. 31-56. dila-
tile 304-20, di long. Vi è una Parrocchia colle
Chlefe di S. Domenico, di S, Francefco , di Sant*
Agoftino, e un Collegio che fu de' Gefuiti, Que-
fta Provincia ha inoltre le terre Piazza , Piazzila.* ,
ìngento, Cafablanca , e Petorca , Queft' ultima è af-
fai popolata pel gran concorfo de' minatori , che la-
vorano alle- abbondanti miniere d' oro , che s' in-
scontrano pel fuo territorio , Elia è fai fiume Lon-
SGtO-
)( i«S)(
gotoma a gr. 31-30 dì Iat. e 305. di long. Trovanfi
pure molti Porri filile fue CofHere , i più confide-
rabili de' quali foro il Papudo, Quieterò , /' Erradura9
Concon , e Vallar tifo* I quattro primi non fono fre-
quentati .
Valparaifo , e Valparadifo , è il Porto più traf-
ficante del Chile, dove fi fa quali tutto il commer-
cio col Perù, e colla Spagna. Egli è a gr. 33-2-36.
àiht.y e 304-1 j- 45. di long, il fuo feno è capaciffi-
mo , e ta.mente profondo , che le navi più grandi
H legano alla riva . La popolazione vi è confiderà-
bile così sar la comodità del traffico , come per la
benignità del temperamento . Un Governatore maa-
dato dalla Spagna ivi comanda tanto nel civile, quan-
to nel mutare , il quale dipende folamente dal Pre-
ndente del Segno. Oltre al Collegio, che fu de*
Gefuiti, vi foro i Conventi de' Domenicani , de*
Franccfcani, degli Agostiniani, de' Mercedarj , eu»
una Parrocchia . Sulla riva , che forma il porto
V è un borgo difeofto tre miglia da Valparaifo chia-
mato V JJme&kfil 5 il quale è ancora ben popo«
lato*
u
Acdn*
•^
. : 9fi* t*K'*V " *^^h*w fc- •- «ifti I
II
Aconcagua I V.
XXXI. X> Aconcagua è rinchiafa tra le Provincie
di Colimbo, Quillota, Santiago , egli Andes .EU
la ha la medefima lunghezza , e larghezza , che^
OliHot a , e gli fieffi fiumi . E' fertile di grano , e di
frutti , e da' fuoi monti fi cava ima gran quantità
dì rame. Le famofe miniere d* argento 4* Ufpalla-
fa fono tra i monti degli Andes , che le confon-
dono. La fua Capitale è Aconeagu*., o 4 Filippo il
Jteale fituata fopra il fiume , che porta lo, fteifo no-
me a gr, 31-48 di lat. e 305.50 di long. Colla Par-
rocchia vi fono i Conventi di S. Domenico, St. A.
goftino, de' Mercedarj , e una Cafa,chefu de* Ge-
limi • Verfo gli Andes e* è un Villaggio chiamato
Curìmon , dove i Francefcani della ftretta Ofiervan-
za hanno un Convento numerofo .
M Ilipil
MelìplU V.
XXXII* IVI Ilipilla confina al N. con Quillota, ali*
E. con Santiago, al S. col Fiume Maipo, chelafe-
para da Kancagua , e ali* O. col Mare . Quefta Pro-
vincia è fìretta affai verfo il Mare , ma da Levante
a Ponente ha 25. leghe incirca. E* bagnata da Fhz-
nii Mafocbò9 e ?tmgm\ Abbonda di vino , e di gra-
no*
M
IP
<r
X 187 x
no. Melìpzlla, o S.Gtufeppe di Logronno , fituata noti
lungi dal Fiume Maipo a gr. 33-31. di lat.e 304-45 di
long, n' è la Capitale . La popolazione di quefto
luogo fi è poco aumentata, benché il fito fia mol-
to bello , e fertile , sì perchè la maggior parte del-
le poffefiìoni del fuo diftretto appartengono agli a-
bitanti di S. Giacomo, come perchè quelli, che vi
hanno dell' entrate fufHcienti, amano di goderle piu-
tofio nella Capitale del Regno, che n* è poco di-
nante. Nondimeno oltre alla Parrocchia vi fi fono ria-
biliti gli Agofh'niani , i Mercedarj , e i Gefuiti an-
cora vi avevano un Collegio. Vicino al fiume Mapo-
chò fi truova quivi il borgo S. Francefco del Mon-
te cosi chiamato da un Convento antico de' Fran-
cescani , che vi è , intorno al quale fi fono aduna-
te molte famiglie povere , che formano quefta fpe-
cie di popolazione. Nel fuo territorio fi veggono
parecchi calmi de* Signori di S. Giacomo. Non mol-
to difiante dal luogo , ove fi fcarica il Fiume Mai-
pò nel Mare, è il Porto di St. Antonio , che fi fre-
quentò nel principio della Conquifta , ma dopo che
tutto il commercio fé ne trasferì a Valparadifo5 non
vi approdano più i battimenti*
• £,
N 2
$&&m
m I
)( i88)(
Santiago 5 o S. Giacomo VL
XXXIII. T A Provincia dj S. Giacomo è tra V A-
-*-> concagua al N. gli Andes all' E, il Fiu-
me Maipo al S. , e Melipilla Sali' O.Ella da Le-
vante a Ponente ha 15. leghe, e da Tramontana a
Mezzodì 12. E* irrigata da' Fiumi Mapochò, Colina ,
Zampa , e da parecchi bei rivi . Vi è ancora il La-
go Pudaguel lungo tre leghe incirca . Il fuo diret-
to è il più fertile del Regno producendo in quanti-
tà frumento, vino, e frutti, tra i quali le fue per-
fidie fuperano per la grandezza , e fapore tutte l"
altre del Paefe.I monti di Caren vi abbondano di
miniere d* oro , e quelli degli Andes d* argento. Ma
il fuo maggior pregio le viene dalla Capitale di tut-
to il Regno , che quivi fu fabbricata da Pietro Val-
divia 1* alino 1541.
Quella bella Città appellata Santiago , o S. Gia-
copo j giace in una vaila , e deliziofa pianura fulla
riva Auftrale del fiume Mapochò , il quale la fepa-
xa da' fobborghi Ghimba , Cannadìlla 9 e Kenea , c#
1' adacqua per un'infinità di canali, che paffano per
tutte le Cafe . Sopra P una , e P altra fponda di
quefto fiume fono flati fabbricati degli argini di faf-
fo per impedirne le innondazioni , e un bel ponte,
che roifce i foUborghi al refto della Città , la jfua
lati-
è— O— Pillimi"!!"" iiiiiiiii ii i il imBmmuamHÈmmmmnwmmtvmaamm^
latitudine Meridionale è di 33-gr. |f- 3 e la fualong*
di 305-40. E' difcofta dal Mare 30. leghe, e fette*
dalia montagna propria degli Andes, la quale coli9
elevazione , e bianchezza delle fue vette fa vieppiù
Tifaltare la bella veduta del fuo fito . Le fue ftrade
fono come quelle di tutte V altre Città, e Villag-
gi del Regno , larghe 36. piedi geometrici , diritte*
e tagliate a fcacco . La piazza è quadrata avendo in
ciafeuno do" fuoi lati 450. piedi. Nel fuo centro fi
vede una bella fontana di rame . La banda fette?*?
trionale è occupata de' Palazzi del Prendente , dell*
'Jiudìenzìfij e della Città, fotto il quale fono le Car-
ceri pubbliche. Nella banda oppofta v* è il palazzo
del Conte di Sierra-bella . Nel lato occidentale fi
trova il Duomo, e il Vefcovado , e nell* Orienta-
le tre cafe di Signori particolari . Le fabbriche più
offervabili , come accennammo altrove , fono il Duo*
mo , la Chiefa di S. Domenico 5 e quella del Col-
legio maffimo, che fu deJ Gefuiti . Gli edifizj pri«
vati fono abbaflanza belli , e allegri , benché pel
motivo de* Terremoti fiano comunemente d' un fo-j
€0 piano . Oltre a' fobborghi fituati dall' altra riva
del fiume vi è un altro affai grande chiamato S. 1JÌ4
doro a mezzodì della Città, dalla quale vien fepa«
rato per una ftrada detta Cannati* quattro voi re più
larga delle altre. Entro alla Città verfo 1* Oriente
N 3 s' Cr»
1
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X 190 )( ^^__
«■■ ■ ,iiib"*^~ìjw" "■"——■■ im— '"■'«■■■■|| _' _■' ; _ ; j*
s* erge una Collina appellata Santa Lucìa, la qua*
le fervi di fortezza a' primi Spagnuoli contro gli
aflalri degl* Indiani. Annoveratili quivi da 46000*
abitanti, il qua! numero ogni giorno fi aumenta-,
fenfibilmente per ragione del gran commercio ch<L*
vi è. Onde eifendo le cafe molto comode V eften-
iìone della Città è affai vafta. Ciò non ottante non
vi fono che quattro parrocchie, cioè il Duomo , S.
Anna, S, Ifidoro , e Renca. I Conventi però de'
Heligiofi fono molti * I Domenicani ne hanno due ;
3 Francefcani quattro ; gli Agostiniani due ; i Mer-
cedarj due; i Fratelli della Carità uno col fuo Os-
pedale ♦ I Gefuiti avevano tre Collegi con ifcuòlc*
pubbliche , dove s' infegnavano le fcienzie fuperio-
ti, e inferiori, e una Cafa di Efercizj fpirituaii. Ci
fono inoltre fette Conventi di Suore , una Cafa di
correzione per le donne, un' altra di Orfanelli , pa-
recchie Chiefe particolari , un Collegio de' Nobili ,
eh' era fotto la direzione de' Gefuiti, e un Semi-
Dario Tridentino* Vi è ancora un' Università Re-
gia , una Zecca dove fi ccnia dell' Oro , e dell' Ar-
gento, e un Quartiere per gli Dragoni, 0 Soldati,
che badano alla tranquillità della Città , e fanno la
Guardia alla perfona del Prefidente . Qui rifiedono i
grandi Tribunali del Regno » Il Magiilrato partico-
lare fi compone di dodici Regìdorts , 0 Senatori per-
pe-
Li
u avola io.
5. GIACOPO CAPITALE DEL REGNO DEL CHILE
Scala, dt piedi geometrici M°->
wsmm.^\
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yt <$» <£
■■■■■[;
5f %
! ^azza
2 0alazzo del jRefidente
3 Jalazzo del Setv. J^cde.e pubbli
4. Quarti e re de Dragoni
5 1'/ Duomo
6, 1/ Pe/couacio
l-JOUem,,,,,,
8. Collegio che fu de Gefuiti
D. Convitto dx.*-NobiU
loouore Ca.ppu.cine
11. S- iJaiuo chcfùdeGefuiti
il.Ou.ore di S. J\osa.
13 S ^nna ^Parrocchia
14.CaflnodelM.de la (Pica
lS.Jgroftiniani
\6 O uore di S. ^Aaofìino
iy.o.{azaro
^.Orfanelli
in.Jifòviziato chejù dtCefuiti
2oS. Michele
ii.SuondiS.CkUm
22.0. Saturnino
23 S J)uQO
24 ò. Jrancefco
2S.0fpit!!diS.Gio:-Ìi~X)io
iÓ.Suore Carmelitane
27 0. Jsidoro Saxrocchia.
aS.o. Ujnazio chefùde'Gefuiti
ly.Cafa di esercizj chejù deGefu.11
30.M.ercedarj
3l.Ouore della Vittoria
32.la Canta
■SiCoileyio Jrìdentino
34 la Zecca
IsXUnìverfità
3<S.Oaore Jerefiunt
37.Zoccolanti
38.9affcygio pubblico
39- 9 tazza dèJsri
i
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~.~... -,__
X 19OC
petui , e di tutti" gli altri Uffizj, che formano iMa-
giftrati dell* altre Città dei Paefe . Quefla Capita-
le ha una numerofa Nobiltà , molti Titoli dì Caftl-
glia , Maggiorafchì , Cavalieri degli abiti nilitarì
di Spagna, e Uffiziali onorai? di S. M. Eli* diede.-
i natali all' Eccellen. S\gnoir D< Ferdinando An»
dia Irarrazabal Marchefe Wi Valparaifo \ è Grande
di Spagna 5 la di cui faniig;a fx conferà ne! fu®
Splendore così in Europa s cor^ lie[ Cfòe . f*j E£„
fendo quella Città il centro dì ^tta il commercio
del Regno , fi truovaeo in efla albcidantementc le
cofe neceffarle per paffar una vìt jomoda. I vìyc-
ati vi fono a buoniflìmo patto , cncorrendovi dalle
Provincie circonvicine la Camelli pelce, € l* al*
tre derrate in gran aitine?*»
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( * ) Queflo Signóre fu Governatore ielle Ifoìe €&*>
narie , Viceré del Regno di Navata , e Capitano Gc*>
iterale delV Armata Spagnuola lilla guerra tr* l***
Spagna , la Francia 3 regnando Filpfé IV*
WtmSmM.
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1—IPIIIIIIWII'WI'IIMIIIIIIIIilfHllHMMIll I IHlllllHMMIIIIIII'llllillll^lWIIIIIIIIIIIWIIIIIIIMIIIIIlH
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Rancagu a VI L
XXXIV. IvAncagua è rinchiufa tra i lìumi Mai-
pò , e Cachapoal , e fi flende dagli Andes fino al
Mare . La fua eftenftone tra quefti due fiumi è af-
fai difugmle, avendovi oT 17 * ora 8. leghe fola-
mefite . Lv bagnano il fiimi Codegua y ChoeaUn , e
altri più ptcoli . Vi fi muovano ancora i laghi £*
culeu, e Buwkmu * V primo fìtuato quafi nel een-
tro della Pro v ixkì a #a di circuito (ci miglia -in cir-
ca, e r altro yàlni al Mare è lungo fei in fetre
leghe ; Da un* aitri lago , che n' è poco difeofto .,
fé ne cava dd falein quantjtà . Il terreno di Ran-
cagua è abbondante fii grano . Santa Croce di TrU
arnia , o fìa Rancala, a gr. 34. di lat. e 305-37%
di long, n' è la Coitale. Vi è una Parrocchia, un
CoRvento de' Franefcani , e un altro de' Merceda-
rj . Alguc , borgo rcentemente fondato a otto leghe
dalla Capitale verf< il Mare, vi ha una ricca mi-
niera d' Oro.
Cocbagttft VI li
XXXV. vJueftaProvincia è tra i fiumi Cacha»
poal t e Teno , e ta gli Andes , e il Mare . Eifa^
da Settentrione a lezzodì verfo la montagna de-
gli
A^
Mi
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____ )(i93)(
gli Andes ha 2,5. leghe, e verfo il Mare 14. in cir-
ci: vien bagnata da1 fiumi Rìoclarìllo , Tinguirlrìca,
e Chìmbarongo . Vi fono inoltre i gran laghi Taguan
tagua , e Caguìl , il primo de' quali è pieno d? Ifo*.
le galleggianti , e 1* altro abbondante di telline grof*
fé, che fono filmate . Il Territorio di quefta Pro»»
vincia è fertile di grano , vino , frutti , ed oro ? ©
fa parte del diftretto , che occupavano i Fromaucaefj
che vuol dire, Genti delle delìzie, chiamati così perla
bellezza del Faefe, che abitavano - la fua Capita]©-
e San Ferdinando fondato ■ 1' anno 1741. non lungi
dal bel fiume Tinguiririca a gr. 34-1^ di lat.e 305*
» 30. di long. Oltre alla Parrocchia vi è un Con-*
vento de' Francefcani , e un Collegio con una beL*
la Chiefa, che fu de* Gefuiti . Trovanfi quivi 4fiC%
Ta i borghi Rhclartlfa, Mallo* ^ e Roma *
MauU IX,
,L
XXXVI. JlL Maule confina al N. con Colchagua ^
all' 1. cogli Andes , al S. E. coi Qhillan , al S. O*
con Itata5 e air O. col Mare. Egli è lungo 44. le-
ghe , e largo 40. E' irrigato da' fiumi Lontue , $$/a*
laro , H angue , Lircaì , Huenchullamì , MauU da cui
ebbe il nome , Putagan , Achìguenu , tengavi , Lonc®*
milla 3 Furapel , e d' altri meno confiderabili . Que«
X 194 X
f
ira Provincia è al pari di quella dì Colchagua abbon*
dante di grano, vino, frutti, oro, fale , beftiame,
e pefci così di mare , cerne d' acqua dolce . Qui fi
fanno i migliori formaggi del Chile , i quali non.,
fono inferiori a' Piacentini, né a quelli d' Olanda.
la gente, che l'abita, ficcome oriunda in gran par-
te da' valorofi Promaucaes , è coraggiofa , robufta, e
propriffima per la guerra . La Capitale n' è Talea ,
o S- Agoftino fondata 1* anno 1742. preffo il fiume
Jtioelaro a gr. 34-47. di Iat. e 304-4$ di long. Effa,
benché fituata in un terreno difuguale, fi è accre-
feiuta di molto , così per le ricche miniere d' oro ,
che s* incontrano nei fuoi monti , come perchè i vi-
veri vi fi truovano in grande abbondanza, e a mi-
glior mercato, che in qualunque altra parte del Chi-
le, il che ha fatto ritirarfi colà molte famiglie no-
bili , tanto della Concezione , quanto della Capita-
le del Regno , le di cui facoltà decadute non pote-
vano reggere al lufib introdotto nelle Città principa-
li ; Laonde quefìa popolazione vien nominata per if-
eherzo la Colonia degli Spiantati. Vi è una Parroc*
chia col Conventi di S. Francefco, S. Domenico §
St. Agoftin© , de* Mercedarj ,e un Collegio , che fu
de' Gefuiti . Trovanfi inoltre in quefta Provincia C^-
ricb , Cauqutnes^S. Saverio di Bel fa Isla , S. Aronio
dell# Ffarida 3 hwa , e tre , 0 quattro Villaggi d' In*
dia-
mmm
)(*9S)(
dhnl. Curicò, altrimenti dettò S« Giuftippe di Euo*
nz-Vìfia.) fu fondato P anno H%U in una amena^
pianura appiè d* una bella collina a gr* 34-M* di
lat. e 305. di long. Ci è una Parrocchia, un Con-
vento de' Mercedarj , e un altro affai grande de*
Prancefcani della ftretta Offervansa * Cauquenes fon*
dato lo fteffo anno tra I due piccoli fiumi Tutuhen^
eCauquenes è a gr. 3?~4o. di lat. 304-80, di long*
Oltre alla Porrocchia vi è un Convento de* Fraine*.
fcani. S, Saverio di Bella-Isl* > e S. Antonio della
Florida fi fondarono V anno 1755* il primo a gr«$s«
4, di lat. e 504-59* di long,, e il fecondo a gr, 3**
10. di lat. , e 304-41 di long. * Lora fiutata verfo l1
Imboccatura del fiume Mataquito , è una popolalo*
ne numerofa d' Indiani Promocaes 3 la quale è JgOa
vernata da un Cajique , 0 Vlmeth*
Itata X&
u JL>a
XXXVII* JuM Provincia d9 Irata fi iknde lungo il
Mare tra il Maufe , e il Vuchacuì 3 e confina all' £•
col Chtllau . Ella ha da Levante ,a Ponente *o. te*
ghe, e dal Settentrione al Mezzodì 11. Il fiume I~
tata , che la traverfa , le comunica il fuo nome. Il
fuo Territorio produce il miglior vino del Chile , il
qnale perchè fi fa comunemente nelle pofleflion-i, che
/ ;
*
)(i0*)(
appartengono agli abitanti della Concezione 5 vien_*
conofciuto fotto il nome di Vino della Concezione *
Ritraggefene ancora molt' oro cosi da* monti , co-
me dalle fabbie . La fua Capitale è Gesìt dì Coulemu
vicino alle foci del fiume Itata fondato P anno 1743.
a gr. 36-2. di lat» e 303-41» di long.
Chili etn X.
1.
XXXVIII. IL Ckillan è terminato al N. dal Mau-
le, air E. dagli Andes , al S. dall' Huilquilema, e
all' O. dalla Provincia d' Itata . La fua eftenfione è
a un di predo come quella della precedente . E' ba-
gnato da* fiumi Nulle 9 Cato , Chìllan 9 Bìgutllìn ,
e Dannìcalquìn . Il fuo diftretto effendo per ogni do-
ve plano , è proprio per nodrire mandre di pecore,
la dì cui lana è filmata in 'tutto il Regno. Quindi
ancora efeono tutti gli anni delle truppe numerofe
di caftrati, i quali fi vendono a buon mercato 9 e
arrivano fino a Copiapò . Le biade, ed i frutti vi
vengono eziandio In quantità. La Capitale di que-
lla Provincia è la Città di S. Bartolomeo dì Chìllan
fondata P anno 1580. fopra la fponda del fiume Chìl-
lan a gr. $6. di lat. , e 305.2. di long. Ella è fiata
molte volte rovinata dagli Araucani , e Panno 1751.
di.iia Terremoto . I fuoi abitanti , prevalendoli dell*
■m
)(i97)(
jSiiAìasE^ i^asessifisaas
occafione , la trasferirono V anno feguente a un fito
lì vicino più comodo , e meno efpofto alle inonda»
zioni del fiume . Quefta Città è abbaftanza popola-
ta . Ciò non oftante vi è una fola Parrocchia , e i
Conventi de' Frnncefcani , de' Domenicani , de* Mer>
cedarj,e un Collegio che fa de' Gefuiti*
Vuchacai XII,
XXXIX. IL Puchacai confina al N. colla Provin-
cia d' Itata , all' E. coli* Huilquilemu , al S. col fiu-
me Biobio , e all' O. col Mare . Egli ha da Tra-
montana a Mezzogiorno 12. leghe , e dall' Occiden-
te all' Oriente 20. Lo bagna il fiume Andalìencom
altri più piccoli . Il fuo territorio abbonda di oro in:
polvere, e di fragole così felvatiche , come col-
tivate, le quali fono le più groffe del Chile. GmU
qui , o S. Gio. Battifla, fondato l- anno 1754. fili-
la riva Settentrionale del gran fiume Biobio a gr*.
36-44. di lat. e 303-48. di long, n' è la capitale prò-*
pria , dove rifiede il Prefetto, o Corrègidof . Ini
quella Provincia è rinchiufa la Prefettura della Con-
cezione , la quale fi (tende poco fuori della Citt|
di quefto nome *
XL. La Concezione , detta ancora in lingna del
f aefe Fmcq , fu fondata da Pietro Yaldivia ì' ann$
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Hi»i **m «p» <■ pw w 1 ép m ■■ n
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i 550* m un feno , 0 valle, che formano foprailMa-
ìrc alcune belle Colline a gr« $6*41.-1 5* di lat. , e^
Jò 5.^5-30* di long, Quefta Città, eh' è la feconda
del Regno , cominciò fin dal principio a fiorire gran-
demente col molto oro , che fi cavava nelle fue vi-
cinanze, ma nel!* anno i$54»j dopo V infelice Bat-
taglia del Monte AnMieano , o Martgueno , fu ab-
bandonata dal Governatore Villagran , Succeffore di
Valdivia * e da* fuoì abitanti all' arrivo degli Arau-
tani comandati dal Tenente Generale Lautaru , i
filali la bruciarono interamente. £flfendofi poi rie-
dificata nel mefe di Novembre dell' anno feguente,
Xautaru dopo fette meli fé ne tornò a impadronire,
ticcife neir all'alto una gran parte della guarnigione,
e la rovinò fino ai fondamenti, D. Garda di Men-
doza , dopo le vittorie riportate contro Caupolica-
no, T anno 1*58. fi mife a riftabilirla , aggiungen-
dovi delle buone fortificazioni . Non oftante Antune-
cui Generale del Toqui Antuguenu I tentò d'impof-
feffarfene , afiediandola terribilmente per ben cin-
quanta due giorni, ma ella , effendofene liberata,
fi mantenne in grande fplendore fino all' anno 1603^
nel quale coli* altre Città Auftrali degli Spagnuoli
fu prefa , e incenerita dal Toqui Vaillamachu . A dif-
etto di tante calamità tornò in breve a riforgere ,
enstequiftè il fuo primier luftro, mediante 11 gran
Cora-
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imm *mm*+-
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Commercio, che allora efercitava . Gli Araucani non
fi ardirono più a inquietarla , credendola già troppo
forte , e popolo/a , per farfene padroni . La Aia dis-
grazia però le proccurò un altro nemico formidabi-
le. V anna i73°« un Terremoto la rovefciò quali
del tutto , e il mare ufcendo dai fuoi limiti ne ba-
gnò una gran parte, e portò via tutto ciò che in-
contrò nel fuo corfo . I fuoi abitanti oftinati contro
la loro forte la fabbricarono di bel nuovo, ma non
la goderono per molto tempo , poiché nell* anno
1751* tra i 24, e i 25. di Maggio quefta sfortunata
Città reftò affatto rovinata da un' altro terremoto,
e dal mare, che P allagò interamente. GF in fé ics
abitanti, avendo avuta la fortuna di fcappare filile
colline vicine, dopo tredici anni di deflazione ca-
gionata dalla divifione, che regnava tra loro, e dall,
oppofizione d* un Prefidente , fi determinarono fi-
nalmente ad abbandonarne il flto, e la fondarono
tre leghe datante dal Mare in una bella pianura det-
ta Mocha fulla riva Settentrionale del fiume Eiobio^
dove ora fi va aumentando cenfiderabilmente . Il Go*-
verno Politico di quefta Città fi compone di tutti
gli Uniziali , che formano il Magiftrato neir altre
Città del Regno. Il fuo Prefetto, o Corregidor, è
infieme per cecreto Reale Governatore ddV armi ,
poiché in quefta Piazza rifiede la milizia principale
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del Paefe . Quivi dimora eziandìo da molti anni in
qua il Maeftro di Campo Generale , e recentemen-
ìì Sargente Maggiore. Ls Erario Reale , onde fi prov-
vegono tanto i Soldati della Città , come quei del-
le frontiere, vi è confidato alla cuftodia d* un Te-
foriere, d* un Coirputifìa, e d' un' Ifpettore . Qui
li fendo per la prima volta Tanno 1567. V Audien-
%ìa9 o Senato Reale, la quale efìendo abolita nel
*574- fi rlftabilì alcuni anni dopo nella Capitale del
Jlegno. Il Prefidente ciò non orlante dee abitare in
quelta Città fei meli , e però vi ha un Palazzo e-
dificato a {ptfe Reali . Uffa divenne fede Vedovi-
le dall' anno 1603. dopo la diftruzione dell* Impe-
riale, come abbiamo accennato altrove. Oltre a*
Conventi di tutte le Religioni , che fi fono fiabilite
Bel Chile , vi è un' altro di Suore Trinitarie , un
Collegio che fu de' Gefuiti con ifcuole pubbliche,
dove s' infegnava 1' Humanità , la Filofofia, e la_.
Teologia , un Convitto de' Nobili , che parimenti
era fotto la direzione de' Gefuiti , e un Seminario
Tridentino . Gli abitanti della Città , dopo tante ro-
vine, appena arrivano a tredici mila. Il tempera-
mento vi è benigniamo in tutte le ftagioni dell' an-
no 5 il terreno fertile , e le fpiaggie del mare ab-
bondanti d' ogni forte di pefei dilicatl , e di con-
chiglie . Il feno9 o baja dd Porto, è fpaziofo, e~t
cor~
t
A
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corre da Tramontana a Mezzodì per ben tre leghe,
e mezza, e da levante a Ponente altre tre leghe»
la Quirìq'iina, Ifola bella, e fertile , fìtuata nella
fua bocca , vi lafcia /blamente due entrate , la pili
Orientale delle quali chiamata Bocca, grande ha due
miglia, e 1* Occidentale detta Bocca chìca , o picco-
la, poco più d' un miglio . Il Porto è di buon fon-
do per ogni genere di basimenti, e ficuro parti-
colarmente nel {ito nominato Tale 'agitano ì dove al
prekntQ è V ancoraggio delle Navi , perchè la nuo-
va Città n' è poco difeufta • La Concezione diede i
natali all' Ecc. Signore D. Firmino CarvajaI, Con-
te del Cajllllejo , il quale , poco fa , ottenne la di*
gnità di Grande di Spagna, La fua famiglia , eh* è
antica nel Kegno , rifiede in quefta Città *
r. JUi
HuìlquiUmu XIII.
XLJ* JL/A Provincia di HuIIquilemu appellata con'
illunemente Eftanzia del Rei , cioè -Pofleffione del Re,
è fituata tra il Chillan, gli Andes, il fiume .Biobio,
€ il Puchacai , a cui è fimile per la lunghezza, e
larghezza . E* irrigata dai fiumi Itata , Claro , Laxa^
e Duqueco . Il fuo diflretto è ricco d' oro in polve*
re , e produce un vino mofcadello efquifito • La gen-
te 5 che abita le fue campagne , è valorofa , e ag« .
O guer-
*^fr*&t&***-&'&mm i
T^^9^^^^^
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1 i
)( 2©2 )(
guerrita a cagione de' combattimenti , che durante
la guerra, foftiene co' fuoi terribili vicini gli Arau-
cani. La fua Capitale è !" Eftanzia-del-Rei , oS. Lui-
gi Gonzaga, fondata in quelli ultimi anni non lungi
dal Eiobio a gr. 36-4$ di lat. e 303-48. di long.
Oltre alla Parrocchia vi era un Collegio antico de*
Gefuiti . Effendo quefta Provincia efpofta alle fcor-
yerie degli Araucani , perchè il fiume Eiobio vi fi
può guadare facilmente, gli Spagnuoli fabbricarono
fopra le rive , che le appartengono, le fortezze Jum-
hel , Tucapen , Sta Barbara , e Vuren . La barriera Spa-
gnuola però è collocata nelle rive Auftrali del fud-
detto fiume , e fi compone delle fortezze Arauco ,
Coltura, £. Fietro> Sta» Giovanna , Nafcimento , ed
Jngeles 0
Patito** XIK
XLII. >^Uefta Provincia è feparata interamente da
tutte P altre Provincie , che abitano gli Spagnuoli
nel Continente del Chile , refiandovi nel mezzo le
contrade occupate dagli Araucani, le quali compren-
dono lo fpazio di 70. leghe incirca di lunghezzac
Ella fi ftende fopra P una, e P altra riva del gran
fiume Valdivk fino al Mare, e confina a Mezzo-
giorno co' Giunchi, 0 Cunchi , z cui apparteneva il
fuo
■*<
)(*°5X
fuo Territorio Auftrale . La fua lunghezza è di i».'
leghe incirca , e la fua larghezza di 6. Abbonda di
legname eccellente , e d' oro ih polvere creduto il
più puro del Chile . La fua Capitale è la famofo
Città , Fortezza , e Porto di Valdivia fituata fopra
la fponda Allibale del fiume , che porta lo fteffo no*
me a tre leghe dal Mare, e a gr. 39-58* di lat., e
303-2 di long. Il Conquiflator Pietro Valdivia la~*
fondò P anno M5*-5 le lafciò il fuo cognome, e ne
titrafTe una gran quantità d* oro. Quefta ricchezza
v' invitò molti abitanti, e fino da' fuoi principj di-
venne una delle Città più popolofe del Regno. Il
Toqui Caupolicano I. , benché folle fuori del diftret-
to Araucano , tuttavolta per liberarne i fuoi Allea-
ti i Giunchi , F aflediò due volte infruttuofamente »
Ma erta non potè cosi felicemente refiftere all' atti-
vità , e fortuna del famofo PailUmacbu . Quefto Ge«
nerale con quattro mila uomini la forprefe di noU
te tempo P anno 1599», ne uccife la maggior parte:
della guarnigione , che fi componeva di ottocento
uomini , e avendola bruciata fé ne ritirò con un grarj
numero di prigioni , un milion d* oro, che vi era
di conto del Re , e un bottino confiderabile , che fe-
ce de' beni degli abitanti . Gli Spagnuoli , che bea
conofeevano P importanza del fito, tornarono a ri-
fabbricarla 3 e la fortificarono per modo , che fi man-
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tenne contro i tentativi degli Araucani fin all'anno
2640. nel quale fu prefa dagli Olandefi , i quali ,
ancorché fi fo fiero determinati a confervarla , V ab-
bandonarono finalmente, poiché gli Araucani, e [
"Giunchi , con cui aveano tentato di fare alleanza,
non vollero mai dar loro i viveri , di cui affoluta-
mente mancavano . Gli Spagnuoli , eh' erano anda-
ti a sloggiameli con una buona flotta, trovandola
abbandonata la rifiabilirono i e fortificarono con mi-
glior difpofizione , fabbricandovi quattro buoni Ca-
melli , o Forti fopra le due rive del fiume tra la&
Piazza , e il Mare per difenderla dai foreftieri , e
un altro a Settentrione contro le invafioni degli A-
raucani . Mediante quefti ripari da allora in qua fi e
veduta libera da' nemici di fuori, non così dal fuo-
co, che una, o due volte V ha rovinata quafi inte-
ramente. Il Porto di quefta Città fituato in un bel
feno, che forma il fiume, è il più ficuro , il più
forte per natura , e il più capace di tutti i Porti del
Mar del Sud . V Ifola di Mazzera nella iteffa im*
Roccatura del fiume lafcia due entrate , le quali fo-
no coronate da monti feofeefi , e bm fortificati • Sic-
come effa è la Piazza più importante del Mar Pa-
cifico, così vi fi manda fempre dalla Spagna un Go-
vernatore dì riputazione nella milizia, il quale di-
pende dal Prendente del Regno , ed ha folto il ho
co-
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MMMpMC''
)(zo5)(
comando un buon numero di Truppe co' loro Uffi-
ziali ^ che fono 1 cinque Caftellani , o Comandanti
de' Gattelli, un Sargente Maggiore, un Provvedi-
tore , un' Ifpettore ,- e parecchi Capitani . Dal Real
JErario del Perù fi mandano ogni anno a quefta Piaz-
za 36000. Scudi 3 e dagli altri Porti del Chile le vet-
tovaglie neceffarie per la paga, e vitto de' Soldati,
che vi fono di guarnigione - I Ge'fuiti avevano qui-
vi un Collegio ; Vi fono inoltre i Conventi de' Fran~
cefcani, e de' Fratelli della Carità eoa un Regio
Ofpedale , e la Parrocchia .
V Arcipelago dì Chiloe X K
XLIIX.T * Arcipelago di Chiloe è un gran Golfo,
-*-* © Seno feminato dì molte Ifolc 9 che fa
il Mar del Sud nell9 eftremità Meridionale del Chi-
le, internandovi!! quafi circolarmente infino alle fal-
de della montagna degli Andes . Quetto Golfo li ften-
de da9 gr* 41-10. fino a' gr» 44-4Q» di lan Auflr* e
da' gr* 303. fino a9 gr.'3°4-S<>* <M longitud. Le Ifo-
Ie,che vi fi trovano , arrivano a 47 $ trentadue del-
le quali fono abitate dagP Indiani , e dagli Spagnuo«
li, e le iettanti deferte , Tra le Ifole abitate vi è
una grande 7 alcune mediocri, di dodici in quindici
, j e le altre piccole . V Ifola gran*
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de è quella , che propriamente fi chiama Chìloe , on-
de poi fé n' è comunicato il nome a tutto l" Atei-
pelago, che ebbe prima quello d* Ancud. Quella I-
fola , la di cui Cofla Occidentale fiegue da Tramon-
tana a Mezzodì la medefima linea di direzione del-
le Spiaggie del Continente del Chile , è fituata nel-
la bocca fteffa del Golfo , lafciandovi due foli in»
greffi , V uno de' quali , che cade tra la fua eftre-
mità Settentrionale, e la Cofla del Continente , è
di poeto più dì tre miglia , e 1* altro , che retta fra la
fua punta Meridionale , e la montagna degli Andes*
ha più di ii. leghe . Ella è collocata tra i gr. 41-50,
e 44* di lar. , ed ha 60. leghe ali* incirca di lun-
ghezza , e 10. nella fua maggior larghezza . Il fuo
terreno, ficcome quello di tutte 1* altre Ifole, è
montuofo , e pieno di bofeaglie impenetrabili . Vi
piove ecceflìvamente ,e nelP autunno foltanto fi go-
dono di feguito quindici , o venti giornate fé rene *
Nelle altre Stagioni , quando paffano otto giorni fen~
za pioggia, fi riputa come un miracolo. Laonde il
temperamento è affai umido , e vi s' incontrano da
-jpertufto de* rivi, e de' fiumi copiofi . Non ottante
P aria vi è fana, e talmente benigna, che non fi
fente ne caldo, ne freddo notabile. I grani, ed I
frutti , attefa V umidità , che vi regna , ' riefeono o
poco , 0 male . Il frumento tuttavia , che vi fi r&c*
co-
){ 2°7 )(
coglie , è fufficiente per gli abitanti . Il formentone
è miferabile . L" orzo , le fave , la Q»ìno*, le P*i*>
e il lino allignano bene - Tra gli ortaggi follmen-
te crefcono i cavoli, e gli agli. Le uve non arri-
vano mai a maturare . Lo fieno accade a tutte 1' al-
tre frutte , eccettuatene le mele , e qualche altra
felvatica . La carne vaccina , benché non fia tanto
comune , come nel Chile , non fcarfeggia . Non fi
vedono mandre di cavalli , come nel Continente ,
ma non vi è quafi perfona, che non ne abbia uno,
o due • Gli afini quivi muoiono in poco tempo , al-
lorché ci fono trafportati , quindi non fi truova né
pur una mula in tutto queft* Arcipelago. Il beftia-
me , che più abbonda , fono le pecore , ed i porci,
di cui fi fa un gran commercio . Gli animali propri
del paefe foijo i daini , le lontre , e una fpecie di
volpi nere « I volatili sì domeftici , come felvatici
s' incontrano in gran numero . Tra gli ultimi fono
i-igwardevoli il Cagne , e il Quetbu . Entrambi d>ita-
210 nel mare . Il primo è a un di preflo della' gran-
dezza d' un' Oca , ma ne ha il collo più corto , e
la coda un pò più lunga . Il mafehio ha la piuma-
tara tutta bianca , il becco , ed i piedi rolli . La fem-
mina all', oppofb va riverita di piume nere orlate
d' un filetto bianco fonile , ed ha il becco , ed l
gì alti
foe uova foao grandi , e bianche
O 4 lì
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X 208 x
-- ^
li £«e*£« è grande quanto un' anitra domeftica , a
cui rafibmiglia per la figura . La piumatura del fuo
corpo è cenerognola, cotono/a, e molto morbida.
le Tue ali fono piccioliffime e fprovvedute interamen-
te di penne , ed anche di pelume . I fuoi occhj fo-
no bruni, e la carne roffa . Si fcarica di fei uov*
bianche , che depofìta nella fabbia del lido . Oltre
à ciò 1* Autore della Natura In ricompenfa d'i quel-
lo , che vi manca, ha provvedute tutte quefie Ifole
di una quantità prcrciìgiofa di pefci5 e di conchiglie
efquifite. Vi fi truova ancora dell' ambra grigia fil-
mata , e molto mele , che fanno le pecchie felvati-
che . Il legname vi è infinito , e buono per ogni
fpecie di fabbriche, e d' imbarcazioni.
XLIV. Qnefto Arcipelago fu fcoperto la prima
volta dal Governatore D« Garzia di Mendoza nell*
arno i<ìS. , ma allora fé ne tralafdò la conquifta ,
Sette anni de pò, cioè nel i&f* vi fu mandato dal
Chile il Marefcialìo D. Martino Rui-Gamboa 3 il qua-
le , avendovi trovato da 70000. Indiani , li fottomi-
fé con 60. uomini , che conduffe feco , fenza refifìen-
za alcuna dalla loro parte, e fondò nell' ifola gran-
de la Città di Cùflro , e il Porto dì Chetato . Quefta
Indiani , chiamati Chilotes , fi mantennero totalmen-
te fommeffi agli Spagnuoli infino a quefto Secolo ,
nel qaale il erano rimeiS in libertà > ma tornarono
pre-
)(209)(
preffo all' ubbidienza , mediante là condotta del Mae*
Aro di Campo Generale del Regno D. Pietro Moli*
na mandatovi dalla Concezione per ridargli ali* iti**
terrotta foggezione * Coftoro nondimeno, .benché o-
rlundi da5 Chileni , da cai non dlfTeretuianfi nello
fattezze, coftumi , e linguaggio , fono timidi fuor di
modo, e docili*. I loro ingegni fono perfpicaci , e
rlefcono bene in tutto quello, a cui ss applicano «
Incontrane quivi bravi fa^gnami, intarfiatcri , e ter-
mri . Lavorano bene il lino , e la lana, della quale
mefehiata ccl piumino degli Uccelli fanno belle cc«
perte da letto, e alcune tele ricamate di varj co-
lori . Sono molto portati per la Nautica , e diven-
tano eccellenti Marinari. Le loro barche dette P*-
rague , colle quali arrivano fino alla Concezione, fo-
tte di tre , o cinque grandi tavole cucite infieme, e
calafatate con certa borra , che raccogliono dà uru*
arbofceìlo « Se ne vedono in gran numero in tutto
P Arcipelago, e fi governano a vela e remo « I Chi-
jotes educano bene i loro figliuoli , e gli applicano
dàlia loro più tenera età al lavoro. QuefU piccoli
Indiani t quando vengono arrunaeftrati , rlefcono ot-
timamente nelle lettere • Negli anni (cord fi fondò
per lcro una fcuola in un villaggio ch'amato Chon-
chl , alla quale h1 entrarono 150. e tutti nello fpa-
zio foio a un anno impaxarono a leggere , fcrivere,
k
'Il
)(2I0)(
maSff^SJO^ài^iiKJfB:
far conti", la dottrina Criftiana, e la lingua Spa-
gnola . Tutta quefta Nazione fin dal princìpio fi
convertì facilmente alla noftra Santa Fede , e a' no-
itri dì viveva con un' aggiuftatezza sì grande in tut-
ti i doveri del Criflianefimo , che pareva rifufcita-
to in efla lo fpirito della primitiva Chiefa . Vi s'è»
rano aggregate ancora alcune Tribù di Selvaggi ,
che perfuafe da' Miifionanti pacarono dalle terrea
Magallaniche a ftabilirfi neir Arcipelago *
XLV. Gli Spagnuoli hanno in quefte Ifole un
Governatore dipendente dal Prefidente del Chile 3 il
quale rifiede nel Porto di Chacao , un Cabildo , o Ma-
giftrato col fuo Prefetto , o Corregidor 3 che infiemc
è giudice privativo degl' Indiani , refidente nella».
Città di Qafiro^t un Comandante nelle Ifole di Cah
buco finiate nella parte più Settentrionale del Gol-
fo . Tutto T Arcipelago è divifo in tre fole Par-
rocchie , che dipendono dalla Diocefi della Con-
cezione 3 i di cui Vefcovi , fuor che uno , e un Ve-
fcovo infariibus , non vi fono andati pe* pericoli
del viaggio . Trovan-fi quivi fettantacinque borghi a-
bitati per lo più dagP Indiani fotto i loro Ulmenes,
m ciafcuno de* quali i Gefuiti avevano una Chiefa
per farvi la miiTione . Le due Popolazioni formali ,
che vi il veggono , fono quelle , di cui abbiamo fat-
ta menzione di fopra 3 vale a dire 3 Caftr® , e Ch&raa.
XI- VI.
mmm* — =- -
XLVI. Caftro, Capitale di tutto 1* Areipela*
go, è fituàto nella parte Orientale dell* Xfola gran-
de fopra un bràccio , o golfo , che vi h il Mare a*
gn 4^-s8.di lati, e" 303*15. di long. Gli, edifici ,<ìc-
Home in tutte V altre Ifole, vi fono ài legno* Gli
abitanti , che non fono molti , vivono ordinariamen-
te nelle loro poffeitìonl . Oltre alla Parrocchia , e il
Collegio, che fu de* Gefuhi , vi è uri Convento de*
Francefcani, e un altro de5 Mercedarj , dove rifie-
dono due , o tre Religiofi . Il Porto di Chwao già*
ce quafi nel mezzo della Gofta Settentrionale della
rnedefima Ifola fopra il gran Canale, che paffa tra
la fuddetta Gofta , e quella del Continente a gr,
4%. dì lat. 3 e 303-37 di long. Quello Porto è dì
buon fondo , e ben difefo dai Venti ? ma 1' entrata
n' è affai difficile per le correnti , e vortici 9 che il
efperimentano nel Canale , e molto più a cagiono
d' uno fcoglio , che sJ erge nella parte più fìrétta »
31 quale non fi vede , fé non quando cala il Mare*
Quivi fi fa tutto il commercio dell' Arcipelago con
quattro , 0 cinque basimenti , che vi arrivano ogni
anno dal Perù , o dai Porti del Continente del Chi-
le. Quello traffico fi riduce a barattare le robe de!
paefe a quelle , che vengono di fuori , perchè la rno«
neta è rariffima in quelle Ifole. Il GMMù,ù Magi*
ftrato di Cfiftro ha il privilegio di mandarci ali; ar-
rivo
r: .
rivo "de' battimenti due Diputati , i quali tafTano tut-
te le merci , che vengono nelle navi 5 e fanno la ta-
riffa de"- prezzi, per la quale fi regolano i Merca^
fanti. Quefto Commercio non va foggetto , per con-
cezione Reale, alle gabelle che fi pagano negli al-
tri Porti.
Le Ifole di Gio* Fernanda X VI.
XX VII
s /pilette
Si. CUI
Ifole dittano dalle Cottiere del
le 130. leghe incirca. Effe fono
due : la prima fi chiama di Fuora , perchè n' è più
lontana, e P altra di Terra, perchè s' accofta più
a]la Terra del Chile proprio . Ambedue fono a uiu
di preflb a gr. 33-41 di lat. Auft. e 297-$%. di long.
X' Ifola di Fuora ha tre miglia incirca di lunghezza,
ed è molto alta, o piutofto un Monte feofeefo , che
S' eleva dal Mare, fenza Porti, ne fiti , dove pof-
fano fermarli ie Navi per la gran profondità 5 che fi
truova in tutto il fuo circuito . Siffatto monte è pie^
$0 di begli alberi , e di rufcelli di buona acqua, co-
me affermano i Pefcatori, che vi fogliono approda-
le. L* Ifola di Terra è lunga undici, o dodici mi-
glia , e larga tre . Il fuo terreno è per lo più mon-
tuofo, difuguale, e tramezzato da crepature cagio-
nate da' frequenti torrenti , e rivi che feendono da'
3 i Au\*mammmm
•^ — aas.
X"3 X
monti . Egli abbonda di bel legname • Qui s' incon«
tra il Sandalo, di cui abbiamo fatta menzione tra gli
alberi dd Chile, il legno giallo, e la Chonia 3 la
quale è una fpecie di Palma , che fa un frutto non
difpiacevole . lì fuo tronco , che diventa d* un bel
nero , è vuoto come la canna , ma talmente com-
patto per via de1 fuoi filamenti , che li accorta a!
ferro nella durezza. V Ammiraglio Anfon Inglefe,
ò T autore del fuo viaggio , ci dipinge quefìa Ifola
come un Paradifo , ma in realtà il fuo terreno è in*
ferrato da vermi , che guaitano ogni cofa .Il fuoMa«
re abbonda di baccalà , dì locufte marine , di Leo*,
ni, vitelli, ed altri pefci , e animali aquatici , nel
che confitte il fuo commercio , eh' è confiderabile «>
Gio. Fernandez , che feoperfe quefte Ifoìe , fu quel,
che loro diede il nome , che finora confervano « E*
gli vi fi ftabill , e portò dal Continente alcune ca-
pre, le quali fi moltiplicarono talmente, che riempi-
pirone tutta V Ifola grande. Dopo la diluì morte 9
rimanendo V Ifola abbandonata , gli Spagnuoli vi
mandarono una quantità di cani col fine di distrugger-
le, acciocché i nemici marittimi non fene ferviifera
In loro danno • I cani ncn hanno potuto finora e-
terminarle del tutto , e divenuti falvatici hanno
perduta la ferocità natia , e la voce , di modo 3 che
*on fi fentono mai abbajare , ed hanno una grandif-
fi*
àmÉmmmm
■fi
)(2I4)(
lima paura dei cani domeftici . Gli Spagnuoli , co-
noscendo quanto importante fia per loro la poffef-
fione di quefte Ifole , fi ftabilirono permanentemen-
te l'anno 1750 nella Ifola di terra, e popolarono
Jl Porto detto di Gio. Fernandez fituato al S. O. Il
Prefidente del Chile vi manda un Governatore , che
fuol effere uno dei Capitani della Frontiera Arati-
tana * Oltre al Porto fuddetto vi è un altro più. in-
chinato a Mezzodì, chiamato dell' Inglefe , perchè
vi (tette il Lord Anfon colla fua armata 3 ma è trop-
po efpcfto a' venti , e poco ficuro »
L XAJ
Il Cujo XV Ih
XLVIII. XXNcorchè il Cujo ftla fuori dei termini,
che aifegnarnmo al Chile , tuttavia perchè egli di-
pende dal Prefidente di quelito Regno ,€i parve con-
veniente di darne una breve deferizione . Egli con-
fina al N. col Tucuman , air E. colle Pampe , o de-
ferti di Buenos-Ay/es , al S. colle terre Patagoniche,
e ali* O. colla gran montagna degli Andes,chelo
fepara dal Chile . La fua lunghezza dall' E. all' O.
e di in. leghe, e la fua larghezza dal N. al S.
di no. incirca , effendo comprefo trai gr. i9.,e3f.
di lar. Auftr. Quefta Provincia è affatto differente^
dal Chile cosi nel xerojperamcnto, come sella mag-
gior
M
:_! Ss '-*
~— . - u^"
X*i5)(
gior parte delle fu e produzioni naturali . V inver-
no , benché tu quella Cagione non ci piova , vi è
affai rigido. Neil' efiate i caldi fono grandi tanto di
giorno , quanto di notte , e le temperie di tuoni , e
di grandine frequenti. Quelle tempefte nelle contra-
de occidentali della Provincia ordinariamente fi for-
mano , e fi difiipano in una mezz' ora , e il Sole-»
fcoprendofi con tutta la veemenza, con cui vi fi fa
fentire, hc afciuga in un momento P umidità. Quin-
di il terreno in tutte le Cagioni, fé non venga adac«
quato artifizialmente , vi è arido fenzaerbe,e fen-
za alberi . Quando però è innaffiato per mezzo de*
canali produce ogni cofa con un* abbondanza incre-
dibile. Tutte le frutte, e i grani dell' Europa vi al-
lignano ottimamente 3 e vengono alla loro perfetta
maturità un mefe prima, che nel Ghile. I vini vi
fono generofi e di buon corpo,
XLIX. Quella Provincia riceve tre foli fiumi
dagli Andes , i quali fono, quel di S. Giovanni?
quel di Mendoza , e quel di Tunujan* I due primis
che fortiron© il nome dalle Città , che bagnano , ef-
fendo tutto il Paefe piano , e fenza declivio , ba-
gnano a 15, o 30 leghe di corfo, e formano quali
nel mezzo della Provincia i famofì laghi di Guxn&~
eàche , che fi ftendono N. S. più di cinquanta leghe,
£ per un canale3dove entra il fiume Tunujan, Van-
go
- • - ;
X zi* 5C
po a fommergerfi nelle Pampe . Quefti laghi abbon-
dano di trutte, e di Pefci-ke efquifiti , e quivi e
dove fi provvede di Sale tutto il Cujo . La parte
Pnentale di q^uefta Provincia , che fi chiama la Pun-
ta, è diverfa da tutto il -tefto , e vien bagnata da'
fumi Coniar*, e Quinto, e da varj altri rufcelli.
le campagne vi fono piene di begli alberi , e V er-
ba cefee di maniera , che arriva In alcune parti
quafi a coprire i cavalli ; ma le temperie di turni vi
fono piti furiofe, e durano non poche ore conpiog-
gie dirotiifime .
L. Fra gli alberi, che vi fi vedono, è fingo-
lariffimo quel, che chiamano Palma , perche s' af-
fomiglia alle Palme del Chile nei rami, e nel frut-
to . Ella , non orlante, differenziali da quelle nella
grandezza , che non palfa i 18. piedi, e nella ma-
niera di propagare i fuoi tralci ; eh* è infino dalla.,
terra, di modo , che non fi vede il tronco. Le fue
foglie fono dure , e finifeono in una punta talmente
udita , che fora come una ipada . I frutti , benché
fimili nella figura al Cocco , non hanno cibo, ò fo-
fìanza , che R porla mangiare , rinchiudendo m vece
ri* eflb certi femi rotondi , e folidi . Il fufto , dove
b trova la cofa più particolare di qneftc albero , e
affai corpulento. La prima feorza è nericcia, e fé*
jse ftacca facilmente . Indi appaiono cinque 9 o tei
tele,
afilli
X 2T<7)(
aRjfi-^ar.jassaBS^À1"
tele, che nella perfezione della loro orditura , o tef-
fitura fembrano ufcite dalle mani d' un tenitore • La
prima è un pò gialliccia, e groiTa come le vele del-
le Navi. Le feguenti fi vanno afìbttigliando , e im-
biancando di modo, che V v-tima,ò fia quella, eh'
è prò (Hma al legno, è sì fenile, e bianca, come
la tela Carnbraja , quantunque ne fia un pò più ra-
ra • Le fila di fìffatte tele fono forti , e fleflibili ,
ma non il fentono al tatto , cosi morbide come quel-
le di lino. In quefte campagne s' Incontra ancora
in q santità l'Opunzia, o fia una fpecie di fico d' India,
che nodrifce la Cocciniglia . I Naturali dei Paefe^
prendono queflo infetto infilzandolo con un ago, e
per ciò la tinta , che ne cavano , tira affai fui nero*
1/ arbiiflQ fa ancora un frutte vellofo della grofTez-
za d* una perno, la di cui foftanza fi compone d*
un' infinità di granelli fimili a quelli dei fichi, e
attaccati ameme con una fpecie di glutine . Quefto
fritto è dolce, e faporito , e benché affai tenero.,
£ conferva bene infette feccate al fole. V albero *
che fa la fava greca, o di Turchia , è comune a tut-
ti li Provincia, Ve n' hanno di quattro fpecie, due
delle quali fono buone da mangiare , e delle altre_»
due fi una fi dà ai Cavalli , e 1' altra ferve da far
inchkulro . Vi fi trova ancora un fiore affai parti-
colare , chiamato fior delV mia , perchè la fua pian-
p ta j
mk
^ÈaMmmmàmm
*
•
V 1 1 8 V
ta non ha radice alcuna , né fi vede mai fitta ìa
terra ; il fuo /Ito natio fono le rupi più aride, o gli
alberj Zecchi , dove fi attortiglia . Quefta pianta, che
fi riduce a un folo tralcio , è fimile ai gambi dei
garofani , ma le fue foglie ne fono più grandi , più
groife, e talmente dure, che toccate fembrano di
legno. Ogni tralcio , o gambo, fa due, o tre fiori
bianchi trafparenti, e Umili nella grandezza , e nel-
la figura al giglio . Qiiefti fiori fono almeno così o-
dorofi , come i gigli , e fi confervano frefchi per più
di due meli nel loro gambo, e tagliati per molti
giorni. La maraviglia maggior di quefta pianta fi è,
che trafportata fenza attenzione alcuna per più di
trecento miglia , produce annualmente fofpefa da un
chiodo i fuoi fiori .
LI. Quefta Provincia abbonda di uccelli , tra i
quali fi vedono molti Angolari , Vi fono due fpecie
di pappagalli differenti da quelli del Chile . La pri-
ma fi chiama Catìta, e benché più piccola rafibmi-
glia nella configurazione del fuo corpo alla tortora.
Il colore del dorfo n' è verdaftro, e quel del ven-
ere bianchiccio. L* altra, che fi nomina Feriquito, è
un pò maggiore. Le fue penne, fuorché nel capo,
che fono nere , e fui dorfo , dove fi vedono alcune
roffe , fono d' un verde feuro . Ambedue ammaeftra-.
te parlano bene. V hanno ancora due fpezie di per-
nici;
)(2X9)(
nici : la prima detta Martinetti è grande come un»
gallina , e va adorna di viftofe piume di varj colo»,
ri , con un bel ciuffo nella teda : la fu a carne è mol-
to dilicata , e le fu e uova fono verdi , Le pernici
ordinarie vi fono talmente comuni , eh' un^ uemo
con una canna , a cui fi a attaccato un laccio , ne
prende venti , o trenta in tre , o quattro ore , poi-
ché non fuggono quando gli uomini loro s' accetta-
no . V Alannìi, o fia il Muratore , è un uccello del-
la grandezza cT un tordo, e di color di tabacconi
quale fi meritò quefto nome per la maniera con che
fabbrica di fango fopra \ tronchi degli alberi il fuo
abituro. Innanzi di cominciar la corruzione prepa-
ra diligentemente con pelume,e pagliuzze il fango;
Ìndi dividendolo in piccoli globi io va portandone!
becco, e nelle unghie al fuo compagno. Quefto for-
ma prima il pavimento di figura circolare , felcian-
dolo bene, e dandogli di diametro otto , o nove on-
de , poi lafciando una porticella , alza le muraglie
all' intorno poco più d* un palmo ; quivi fa un al-
tro piano , dove dee collocarfi il nido , nel quale la-
feia parimente un portello al dì dentro per potervi
entrare : finito quefto piano continua la muraglia ,
dandogli altrettanto di altezza , e cuopre il tutto
con una bella volta. Quefto edifizio diventa tanto
forte , che refifte alle pioggie , e ai venti più impe*
p % tuofi*
( •
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www l'i "i1 t'.w " w.WiTiii w VMaMiiiis^L^aaii^^
tuofi. Nelle contrade fettentrionali di quella Pro-
vili :Ia fi truova una fpecle di Fagiani col nome di
Chunna di grandezza fimili a una gallina 3 e di co-
lor cenerognolo. La loro carnee sì dilicata, come
quella dei veri h^ani . QuefV uccello fiaddomefti-
ca facilmente , e fa nelle cafe V uffizio dei gatti li-
berandole da' forcj , che mangia volentieri; ma fo-
no pochi quei, che Io vogliono feco , così pel fuo
molefto grido , come perchè nafeonde tutto quel-
lo , che può portar via nel becco . Oltre alle tor-
torelle ordinarie vi fono altre poco maggiori d' u-
na palfera . Gli Struzzi fono comunismi in tutte
quelle contrade. Le Api fi trovano da per tutto, par-
ticolarmente nelle campagne Orientali, dove non fe-
rie procura altro guadagno, che quel del mele, il
quale è veramente eccellente . Le cavallette anco-
ra vi fogliono comparire di quando in quando in_,
truppe sì grandi , che cuoprono molte miglia di pae-
fe, e diftruggono tutta la verzura, che v* incontra-
no . Quelle cavallette per V ordinario fono lunghe
tre oncie , ma talvolta fé ne fono vedute alcune^
groffe come una fardella , e lunghe da fette in otto
dita .
tll. Nel Cujo fi vedono molti animali, che non
fi trovano nel Chile , come fono le Tigri , i Cin-
ghiali i i Cervi 3 le Teftudini terreftei , i Kìrkinchì ,
le
slH*
— ^4K
X **i x
le Vipere, l' Iguane, e parecchi altri . Le Tigri fono fe-
roci , come quelle dell5 Affrica , e grandi come un
afino, ma più baffone falle loro gambe- La pelle
è mofeata di bianco , giallo , e nero . I Naturali del
Paefe le ammazzano con uno fpiedo , o fpontone lun-
go cinque in fei piedi 5 e armato d' un ferro aguz»
70- Ma a far ciò fi richiedono tre perfone , due del-
le quali fanno la fentlnella , mentre V altra provo-
ca la tigre . Quefta s' avventa contro con una rapi-
dità incredibile , e s' infilza nello fpiedo, che il
Cacciatore tiene rivolto verfo di lei « Allora i due
compagni accorrono a por line ali9 opera. 1 Cin-
ghiali ,'ei i Cervi non fi dlftinguono da queMi, che
fi vedono in Europa , I KìrVmchì fono certi porcel-
li di due o tre pslmi di giandezfca, fimili in tutto
a' noftri porcelli , fuorché nei dorfo , che va coper*
to di fquame , o crofie dure , e inanellate : la lo-
ro coda è fatta a punta, ed è guernita di crofte*
Le fetole, che cuoprono il loro ventre 5 la tefla, ed
1 piedi fono brunicci « Ve ne hanno di quattro fpe-
cie , i Muli, i Pelofi 3 / Fichi, e le M»le , tutt* i qua-
li differenzianfi tra loro o per la grandezza, o per-
chè hanno le fetcle più folte. I tre primi frappano
da' cacciatori correndo frettolofamente fempre in li-
nea retta , perchè a cagione delle crofte non pof-
fona rivolgere il corpo , e quando fi vedono raggi-
* P 3 *»tfi
WÈÉÈÈÈÈÈÉÈKtÉÈ
|ggpippalÉW^U^I#;ii^ll^ WH1
)( 222 )C
fe-7.--r~ rr-rr.-
tftf
tinti fanno prontamente un buco nella terra, ove fi ag-
grappano fi tenacemente , che non ci è forza, che poffa*
ritirameli. Ma i terrazzani gli fiaccano con facilità,
mettendo nel loro deretano una bacchetta . Le Bole
al centrano, fentendofi perfeguitate, s* aggruppa-
no dentro della loro conca , formando una palla per-
fetta , onde loro è venuto il nome . I Cacciatori pe-
rò ponendovi fopra una brada , le forzano a lafciar
fubito quefta figura* la carne di tutte quefte fpecie
è più faporita , e tenera di quella del porco , e va
coperta <T un dito di lardo. V Iguana è un ani-
male, che tiene del Coccodrillo , ma non ha più di
tre piedi di lunghezza . Il fuo corpo è nericcio , e
i fuoi occhj rotondi, e la carne bianca, e tenera . E-
gli non affale né gli uomini, né le beftie, e fi fo-
menta d* erbe , e di certi frutti felvatici . I Campa-
gnuoli, che ne mangiano, trovano la fua carne fu-
periore di molto a quella de' volatili .
LUI. Quefta Provincia ha miniere d9 oro, e dì
rame nelle contrade fertentrionali, alle quali non fi
lavora per V infingardaggine degli abitanti . Vi fo-
no ancora delie miniere copiofe di Piombo , VitrÌo-
Io, Zolfo, Sale, Carbon follile, Ceffo, Catrame,
e Talco . DÌ quella pietra trafparente vi fi muova-
no alcune lame lunghe dwe piedi , chiare , e che
fervono ottimamente in luogo di criftalli nelle fine-
Are .
X 2 2g )(
^
flre.I monti vicini alia Città di S. Giovanni fi com-
pongono tutti di ladre di marmo bianco , lunghe da
cinque in lei piedi , e grotte da fei in fette onde
tagliate, e pulite dalla natura. Gli abitanti ne fan-
no una bella calcina , e dei ponti fbpra ì loro cana-
li ■ Fra la Città di Mendoza, e la Punta fi vede u-
na gran colonna di fallo fopra alcune Colline baffe
alta 150. piedi, e groffa diametralmente u., chia-
mata Gigante da* Terrazzani. Vi fi fcuoprono cer-
te note, o cifre 3 che fi raffbmiglia^o a* caratteri
Chinefi . Prefib il fiume Diamante é mcontra anco-
ra un altro fallo con alcuni fegni, ckeJfem brano ci-
fre 5 o caratteri, e colle orme fUmpate di un uo-
mo , e di parecchi Animali . Gli Spagnuoli di que~
Ita Provincia Io chiamano Pietra di S* Tommafo , per-
chè dicono-, che gì* Indiani del Paefe raccontarono à*
loro antenati , che fopra quel fallo un uomo bianco^
e barbuto avea anticamente predicato una nuova-»
legge, lafciandovi per pruova della fantità dJ efla f
imprcfle le fue orme, e quelle degli animali , che^>
accorfero a fentirlo , il che attribuirono a quefto
Santo Apoftoìo , per la tradizione , che vi è , di a«*
ver egli predicato nell' America .
LIV. I Nazionali originari del Cujo , de9 quali
rimangono pochi/limi , fi chiamano Guarpet 9 e fono
alti di ftatura , magri , branàzzi 5 e parlano un Iin-
P 4 iua§-
li
!
'
guaggio diverto dal Chileno . I Peruani furono I pri-
mi , che li conquiftarono , quafi nello fletto tempo , che
s' impadronirono delle Provincie Settentrionali del
Chile. Nella firada, che conduce per la montagna-,
degli Andes da quello Paefe a quel Regno, li vedo-
no finora alcune cafuccie di fa fio murate a fecce ,
dove fi dice , che albergavano i corrieri , e gli Uf-
fiziali pafTaggieri di queir Imperio* Il primo tra gli
Spagnuoli j che vi entrò, fu Francefco Aguirre, man-
dato dal Conquistare del Chile Pietro Valdivia^
il quale (aputa la morte del fuo Generale 5 fé ne ri-
tirò* 1/ anno poi 1560. Pietro Càrtillo, a cui diede
quefta incombenza il Governatore D. GarziaHurta-
do di Mendozà , foggio^aii i Guarpes , vi fondò la
Città di Menlo7a, e quella di S. Giovanni, dando
alla prima il nome del fuo Governatore.
LV. Metìdoza 5 capitale di tutta la Provincia,
e fituata in una pianura appiè degli Andes a gr. 53-
19. di lat. Auftn e 308-31. di long. Vi s' anno-
verano feì mila abitanti . Clrre alla Parrocchia * e
il Collegio 5 che fu de* Gefuiti 5 vi folio 1 Conven-
ti di S. Francefcó , di S< Domenico , di S. AgoAi-
tio 5e dei Mercedarj • Quella Città fa un gran com-
mercio divini, e di frutte con Buenos-Ayres * e fi va
aumentando per la vicinanza delle famofe miniere
d' argento d* Ufpallata , alle quali i fuoi abitanti la-
vorano con gran riufeita* IVI*
I1
SE
BBB I "^"~v -■ -"-
-
)(***)(
BSBStaTKX--
IVI. S. Giovanni dittante da Mettdozà 41* le-
ghe è fìtuàto àncora noli lungi dagli AnAet àgf*3i:-4
di lat, e *d&»ii dì long, Egli ha qtisfi lo fteffo
iiiimefo di abitanti , e le medefirìiè Chiefe $ e Con»
venti di Religiofi, che Mertdò2à; traffica ancóta con
Biienos-Àyfes , dove manda una quantità Confiderà-
bile di acquavite, frutte , è pelli dì Vicognà * le
Melàgranate del fuó territorio Iorio ricercate anche
ilei Chile per là loro dolcezza , e grandezza * Que*
ila Città è governata dà uri Cabildo , è dà uri Lue*
gotefìerlte del Prefetto, o CoWegMot di Meftdo^à*
LVHa L' anno poi 1596. fi fondò nel Cujo O
rlentale là Città della Punta, o fi a 8. Lodovico di
lojolà , il qua! pone ebbe da D. Martino Lojola,
Che allora gov mava il Chile ■ Età è d,fcófta da-
Mendoza 6ié leghe incirca « e fi truova a gr. *3-47
di- Ut. t i?t-$u di long, Benché ella fià come il
pàlfaggió comune di tutto il commercio , che fi fa
tra il Chiléj Cujo* e Buerios-AyreSj-è finora in—
una fiato miferabile^ e i filo! abitanti appena arri-
vano à dugento* Vi è una Parrocchia 5 una Chiefa,
che fu dei Gefu'ti > e un Converto de9 Domenicani*
Il Governo civile, e Militare tmto della Città.»
quanto della fua giurifdiziofte , eh* è aitai va ita , e
ben popolata 5 è ammiriamo da un Luogotenente,
© Vicario del Corregidor di Mendo^a*
«**
V
'
Oltre a quefte tre Città il Cujo ha i borghi
Jachal y Vallefertil , Mognx , Corocorto , Leon/ito , C#-
ììngajla 9 e Pìfmanta , i quali non meritano, che ne
facciamo una più particolar menzione .
I Paragoni confinanti col Chile , della cui da-
tura Gigantefca fi è fcritto non poco in Europa, fo-
no, per quanto mi pare , come tutti gli altri uomini
del Mondo. Io ne vi Ji due, i quali erano piutofto
di ftatura mezzana . Eglino non avevano notizia al-
cuna de* Giganti loro Compatriotti . Mi parvero d*
un carattere dolce . La loro carnagione era un pò
più olivaftra di quella degli Araucani . Il loro lin-
guaggio mi fembrò fommamente gutturale , irrego-
lare , e affatto diverfo dal Chìkno . Eflì erano vefti-
ti all' Arane ano, , ma nel loro Paefe fi veftono di
pelli. I Poyas formano una delle loro Tribù . Vivo-
no fotto piccoli Principi indepcndenti gli uni dagli
altri. Corifeffano 1' efiftenza d' un Nume Sovrano»
del cui nome non mi ricordo , e V immortalità del-
le loro anime . Le donne 3 fecondo le leggi del Pae-
fe, vi debbono avere molti mariti , o almeno loro
e permeffa quella nuova fpecie di poligamia. I Ce-
fari, che fi fpacciano egualmente per vicini del Chi-
le , e di cui anche fi raccontano molte maraviglie ,
fono un popolo immaginario, che non efifte fuorché
nel cervello d' alami , che fi dilettano di raccontar
delle cofe ftraordinarie . An*
li
)( 2 *"1
Annot. lo debbo ragguagliare all' ultimo i mìei Let-
tori dì ciò che al principio tralafciai di fare 3 per-
chè le mie idee, non erano per anco del tutto de-
terminate 3 cioè che la Carta Geografica del Cfaile
premerla a queflo Compendio è ftata delineata fe-
condo le moderne oiTervazioni fatte fu i luoghi fìef«
li dal P. la Fevìllèe > dal Sig» Ulha , e dal bravo Vi*
loto Variilas , le quali fono flate pure in gran parte
verificate dalle mie proprie 3 il che ila detto fenza
derogare in niente al ìifpetto, che profeflb al fape=*
re di quefti valenf uomini * Ho fatto anche ufo del-
le Carte da navigare del Mar del Sud recenternen*.
te ftampate in Tfpagna . Riguardo poi al Cujo mi fo-
lio fervito dell' ofTervazioni praticatevi da una per-*
fona intelligente , la quale fcorft tutto quefto Paef%
FI K E,
àppen-*
7
/
; .
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)(22§x
KflfiMiUsessiteaótfcfc,
APPENDICE
Contenente alcune altre offerv azioni 9 ed annotazioni dt
aggiugnerfi agli articoli qui indicati , con varj paf-
Ji tratti dalla Storia del viaggio di D, Antonio UU
ha della Reale Società di Londra , e le correzioni de*
gli errori più notabili fcorji nelV Edizione di quejl*
Compendio •
Txrt. I. pag. ?. num. VU. Annot. Il Cielo del
Chile nella Primavera, Eftate , e parte dell'Autun-
no conferva fempre il fuo beli* azzurro , il che pro-
viene dai vento del Sud, che allora vi regna. Que-
llo vento , che d' ordinario declina verfo il Sud-Ov?Jl9
ne (caccia i vapc i fogli Andet ^ ov* elfi formano le
tempefte-di tuoni, che paifano a moleflare le con-
trade finiate all' Ori.nte di quefta montagna . Ciò
non ottante 1' efala/icni ignee fono allora di notte
frtqu ntiiTìiue in que^o Paefe « le Aurore Me idio-
nali all' oppoftn vi fi vedono di rado. Io non po-
tei olTervarne alcuna nello fpazio di diciotto anni e
Gli abitanti di Chìloe dicono, che in queir Ifola fé
ne veggono con più frequenza , ma non ne abbia-
mo delle olfervazioni regolari .
Iv* Un. 9. Annot. I Naturali del Paefe antici-
pano di più d'un mefe il principio della Primavera,
per-
y
)(**9)(
-
perchè dalla metà d* Agofio gli alberi vi comincia*
120 a germogliare .
Ivi Un. 12 Ann&t. I venti del Nord , e del Nord-
Ovefl vi portano le pioggie , e quello del Sud al con-
trario diilìpa le nuvole . Quindi i primi 3 allorché
cominciano a fpirare , fono un' indizio infallibile di
pioggia , e P altro di ferenità . QuefV ultimo vento
nella Primavera, Efiate, ed Autunno a mezzo-gior-
no incirca fi cangia per lo fpazio di due ore , o più
in un vento frefco di Ponente , che vien chiamato
/' Orologio de' Contadini, perchè elfo ferve loro di re-
gola per fapere P ora del Mezzodì . Sul fine dell*
Autunno quello vento Occidentale fuol portarvi alcu-
bs pioggie dirotte con qualche gragnuola piccola . Il
Vento di I .evinte appellato Puelche da* Nazionali ,
e diverfo dall' aura foave , che feende dagli Andes^
vi forila pt chifTIme volte .
farte I. pa^. 7. num» IX. Un. 4. Annot. Neil' e-
fiate , e neiP Autunno fi foglioso qualche volta fen-
tire alcune febbri ardenti , che vengono accompa-
gnate da una fp:cie di delirio . Gì' Indiani perciò
le chiamano Chxba-lonco, cioè malattia della tefta *
I rimedj fp^cifici contro effe fono il Palquì , il Cull?9
e varie altre piante rinfrefeanti . N
Part. I. pa-g. 8. num. X. Un. 8. Annoi, del Sig»
Vilot. Noa vi fono beflie velenofe ; e quantunque-»
«e*
; .
;
I
<
ne* campi , e ne' bofchì fi veggano alcune bifcie, le
loro morficature però non fono nocive. Non fi tro-
vano nemmeno animali feroci , o falvatichi , che nel-
le campagne facciano paura, di modo che quelli
Paefe impiega tutta la Ara fertilità , e benefica na-
tura nd rendere alle creature tutto ciò, che poifo-
jio defiderare per la vita fenza incomodo alcuno •
Tom. 3» li b» 2. Cap. V- rum. 51S. v. Chile .
fan» I. pflg* io, num, XI. Ihu 16, Annot. Nel
Chile dall' ingreffo degli Spagnuoli in qua ii fono
fentiri fei Terremoti grandi .Il primo nel 1570.ro-
Tefciò alcuni monti , e borghi nelle contrade Au-
fìrali . Il fecondo nel 1647. a' 13. Maggio rovinò u-
na parte della Capitale. Il terzo nel 1647. a' 15*
Marzo durò un quarto d* ora incirca , e vi fece an-
che molto male, il quarto nel 1711. a* 24. Maggio
vi danneggiò molti edifizj . Il quinto nel 1730. agli
St Luglio fofpinfe il Mare contro la Concezione, e
F atterrò. Il fefio nel 1751. a5 24. Maggio diftruf-
fe affatto la fletta Città , rivoltandovi fopra anche.*
il mare , e tutte le altre Fortezze , e borghi com-
prefi tra i gr. 34», e 40. La fua direzione era dal
Sud al Nord . Egli fu annunziato da alcuni altri tre-
mucti piccoli , che fi fentirono nelle notti preceden-
ti , e un quarto d* ora innanzi , e da un gran glo-
|>q di fuoco , che lanciandoli dagli Andes andò a_«
fom-
X*30C
fommergerfì con iftrepito nel mare . La grande {"cof-
fa principiò a mezza notte incirca, e durò n. 012.
minuti, ma la terra traballò continuamente fino air
Aurora. I Tremuoti piccoli continuarono poi quali
un mefe intero coli* intervallo di 15, o 20. minuti.
Innanzi al gran Terremoto il Cielo era chiaro da
per tutto , ma immediatamente dopo 1* Orizzonte fi
coperfe d' una nebbia folta, la quale fi convertì am-
bitamente in nuvole fpaventofe, che cagionarono li-
na pioggia aflldua di otto giorni . Nulla di meno
in tutto il Regno non perirono che fette perfone 9
le quali furono nella Concezione ingoiate dal Mare.
Ve n* erano in quefto numero tre vecchj , che non
temevano i Terremoti , un pazzo , e tre fanciulli .
Tutti quefti fei tremuoti fono venuti di notte .
Part* I. pag. 11. num.XUI* Un* 13. Altri laghi.-
hgg. Gli altri laghi .
Iv. Un. 15. Annot. I Bagni più rinomati del Chi*
le fono quei di Colina non lungi dalla Capitale., quel
di feldehue tra Qui Hot a , e i' Aconcagua , e quelli di
Cauquenes predo la forgente del fiume Cachapoal .
Nella ftrada, che conduce dalla Capitale a Mendoza,
H ritrovano fra gli Andes tre forgenti di acque cre-
dute fcmmamente medicinali, difhnti fra loro tre
piedi incirca, la prima delle quali è molto fredda,
la feconda tiepida y e la terza intenfamcnte calda »
Su
; .
X.M*X
'
'
Su i loro margini s' incontra una gran quantità di
Sale perfettamente diafano. Fra gli Araucani fono
Celebri ì Bagni di Pì/mant* , a' quali per la loro
virtù faìurfera dicono , che prefiede il Dio Metile».
le acque ancora de* fiumi Matytf, e Biobfo fono fti-
mate molto falutevoli.
part. i. pig. 13. num. Xv- Un. %. Annot. SJ in-
tende qui , e in tutto quefto Compendio per piede
Jl Geometrico d' Italia, che ila al Parigino come
3417, a 1440.
Pan. I. pag. 15, num, X^Jì Un, 16. tre piedi.*
legg. due piedi ♦
Part* l.pag. t€\ num. XVII. Un* 7. negli effetti del-
la fua radice legg. negli effetti : Dalla fua radice .
Pan. I. pag 19. XX, Un. 6. Annot. I Terraz-
zani dicono , che P Erba-loca , e la Tembladerilla fo-
no nocive folamente a' Cavalli , e che gli altri ani-
mali ne mangiano fenza incomodo alcuno. Avendo
io oìfervato in tre occafioiii , poco prima di partire
dal Chile , V effetto ftravagante , che fi fatte pian-
te cagionano ne1 Cavalli, non ebbi poi V opportu-
nità di fare 1* efperierze neceffarie fugli altri aiJ-
mali .
fan. I. pag. %6. num. XXIX. Un. t '>. per grandi ,
eh* elleno fiano ; legg* purché elle non fiano gran-
dì.
m I
* 1
m'^JLi
■■
4-:
K-.**3 X
Tv. Un. xz. Annot. La radice del Guaicurù arre-
ca ancora i progredì della cangrena, e la diffecca
totalmente .
Iv. n. XXX. Un 3. Confiderabile : legg. confide-
rablle ; e Un. 9. fìmile : legg. fimile . Avvert. Las.
benefpeffo in quefi* edizione Jì è cangiata in f* , come pu-
re la r in t , e qualche altra lettera in un* altra di"
verfa 0 doppia ? // che facilmente fi pub conoscere .
Vari. 1. pag. 17- »• XXX. Un. 3$. Annot. Si è
fcoperto in Bologna 5 che la decozione delle foglie-»
del Culèn uccide, ed efpelle i bigatti , o vermi, che
il formano nel corpo umano.
Iv. n. XXXI. Un. 2,7. Annot. I fiori del Palqur
fono gialli , e difpofti in ifpighe lunghe cinque in fei
pollici, nel che egli fi differenzia effenzialmente dal
Sambuco * Il legno n' è fragile affai . Ciò non 0-
ilante gì' Indiani Appicciandone un pezzo con un*
$ltro ne cavano del fuoco . Per far ciò , ne fcelgo-
no due bacchette ben fecche della groifezza dJ un-
dito : aguzzano poi la punta dell* una , e la metto-
no in tin piccolo buco fatto nella metà dell' altra ,
dove la fan girare velocemente con ambe le mani»
Fra pochi momenti il legno di fotto comincia a fu-
mare, ed in breve il fuoco vi fi manifefta. Queft*
operazione è chiamata Repu ,
fart. I. Pag. 28. n> XX XL Un. 17* lungo 10
Q. rive
"... t:
■ Il
MM^&imt^^mmMmm mi " » '««m "»
rive del Mare , e in varj altri luoghi umidi , e fai-
fugginofi , fpecialmente nel Coquimho , crefee in gran
e pia m* arbufto chiamato Sofà , la di cui radice è
lunga due piedi incirca , e gialla . Egli pullula un
gran mimerò di tronchi lunghi quattro in cinque pie-
di , grotti come una penna da fcrivere , ftefi a ter-
ra, veftiti d' una feorza verde , bianchi interiormen-
te , fragili , e corredati pretto la radice di alcune
foglie gialliccie , ftrette , e aventi un pollice e mez-
Z& di lunghezza . Il refto di sì fatti tronchi fino al-
la cima va coperto interamente di certi baccelli lun-
ghi due pollici , grotti diametralmente due , o tre
linee, cilindrici, nodofi, d* un verde brillante , te-
neri e pieni d* un liquore falfo , e criftallino . Queft'
arbufto non ha altri frutti , ne altri fiori almeno
apparenti . Gli abitanti del Coquimbo ne ritraggono
una gran quantità di fale bianco , che s' impiega
negli fletti ufi, che il fale ordinario. Per preparar-
lo, eglino fradicano V arbufto, lo lafciano al fole un
giorno , e poi lo bruciano . La cenere , che ne prò*
viene , metta in acqua , ed efpofta parecchi giorni
al fole fi condenfa, e diventa un fale eccellente.
Alcuni per averlo più pretto la fan bollire , Quei
che fanno la carne fecca , la bagnano in vece del
fale ordinario nella lifeiva della Sofà. , e dipoi la ten-
dono air aria . Se ne fa anche del fapone . QuefU
Vi
Km )(
Sofà , benché abbia quali tutte le proprietà della 3o-
da , a cui ancb(e raflomiglia un poco pel nome , tut-
tavolta n' è differente così per la figura , come pel
fuo flato d* arbufto .
Part. 1. pag. 34. n. XXXIX. Un. 9* Annot. Fr.
Gregorio di Leon , Autore che vi andò dall' Eu-
ropa, dice in una Detenzione, che diede in luce del
Chile ; che gli Alerti v' ingrofTano di maniera , che
una corda lunga 24. braccia appena ne può circon-
dare il tronco . Ma quella è un' iperbole eccepi-
va .
Part. I. pag» 44. n. XLT1I. Un» 12. fé un' in*
contrano : legg. fé n' incontrano .
Part. I. pag. 46. n. XLV1II. Un. 7. Annot. del
Signor wlloa : Produce ( il Chile ) colla medefima
abbondanza P uva di varie fpecie5 della quale fi fa
ogni forta di vini talmente buoni , che feno i più
^ricercati nel Perù non meno per la loro generofità,
che per il lor buon fapore . Quefti vini fono per la
maggior parte neri . faùi anche del vino mofcadel-
Io . il quale per la fragranza , e delicatezza eccede
quelli , che di quefta fpecie fi conofeono in Ifpagna
Tom. 3. Part. 2. lib- 2. cap. 5. num. 510. v. Chile.
Part. 1. pag. 47. num. L. Un. 2. Annoi, del SU
gnor Ulloa ; V anno non v' è regolare , fé la rac-
colta del grano non rende più di cento per uno ,
QL* il
; ■.
1
X*3^X
il che proporzionalmente fi dee anche intendere di
tutte le altre Temenze. Riferirò , come una cofa par-
ticolare , ciò che vidi , ed efaminai per me fteifo
in Takaguano in un' orto (Ituato predo un luogo det-
ta Morrò fulla riva del Mare dittante un miglio
incirca dal Porto . Fra varie piante di tormen-
to , che v' erano nate a cafo , ce n' era una , la
quale non avendo che un folo gambo , che fpuntaf-
fe dalla terra 3 da' nodi di quefto cacciava poi tren-
ta quattro fpighe , le principali delle quali avevano
tre pollici incirca di granitura , e le minori non ne
avevano manco di due. Come io me ne maraviglia-
va, il padrone della cafa mi difle, che ciò non e*
ta una cofa forprendente , poiché quantunque nelle
campagne feminate non fé ne vedeflero con sìhtu
fpigatura , vi erano però de' grani , che produceva-
no cinqne in fei fpighe . In fatti ve n' offervai tan-
te dipoi , che la pianta delle trentaquattro fpighe non
mi pareva già fmgolare , ficcome nata in un fito^
dove così per V innaffiamento , come per la miglior
diipofrzione del terreno doveva oftentare una mag-
gior fecondità. Tom. 3. Part. i.Hb. 2. cap. 5. nunw
5o$>. v. Ghile .
Tart. I. (*& 4S. num. Lh lìn. i*. tre piedi; Ugg.
iue piedi .
fatu I. $ag* U* num* LUh Un* Ih Annot. del
Mg.
X*37)C
%, I7//ort : Notafi una particolarità ne' territori cir-
convicini a quella Baja, (della Concezione ) e fpe-
cialmente in quello 5 che fi ftende da Ttlcaguano fi-
no, alla Concerne in diftanza di cinque , e fei le-
ghe dal Mare , cioè che da un piede , e mezzo , o
da due piedi , tutto quello , che vi s* incontra fino
a due, o tre tefe di profondità , e qualche volta più,
è un* ammalio di ftrati di conchiglie di diverfe fpe-
cie, fenza interpofizione alcuna di terra, forman-
done T unione d' una conchiglia coli' altra le più
piccole , ed empiendo queftc le concavità delle più
grandi. Di quelle ultime vi fanno tutta la calcina,
e a quefto fine fi fono fatti de' gran buchi nella ter-
la per cavamele , e calcinarle i Se quefte conchiglie
&T incontraifero folamente ne9 luoghi baffi , e piani,
non vi farebbe niente di fingolare, perchè potevamo
b^n credere, che il Mare abbia già occupati tai luo-
ghi, come fi è detto nella definizione di Lima.M*
la maraviglia fi è, che della ftefla forma, e colla me-
defima abbondanza fé ne ritrovano in quella vicinan-
za folle cime de' monti di mezzana altezza , i qua-
li non fono sì piccoli, che non abbiano $o« e più
ttk di elevazione folla fuperfìcie del Mare . Io
non lo efaminai ne* monti più alti , ma i padroni
tfeffi de1 luoghi mi differo , che vi avevano dellej»
fornaci : V ho veduto però nelle cime d' altri , eh*
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erano elevati io. tefe fopra la fuperficie del Marc.
Tom. 3. Part. 2. lib. 1. cap. 5. num. 53 5* v» Chile.
F*r#-. I.pag. SS* »• LXV1U. Un. 14. tutte tre ; Ugg.
tutte e tre.
lv. pag. s6- *• 2Ufi /'». "• s* attengono:/^*
s' attengono .
lv. pag. 57, «, LXJ. Un. 18. funi lunghi : Ugg*
funi lunghe .
p#^. J. £/*g. 61. ». LXIK. Un. 19. una centina:
7d?£g. un centinajo *
Part. là pag. 63. ». LXVI. Un. 19. "Nella Pro-
vincia di Cohhagua fi vede una Zanzara un pò più
grande delle Zanzare ordinarle , la quale fpira uns
odore grato di mufchio , che fi fente da lontano, on-
de vien chiamata Zanzara d* ambra. Le villane ne
prendono in quantità per profumare i loro abiti .
Part. I. pag. 71. n. LXXIV. Un. la. Il Thile, ©
Chile , da cui fi congettura , che derivi il nome del
Chile , è a un di predo della grandezza d' uno fior-
nello, ma n' ha la coda più lunga. Il nome gli vie-
ne dal modo di gridare , perchè pronunzia chiara-
mente la voce Chile . Il mafchio ha la piumatura
tutta nera , fuorché fotte le ali, eh' è d' un bel gial-
lo . La femmina è d' un color grigio fofeo . Queft*
uccello, che vive di tutto ciò, che incontra , fab-
brica il fuo nido di fango fagli arbofcelli prefio i ri-
vi .
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vi, dove fi fcarica di tre uova bianche . £gli canta
bellamente , ma non viene allevato in gabbia per
certa puzza difpiacevole , che tramanda dai fuo cor-
po . La Rara è poco più piccola d' una quaglia , a
cui ralTomiglia molto per la forma del corpo, e qua-
li pel colore, che tira più al nero * Il Aio becco è
«tentato cerne la lama d' una fega , ed alTai taglien-
te . Ella fi ciba d' erbe , ma ha la maligna proprie-
tà di tagliare tutta la pianta predo la radice, pri-
ma di mangiarne. Quindi effa fa un danno notabile
alle biade e a tutti i legurri ancora "nerba. Perciò
i Nazionali procurano di {terminarla da per tutto *
Ella coftruifee il fuo nido fagli alberi, ove non fa
più di due uova bianche punteggiate di rollo . La*
Loica è un pò più grande, e più groffa del tordo >
a cui è firnile pel becco , e per la coda . Le penne
della parte fuperiore del fuo corpo fono mifte di bi-
gio, e di bruno , ma quelle del petto dal becco in-
fino alle gambe fono nel mafehio d' un colore vi-
vo di Scarlatto , e nella femmina d' un rollo debo-
le . Queft' uccello fi nutrica di fementi , e di ver-
mi, e s' annida ne' buchi , che truova a cafo in ter-
ra , dove depoiita tre uova cenerognole variate dì
nero . S* alleva bene in gabbia , e canta con molta
armonia . Quando fi truova in libertà , il mafehio
accompagnato dalla femmina s' eleva cantando qua»
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fi perpendicolarmente ad una grand' altezza in aria
e fcende della fteffa marnerà. Gì* Indiani, che han-
no moire fuperfìizioni intorno a quefl1 uccello, ado-
perano le belle piume del fuo petto per adornare le
loro tefte, e le cime delle loro lanci* .
Fan. I. fa£. 74. num. LXXVI. Un. 35- ^nat.
del Slg. Ullo*. A proporzione di quefta grand' ab-
bondanza, che vi è di carni, e di biade , fi trova-
no le altre cofe . I volatili domeftici , come polli
d' India, Galline, oche , anitre &c. vagliono po-
chifilmo, e fé n' allevano molti con poca diligen-
za , e nell'una fpefa in tutte quelle cafe di campa-
gna . La cacciagione pure vi abbonda dell' jfteffo
modo, le dì cui fpecie fono anitre falvatiche , per-
nici , beccaccie . . . &c. Effendovi in quello 1' atmo-
sfera non meno prodiga della terra , giacche emula
ctella fua fecondità 1' imita in ciò , eh' è proprio del-
la fua regione. Tom. 3. Fart. ti. lib. 2. cap. 5- n.
514. v. Chile.
Fart. lì pag. 76. n. LXXIX. Un. 14» pronimen-
te . Ai : fegg. prominente. Dai .
Iv. pag. So. ». LXXXIIL Un. 14* I piedi, e
le mani : legg, Le mani , e i piedi .
Fari. t pag. 80. ri. LXXXII. Un. i2. Annoi, io
non trovai V occafione di oiTervare il Cavai Muri-
no . Seguendo la relazione di alcuni, che lo videro
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fott' acqua , penfai , eh' egli non fi differenzi a (Te
dall' Ippopotamo Africano . Altri poi, che 1! offervaro-
110 fuori del Mare , mi hanno detto , eh9 egli è a un
di preffo della fiatura d' un cavallo ordinano, a cui
raffomiglia di molto per la tefta, per 1' incollatu-
ra , e pel dorfo ; che i fuoi piedi fono formati a
guifa di quelli del Leon marino, e che il colore del
fuo pelo , eh' è affai folto, non è diverfo da quel-
lo de' Lupi Marini della feconda fpecie .
Part. I. pag. 87. num. LXXXIX. Un. 18. Annui*
I Cervi non fi trovano dalla banda del Chile . Se
ne veggono alcuni nelle valli «Orientali degli An-
de;, i quali forfè vi partano dal Cujo , dove fono
affai comuni.
Tart. I. pag. 91. n. XC11I. Un. %6* Annoi, del
Big. Vlloa : In quello Regno del Chile pare , che ab-
biano origine quei celebri cavalli , e mule , che van-
no di portante, di cui sJ è fatta menzione nella I.
Parte , ed effendo tutti quelli , che fi trovano nell*
America , procreati dai primi , che vi fi trafprrta-
rono dalla Spagna , quelli del Chile acquiftaroro V
eccellenza d' un nuovo paffo , nel quale fono fu-
perlori non fokmente a gli altri dell' Amerio ma.
anche a quelli di Spagna, da cui derivano. Io non
nego ; che i cavalli Introdottivi nel primitivo tem-
po foffero ambiami per inclinazione, 0 razza, poi-
che
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che oggigiorno fé ne vedono anche in Ifpagna mol-
ti con quefta propietà: ma dico , che avendovi i Na-
zionali avuto più riguardo di confervarne la razza ,
fenza mefchiarla con quelli, che vanno folamente di
trotto , i Chileni fono incomparabilmente molto
più perfetti di quefti di qua ; imperciocché fenza al-
tra indufìria, che la loro propria inclinazione, cam-
minano sì velocemente, che polli a lato d* un' al-
tro, che corra, non permettono, eh* elio li prece-
da, e colui che li cavalca vi gode ali* ifteflb tem-
po d* un ripofo sì foave , che non lafcia luogo all'
agitazione d* incomodarlo. Sono "innoltre così belli-»
come i celebratifilmi dell' Andalusia , ben fatti , e
generofi. Per quefte eccellenti qualità fi fanno fil-
mare per ogni dove, e fi conducono a Lima, co-
me un regalo il più degno di pregio, che pofTa^
prefentarfi alle perfone del più alto carattere .Altri
li conducono pel loro diporto , e fono già sì comu-
ni in tutto il Perù, che arrivano fino a Qulto . Per
quefta ragione fé ne fono fatte delle razze in tutti
quei Paefi3 ma in nefluno d' effi riefeono colla per-
fezione , che nel Chile . Tom, 3. Pan. 2. lib. 2. cap.
5. n. 522.
Part. I. pag. in.;;. CIX. Un. 13. una gran par-
te de' monti: legg. in una gran parte i monti.
P&rt, IL pag. 115. n% jj.. un. 5, Peguenches:
)( 243 )(
legg. Pehuènches ; e Un. 63. Giunchi : legg. Ornchì ;
Par*. Jìi />*/. 119. ». IP. #** x8- ■Amot- Moki
fi pervadono, che la bella carnagione degli abitan-
ti di Boro* abbia origine da' prigioni Spagnuolì ; che
vi rimafero copo le vittorie del Toqui Paillamachu .
Ma e' è una ra, ione , che dìftrugge , per quel eh©
mi pàr^querV opinione. La maggior parte de' ad-
detti prigioni fu confinata nelle Provincie più All-
ibali degli Araucani , come fi ricava dalle memo-
rie , che ci iettano di quel tempo , e pure non vi
fi trovano de' bianchi. Quefti Spagnuoli , come pu-
re fi fa, v' ebbero de' figliuoli. Gli Araucani chia-
mano Huinca , cioè bianchi , gli Spagnuoli , perchè
danno un' altro nome del tutto differente a' bian-
chi biondi, quali fono i Borami . Quella Provincia
di Boro* fituata fuila riva Aufìrale del fiume€*«^
ha di lunghezza folamente 15. leghe, e altretanto
incirca di larghezza .
Pan. II. pag. 156. n. XV11L Un. io. ^uarpenes s
legg. Guerquenes .
Pan. II. pago 143. n. XXW. Un. $fi » e ripe-
tendo cantando: legg. e ripetono cantando»
Pan. II. pag. 164. n. XI. Un. 79. AnnoU Le-*
manifatture fono in cattivo fbo ne1 Ch le , o per
dir meglio , non vi fono . Qnafi tutto il bifognevof
le pel veftiario vi fi porta dall' Europa . Dell' ec-
ce!-
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celiente lana del Paefe non vi fi fa altro , che ba-
sette di diverfi colorì, che per lo più fi confuma-
no fra I Contadini , e la gente povera delle Città ,
Tonchi, Calze , Cappelli, ed altre cofe fimili . De!
lino non vi fi femina , che un poco , per raccoglier-
ne la femenza. Neil' Ifola Chìloe fé ne fanno alcu-
ne tele, che rimangono nel Paefe. La canapa s' im-
piega folamente per fare delle Corde , e qualche co-
fa di refe . I bachi da feta , ancorché il Paefe ila a*
dattato per la loro educazione, non vi fono fiati fi-
nora introdotti «. Un' Europeo , nondimeno , che per
la gran quantità , che fé n' alleva nel fuo Paefe, li
conofce molto bene , afllcura d' averne trovato un
gran numero nella Provincia di Maule fMe foglie d*
un* albero felvatico , i di cui bozzoli , fecondo lui ,
non differivano ne per la forma , né per la finezza
della feta , da quefti d' Europa. Le tre arti nobili
Tittura , Scultura , e Architettura vi fi trovano an-
che in uno flato molto imperfetto . Vi mancano e-
ziandio molte altre arti utili, come, per efempio ,
f intaglio , la ftampa , &c.
Tctru IL pag. 192. n. XXXIV. Un. 16. a otta
leghe: legg. % 16. leghe.
Tari. II. pag. , 200, 77. ZL. Un* 72. Humanità ?
kgfr Umanità %
Ke-
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)( 24S X
Regiftro de Rami , che fi contengono
in quello Compendio .
Carta Geografica .
Palma , e Fino Chileno .
Uccelli .
Animali quadrupedi .
Macello delle Vacche.
Giuoco della Chueca •
Tav. 6. Giuoco del Cututumpeucu «
Tav. 7. Ballo dcgl9 Indiani «
Tav. 8. Dama in abito da farvi/ita.
Tav. 9. Dòmi in abito dajlare in e afa »
ÌW. io. Pianta della Citta di 5. Ciacapp.
Tav. 1.
ftfz/. 2.
95w, 4.
Tav. 5.
74.
94.
154.
155-
156.
168.
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